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giovedì 12 settembre 2019

Recensione libro: "Giada. Un amore colpevole" di Anna Chillon

Recensione libro 

Giada. Un amore colpevole di Anna Chillon
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Scheda tecnica

Titolo: Un amore colpevole
Autore: Anna Chillon
EditoreCreateSpace Independent Publishing Platform
Serie: #1 Trilogia Pietre Preziose
Pagine: 347
Genere: Romanzo rosa / erotico
Pubblicazione: 8 Giugno 2016
Formato: Kindle e copertina flessibile

Un amore colpevole - Giada (Trilogia Pietre Preziose Vol. 1) di [Chillon, Anna]
Il giorno del mio diciottesimo compleanno pensai che la vita stesse per sorridermi, lungi dall’immaginare cosa in realtà stesse per serbarmi. Qualcosa più grande di me mi avrebbe presto travolta, scossa alle fondamenta, gettando il mio corpo e il mio cuore in pasto a una persona con l’animo di un lupo selvatico. Per tutti sarebbe stato uno scandalo e una vergogna: nessuno avrebbe compreso, perché nessuno conosceva le molteplici verità che quel lupo era stato così bravo a celare. Forse un cuore, seppur logoro, l’aveva anche lui. E forse, se avessi lottato e ignorato le apparenze, prima o poi lo avrei scoperto.
Romanzo autoconclusivo.
Un amore colpevole è il primo romanzo della trilogia Pietre Preziose, scritto da Anna Chillon; il perché del nome della trilogia è subito chiarito dalle immagini copertina; ogni libro racconta la storia della protagonista che ha per nome una perla. In questo primo romanzo la protagonista è Giada, un ragazzina cresciuta con saldi valori così come da prassi delle convenzioni sociali e civili; ma ben presto la sua realtà svela il vero volto: cade la maschera dell’ipocrisia e il tutto si trasforma. Da una violenza sessuale subita dall’amico di papà di 43 anni, la vita di Giada cambia, in quanto scopre quell’area riservata sessuale dedita non ad un amore passionale, ma ad un “amore sbagliato” che trova il piacere in quelle fantasie erotiche del mondo BDSM in particolare sottomissione e bondage.  Un nuovo mondo che spaventa ma allo stesso tempo eccita e incuriosisce la piccola Giada che passa dalle fantasie adolescenziali ad un mondo in cui il dolore fa da padrone.
“Chi era quell’uomo che mi aveva gettata sul fondo, spingendo dentro la bestia? Che aveva baciato e venerato la mia pelle, rubato la mia spensieratezza? L’uomo che si era finto amico per imporsi amante…io non l’avevo mai conosciuto, mai come in quel momento, vedendolo nudo, spogliato dalla sua maschera”.
Maschera indossata dai vari personaggi della storia, segreti che riaffioriranno in modo violento e che culmineranno e daranno vita ai romanzi successivi della serie.
Iniziando la lettura, sembra di leggere un libro scontato, la classica storia di adolescenti che cercano di scoprire il sesso e pensano che la verginità sia solo un ostacolo alla crescita; ma pian piano, la storia delinea i suoi contorni e la presenza di quest’uomo, Vincent, il suo secondo papà, che ha accompagnato la sua vita e la sua crescita, dirige la storia su un nuovo versante. La storia è scritta bene e inserisce il lettore, in quel mondo discutibile, in cui (quasi per ironia), il dolore porta al piacere. Immagini forti, scabrose (considerato il divario di età tra i due protagonisti) che provocano delle reazioni di disgusto. L’autrice delinea i contorni dei personaggi in modo chiaro ed esplicito e descrive ( anche se non in maniera chiara) "la sindrome Di Stoccolma" in quanto Giada si innamora di Vincent ( il lupo affamato  di sesso) …
“Prendimi. Prendimi o perdimi, lupo”
 …dopo aver subito una violenza sessuale, seppur consapevole di essere stata privata della sua virtù in modo violento, non riesce a staccarsi da lui ed accetta tutto ciò che le viene fatto; subisce per provare piacere.
“Non voglio un bravo ragazzo e non voglio pensare al futuro. Voglio l’uomo che sei. Voglio te, qui e adesso”
Ovviamente il libro è consigliato ad un pubblico adulto, in quanto ci si addentra in un mondo in cui la perversione e la depravazione sono i padroni; mondo descritto con un linguaggio specifico. Non so in realtà quali sensazioni mi abbia lasciato addosso, sgomento o meraviglia? Non lo so; sicuramente l’autrice è riuscita a scuotere una parte di me sconosciuta e di questo ne debbo dare atto.




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