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domenica 18 giugno 2017

Premio nazionale Giacomo Leopardi

Premio nazionale Giacomo Leopardi


 Ha partecipato, lo scorso 1° giugno, alla prima edizione del Premio Nazionale Giacomo Leopardi, ottenendo il riconoscimento della commissione tecnica, il brillante studente del Liceo ‘Majorana-Fascitelli’, Edoardo Rispoli. Il giovane, dopo aver superato la fase regionale e la fase interregionale del concorso con Campania e Basilicata, è approdato, con altri sedici studenti selezionati, direttamente a Recanati. Qui, con la sua composizione di operette morali, è stato insignito del premio del comitato scientifico del Centro Nazionale Studi Leopardiani, del quale fanno parte illustri membri provenienti dal mondo della scuola e delle università, italiane e straniere, come la Sorbona di Parigi.

A premiarlo, con menzione speciale, la Contessa Olimpia Leopardi. Il suddetto Centro Nazionale ha poi inviato all’eccellente studente due volumi sul pensiero e sulla poesia del celebre poeta e filoso marchigiano. Edoardo Rispoli, che la sua insegnante di lettere ha definito “dalla mente portentosa e dalla vivacità intellettuale fuori dal comune”, dona lustro e orgoglio alla scuola molisana e, in particolare, alla città di Isernia. 




Essendo io una grande amante della poesia, vorrei ricordare il grande GIACOMO Leopardi, menzionando una delle sue poesie più belle, almeno a mio parere: L' Infinito 
L'infinito è una delle liriche più famose.
 Il poeta la scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819.

Il manoscritto originale è conservato presso la biblioteca nazionale di Napoli  insieme ad altre opere del poeta. Un secondo manoscritto, con molti altri autografi, è conservato nel Museo dei manoscritti del comune di Visso in provincia di Macerata. Nel mese di ottobre 2016, in seguito al terremoto che ha colpito la zona, questi manoscritti sono stati provvisoriamente trasferiti a Bologna.


L'infinito : 

" Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura.
 E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.
 Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »

Leggete le poesie...ossia la vita in versi...

Buona lettura da Emanuela.

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