Lettori fissi

martedì 13 giugno 2017

RECENSIONE: IL DIRITTO DI CONTARE

                                                              Titolo:  Il diritto i contare
Autore: Margot Lee  Shetterly

Editore: Harper Collins Italia

Collana: Harper Collins

Prezzo: € 18,00 cartaceo; € 9,99 e-book

Pagine: 384

Genere: Letteratura internazionale

Data Pubblicazione:  19/01/2017

Voto: 4                       ( da 1 a 5)

                                   Sinossi:

E’ uscito anche in Italia, il libro che racconta la storia vera che ha

 ispirato il film Twentieth Century Fox uscito negli Stati Uniti nel

 Dicembre 2016. Una storia che ha lasciato senza fiato milioni di

 spettatori. Una storia che rivela una verità fin'ora nascosta e

 finalmente è giunto il momento di svelarla.

                                  Recensione:

In America, nel 1943, al responsabile del personale del Langley

 Memorial Aeronautical Laboratory, Melvin Butler, giunge un

 telegramma da parte del direttore operativo in cui richiedeva

urgentemente 100 fisici e matematici,100 aiuti calcolatrici, 75

 apprendisti di laboratorio,125 aiuti apprendisti e 50

 stenodattilografe. Si candidarono a questo lavoro, un gruppo di

 donne nere: Dorothy Vaughan, Mary Jackson, Katherine Johnson e

 Christine Darden; donne che insegnavano matematica e fisica nelle

 scuole “per neri”. Furono chiamate in servizio a causa della

 carenza di personale maschile, occupato sul terreno di guerra.

 L'industria aeronautica americana aveva un disperato bisogno di

 esperti in ingegneria e fisica, oltre che di soldati, per vincere la

 guerra contro la Russia. Esse, lasciarono il loro paese, le loro

 famiglie, per trasferirsi ad Hampton, in Virginia pur essendo

 consapevoli della differenza razziale e del clima ostile che

 avrebbero trovato. Ma la loro forza e determinazione, dipendevano

 da un incessante bisogno economico. Non pensavano

 minimamente, di diventare le donne che avrebbero guidato

 l’America verso la vittoria e a divenire una delle massime potenze.

 La loro vittoria? Essere fotografate accanto agli ingegneri uomini

 bianchi, sotto la voce : le persone che hanno salvato l’America.

                                 Approfondimento:

Il diritto di contare, è un romanzo basato su una storia vera, coinvolgente , e altamente umano.

L’autrice, ci racconta una storia inverosimile e irreale se proiettata

 ai giorni nostri.

Pagina dopo pagina, il lettore, entra in una realtà lontana, e riesce

 ad immedesimarsi, nelle protagoniste e nelle loro vite. Non sarà

 stato facile sedere nei pullman, ai posti riservati solo ai neri;

 lavorare chiusi nelle stanze per soli neri; mangiare nelle mense per

 soli neri. Ho trovato sconcertante l’immagine dei bagni con le

 targhette “per neri” e “per bianchi”. Posso solo immaginare

l’umiliazione che tale differenza apportava nelle persone di colore.

 Ma ancora più entusiasmante l’immagine della donna nera che

 finalmente arriva alla consapevolezza che anche le scuole dei

 bianchi erano fatiscenti come le loro, non erano migliori; e allora si

 chiede:”

Come mai a noi era impedito entrare nelle scuole dei

bianchi e addirittura non era possibile neanche passarci accanto,

 se son peggio delle nostre?”
 

E’ la storia di un riscatto morale e sociale. La storia di una vittoria

 umana.
Allora come mai, questa storia è stata tenuta segreta e nascosta per tanti anni? Era una vergogna, ammettere che le donne nere fossero più brave e preparate degli uomini bianchi?

Dorothy Vaughan, Mary Jackson, Katherine Johnson e Christine

Darden, rappresentano la forza delle donne e la rivincita sociale

delle persone di colore.

 Raccontando la loro storia, segretamente confinata negli archivi,

 l’autrice, vuole insegnarci il senso della vita, il reale senso della

 vita: l’umanità è una sola, non ci sono colori, non ci sono

differenze, ma esiste l’anima e il cuore di ciacun essere umano.
 
La dignità è rappresenta dal silenzio di queste donne, che hanno

 attuato la loro rivoluzione, unicamente, dimostrando le loro

 competenze, senza urla e atti di violenza.

La scelta dell’autrice, di utilizzare un linguaggio semplice e

 delicato, visto l’argomento già di per sé sconcertante, è da

 ammirare.

 Consiglio la lettura a tutti, proprio a tutti, perché non esiste fascia

 d’età che non debba  imparare il rispetto verso la vita altrui e verso

 qualsiasi essere vivente.

 

Emanuela  Cassone

 




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