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venerdì 25 novembre 2022

Recensione: Milano. Il mondo non cambia di Thomas Melis

Milano. Il mondo non cambia. Omicidi, politica, criminalità sotto la Madonnina di Thomas Melis

Scheda tecnica
TitoloMilano. Il mondo non cambia
Autore: Thomas Melis
EditoreFrilli
Pubblicazione20 luglio 2022
Pagine: 320
GenereGialli hard-boiled
Formato: Ebook e copertina flessibile
Don Rocco Alfieri non è più quello di un tempo, i pensieri lo stanno tradendo e dal suo feudo nell’hinterland sud di Milano sta perdendo il controllo sugli affari criminali della Società. Il figlio prediletto Domenico, detto Micu Bang Bang, si trova in carcere; il secondogenito, Antonino, non è pronto per ereditare il bastone del comando. Poi ci sono i Procopio, la cosca satellite relegata da generazioni a fare il lavoro sporco, che cerca di alzare la testa alleandosi con la mafia albanese e la mala egiziana. Filippo Barone è un consulente milionario. Ripulisce denaro, pilota appalti e fa da cerniera tra il mondo di sotto, dove si muovono grandi casati malavitosi e narcotrafficanti internazionali, e quello di sopra, popolato da ricchi imprenditori, senatori corrotti e broker senza scrupoli. Barone vive una torrida storia con Bianca Viganò, una modella e influencer dai lunghi capelli castani, legata profondamente all’amico d’infanzia Leonardo Ferrari, un bravo ragazzo di quartiere che spaccia cocaina tra le panchine di Piazza Prealpi. Il loro mondo non cambia mai. Li tiene uniti in una tragedia moderna e senza pietà, dove nessuno si salva e dove, dai grattacieli di CityLife ai nightclub di Corso Como, si sovrappongono i mille volti della criminalità multietnica di Milano, i sogni di successo dei ragazzini cresciuti ascoltando trap nei casermoni popolari della periferia, gli affari sporchi dei faccendieri che muovono milioni di euro dagli uffici open space con vista sul Duomo. Tutti insieme, nell’amore e nell’odio, accomunati da un unico destino. Perché il mondo non cambia, ma l’Apocalisse è alle porte.
Recensire questo libro per me non è semplice per una serie di motivazioni che condividerò strada facendo. La storia è abbastanza intrigata, complessa e purtroppo ricalca la società contemporanea. Il libro è insomma lo specchio della realtà in cui viviamo descritta meticolosamente e scrupolosamente forse anche troppo e gli eccessi molto spesso ottengono il risultato opposto. Le associazioni mafiose sono in lungo e in largo: politica, sport, sanità, ovunque ci potrebbe essere un introito economico e lordano le bellezze delle nostre città con il loro sterco ed escrementi. In questo caso, parliamo di Milano, città delle moda, città industrializzata, città del progresso, dell'arte e della bellezza. Leggendo il libro, i ricordi sono volati al film "La piovra" del 1984 diretto da Damiano Damiani con  Michele Placido e l'accostamento della piovra con la mafia è azzeccatissimo: anch'essa ha tanti tentacoli che si infiltrano ovunque. Il libro è molto bello se non fosse per le 5.865 volte che ha etichettato la gente del Sud in maniera dispregiativa con il classico termine di "terrone" e premetto che non sono calabrese così come i personaggi del libro, ma sono MERIDIONALE e non terrona e penso che nonostante tutto sappia parlare la lingua italiana. Non capisco la scelta linguistica dell'autore, ma leggendo un libro di 320 pagine pieno di "terrone" un pochino mi ha disturbata e turbata. Esistono vari fonemi (la lingua italiana ne è piena, fortunatamente) che non offendono e non dispregiano altri esseri viventi e spero che l'intenzione dell'autore non sia offensiva. Penso anche che le organizzazioni mafiose siano ovunque anche se al Sud un pochino più concentrate, quindi scrivere un libro del genere mettendo in cattiva luce la gente del Sud etichettata molto spesso come "mafiosa" e "terrona" che sporca la gente perbene del Nord, penso che abbia un pochino stancato. Siamo nel 2022 e dovremmo progredire mentalmente se vogliamo cambiare e/o migliorare il mondo. Come diceva mia nonna "Tutto il mondo è paese". Mi spiace per questa ramanzina, mi sento toccata personalmente, anche perchè il ruolo fondamentale della lettura per me dovrebbe essere educativa e di crescita personale. La lettura, a mio dire (dopo la famiglia e la scuola), rappresenta una comunità educativa ed istruttiva. Il libro "Milano. Il mondo non cambia" è una miccia in una società con decadenza di valori. Leggetelo, il libro vale la pena di essere letto, ma non fate vostro il termine "terrone". Al Sud vivono i meridionali. 





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