Recensione libro
"Matrimonio siriano, un nuovo viaggio" di Laura Tangherlini
Rubbettino
Scheda tecnica
Titolo: Matrimonio siriano, un nuovo viaggio
Autore: Laura Tangherlini
Editore: Rubbettino
Genere: Reportage giornalismo
Pagine: 330
Pubblicazione: 2 Luglio 2019
Formato: Kindle, copertina flessibile
Come si sopravvive da profughi siriani? Come e dove si è accolti? da cosa si scappa? Quanto restano forti, dopo otto anni di conflitto, la nostalgia e il ricordo? il ritorno è davvero una possibilità? la guerra è davvero finita? Ci sono buoni e cattivi? le risposte a queste domande dalle voci delle vere vittime, di chi scappa e di chi ha paura a tornare. Il loro dramma in un libro di inchiesta, denuncia e amore. "Matrimonio siriano, un nuovo viaggio" Nasce dai viaggi benefici di due neo-sposi e dal bisogno di verità e giustizia di una giornalista. Comincia quando Laura tangherlini, assieme al marito cantautore Marco rò, ha voluto organizzare in chiave completamente benefica per i profughi siriani le sue nozze in Umbria, incontrando e aiutando poi quegli stessi profughi in Libano e Turchia. E termina in Giordania, dove l'autrice torna, da sola, per continuare il suo progetto di ascolto e soprattutto di aiuto concreto verso quel popolo di cui si era innamorata nel 2009, soggiornando a Damasco per studio. Al dito ormai la fede e sulle spalle chili di aiuti propri e inviati da tanti conoscenti e telespettatori che negli anni hanno seguito e sostenuto questo molteplice viaggio d'amore, colorato da momenti di festa, racconti dolorosi, incontri musicali, personali iniziative benefiche e il duro lavoro di alcune ONG tra cui terre des hommes, un ponte per, avsi, intersos, vento di terra, uisp, ai.Bi. Amici dei bambini, Kids for Paradise, Amal for education. Una nuova finestra di verità aperta su un mondo che i nostri media ci fanno ignorare. Prefazione di Gian Antonio stella. Introduzione di corradino mineo.
“Se le cose
si dovessero sistemare, torneremo in Siria anche subito. Quando la guerra sarà
finita, saremo i primi a ritornare a casa nostra perché ci manca il nostro
paese e perché qui stiamo vivendo veramente male”.
Ogni
capitolo del libro viene anticipato da una poesia di Nizar Qabbani, il poeta siriano
più famoso tra i poeti arabi nei tempi moderni, che attraverso i suoi versi,
urla il dolore della sua gente. Versi che vi emozioneranno e vi accompagneranno
lungo tutto il capitolo rappresentato da un disegno.
Laura è un
po’ come la nostra cara Oriana Fallaci, scomparsa prematuramente, ma con una piccola differenza: mette da parte la propria rabbia e il proprio rancore ( che
traspare solo sporadicamente), per dar spazio alle voci dei veri protagonisti :
i profughi siriani che oltre al danno, subiscono anche la “beffa” come si suol
dire, nell’essere beffeggiati, umiliati e maltrattati dal popolo che li
accoglie. L’emigrazione e il fenomeno dei profughi è un problema sociale e
mondiale che riguarda tutti, nessuno escluso, in quanto non ci sono né
vincitori e né vinti, ma solo vittime; vittime i profughi costretti ad
abbandonare la propria terra, vittima il popolo che accoglie in quanto deve
supplire ad una sovrabbondanza di abitanti che li porta ad assumere atteggiamenti sbagliati:
“Alcuni
maestri picchiano i bambini se non capiscono qualcosa…lo stesso termine siriano
viene utilizzato come un epiteto dispregiativo"
L'empatia ha abbandonato l'uomo? E noi cosa
possiamo fare di concreto? Laura risponde alle nostre domande e cerca di sensibilizzare
tutti noi a trovare delle soluzioni seppur a livello umano, ma la prima
risposta resta quella : L’istruzione... promuovere l’istruzione, perché solo
grazie ad essa si potrebbe migliore la situazione, così come disse Malala
Yousafzai, Premio Nobel per la pace nel suo intervento: "Un bambino, un insegnante, un
libro e una penna possono cambiare il mondo" .
Ciò che
colpisce il lettore che si accinge a leggere il libro di Laura Tangherlini, è
proprio la semplicità del linguaggio utilizzato, sobrio, misurato e moderato
nel raccontare le esigenze del popolo siriano nel limite del sufficiente, senza
strafare o esagerare, ma lasciando parlare le emozioni.
“ Non sono
parole, sono per l’ennesima volta macigni- e di nuovo mi sento una sciocca
fortunata giornalista che,pur con le migliori intenzioni e tutta me stessa,
prova solo a raccontare, senza aver vissuto in prima persona quello che
Mohammed e altri come lui hanno da raccontare”
…e io come
lettrice, sono ben lieta di leggere ciò che Mohammed racconta attraverso la tua
penna, cara Laura; senza di te la voce di Mohammed sarebbe solo un urlo
silenzioso.
Lettura consigliata a tutti, leggete ed aprite mente e cuore.
Troverete la recensione del libro precedente di Laura "Matrimonio siriano" al seguente link:
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