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giovedì 19 ottobre 2017

Recensione: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F.



2015                                                                                1981


Titolo: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
 
Autore: Christiane F.
 
Editore: Rizzoli
 
Pagine: 344
 
Pubblicazione: 1 Edizione  Gennaio 1981; Edizione ritrattata 9 Giugno  2015
 
 
 
                                                                  Gradimento
 
 
 
 



 
"Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino", ambientato nella Berlino degli anni 70 è la storia di "Christiane F.", la protagonista, che racconta la sua ascesa nel mondo della droga estrema.
Un racconto drammatico che tratta  argomenti quali prostituzione e manicomi ( poi chiusi, dopo il 1978, in seguito alla legge Basaglia), attraverso un'intervista con due giornalisti, Kai Hermann e Hors Rieck, che presero appuntamento con lei per completare una ricerca sulla situazione giovani ...

"Erano previsti due ore per il colloquio: diventarono due mesi. presto ci ritrovammo non più nel ruolo di investigatori, ma in quello di ascoltatori estremamente coinvolti".

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Christiane è una bambina che a sei anni, insieme alla sua famiglia, per ragioni economico/lavorative, da un paesino campagnolo di periferia della Germania si trasferisce nella città di Berlino. Christiane nota la differenza ; tutto era dissimile dal suo paesino felice, dove tutto era spazio per giocare, dove c'era il verde, dove i giochi più divertenti si facevano in gruppo, dove i bambini si rispettavano a vicenda, dove vi era un gran rispetto per gli adulti; nel quartiere di Gropiussadt, il quartiere di Berlino dove si erano trasferiti nulla di ciò c'era.

 "A Gropiussadt , quando ero per strada, all'inizio continuavo ad essere la stupida bambina campagnola. Non avevo gli stessi giocattoli che avevano gli altri, non ho mai avuto una pistola ad acqua. ero vestita in un altro modo, parlavo in un altro modo. e non conoscevo i giochi che facevano.. e non mi piacevano neanche. Al paese spesso andavamo nel bosco in bicicletta, fino ad un ruscello con il ponte. Lì costruivamo dighe e castelli nell'acqua. qualche volta, tutti insieme, qualche volta ognuno per conto proprio ..[ ...] da noi al paese non c'era il capo, ognuno poteva fare proposte sui giochi che si volevano fare".

 
A scuola Christiane riscontra la stessa situazione! Pensava di ritrovare un posto dove si potesse star tranquilli, senza essere presi in giro; pensava che  i maestri, persone adulte, potessero mantenere il controllo ... ed invece si ritrovò a scoprire che, anche a scuola, la situazione non era molto diversa dalla strada.
A completare il quadro di degrado e violenza c'è il padre di Christiane, " il disoccupato con la porche", come lei stessa lo etichetta, che usa la forza e la prepotenza per "mettere in riga" le situazioni.

 "Lui prendeva lo scopettone in cucina e me lo dava da matti ... tirò via dal vaso la canna di bambù che reggeva il ficus, quindi mi picchiò sul sedere finchè la pelle letteralmente non mi si staccò a pezzi"
Risultati immagini per immagini intervista film noi i ragazzi dello zoo di berlino

 
 
Così Christiane, giunta all'età di dieci anni, impara che per essere rispettati bisogna essere prepotente; impara come lei stessa afferma, ad esercitare il potere sugli altri.
 
La sua storia di droga inizia a dodici anni, con la conoscenza di Kessi, una ragazza con una situazione familiare disagiata nel circolo per giovani chiamato" l'House der Mitte" in cui , per essere accettata, Christiane entra nel "giogo" della droga leggera.
Finalmente Christiane , ha trovato un posto in cui sentirsi tranquilla, amata e accettata...o almeno pensa di esserlo...

 "La mia famiglia era il mio gruppo. Lì c'era qualcosa come amicizia, tenerezza ed in un certo senso anche amore".

 Nel 75 arriva, come una bomba, l'eroina; l'eroinomane guardava quelli come Christiane, che faceva uso di droghe leggere, come "bambocci".
Christiane da subito provò per queste persone una sorta di venerazione
 
"avevo un orrore tremendo dell'ero, quando si trattava dell'ero improvvisamente mi veniva in mente che avevo solo tredici anni; d'altra parte sentivo di nuovo ammirazione per i gruppi dove ci si bucava; per me questi gruppi erano gruppi che stavano più avanti; i bucomani, ci guardavano, noi fumati ed impasticcati, con un disprezzo indicibile"

 Così inizia di nuovo per Christiane il periodo in cui bisogna farsi accettare, bisogna integrarsi, cadendo così nel giro dell'estrema droga.

 
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In questo libro c'è un misto tra orrore, disperazione, voglia di cambiare le cose, debolezza, amore si ... ma solo per i propri bisogni!  In questo libro viene descritta l'assenza delle istituzioni nell'affrontare il problema, (all'epoca esploso improvvisamente),  nei confronti dei giovani !

 "Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" è il racconto, la voce, l'esperienza di Christiane che, riga dopo riga, sembra essere seduta di fronte a chi lo legge, sembra di avere la stessa Christiane a raccontare il tutto, esattamente come se fossimo noi i due giornalisti che, per desiderio della protagonista, hanno scritto questo libro.

Lascia un sapore amaro,  per la sua intensità e per le scene forti , spaventose!
Io consiglierei di farlo leggere a tutti gli adolescenti e alle famiglie "in carriera" che trascurano i loro figli .
 
 
                                          Buona lettura
 
 
RECENSIONE SCRITTA DA RACHELE STODUTO

 


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