Titolo: Che la festa cominci
Autore: Niccolò
Ammaniti
Data Pubblicazione: Ottobre 2010
Editore: Einaudi
Genere: Narrativa Contemporanea Collana: Numeri Primi
Pagine: 328
Voto : 3.5 ( da 1 a 5)
Roma “Caput mundi”, la città dei grandi registi, dei
grandi parchi e monumenti, la città della moda, la città più visitata al mondo
dai turisti, nasconde nelle proprie “viscere” esseri superbi, violenti,
assetati di sangue e vendetta, pronti al grande botto e alla grande festa, che
la trasformerà nella città governata da Satana e dal male. Ma riuscirà il Male a vincere il Bene?
Sembra una giornata come tante, la confusione cittadina
rappresenta la routine per tutta la città di Roma e per chi ci abita; ma in
realtà, sta per succedere qualcosa di anomalo.
Un gruppo di ragazzi dialogano
in un ristorante: Saverio Moneta, detto Mantos, Edoardo, detto Zombie, Silvia e
Murder. Sembrano ragazzi come tanti, ragazzi che hanno un lavoro, una moglie,
dei figli e delle attività proprie.
Ma nel loro cuore alita il male di Satana
formando Le Belve di Abbaton, in contrasto con l’altra setta I figli
dell’Apocalisse. Stanno organizzando un duro colpo per la città: vogliono
uccidere Larita, cantante ed ex satanista.
"Io sono il più grande scrittore esistente sulla terra,
eppure capita anche a me di arrivare in ritardo, perché, nonostante tutto, sono
una persona normale".
Ma il piano non va a buon fine ( fortunatamente), perché
nessuno sa che nei sotterranei di Villa Ada vivono da circa
cinquant’anni, gli uomini talpa, fuggiti dal regime comunista e nascosti nelle
gallerie. La loro oscura presenza,rivelatasi improvvisamente, manda a monte il tragico piano e salva la
vita a Larita.
Che la festa cominci è un romanzo di narrativa
contemporanea, formato da tre parti per rendere più chiara la storia al
lettore, che è secondo il mio parere, un po’ complessa e prolissa:
nella prima
parte, detta La genesi, Niccolò Ammaniti racconta la doppia vita dei
personaggi. Uomini che per la società sono degli esseri deboli sottomessi alla
famiglia, e nascondono nel migliore dei modi quel male che attanaglia la loro
anima. Male che esplode nei sacrifici e nelle messe nere mentre inneggiano a
Satana. Sono anime depresse che non riescono ad affrontare la società e
comprimono i propri bisogni nella malvagità e nel male;
la seconda parte, detta La festa, è la parte più bella ( forse l'unica) del
libro a mio parere, in quanto è la guida turistica alla bellezza di Roma e di
Villa Ada. L’unica parte in cui il linguaggio utilizzato è pulito e
professionale;
nella terza parte, detta Katakumba, Ammaniti racconta il
mistero e l’esistenza degli uomini talpa, che vivono e si sono riprodotti
nell’ombra e nell’oscurità delle catacombe costruite sotto Villa Ada, a quel
tempo utilizzate dai cristiani per pregare.
Ho fatto molta fatica a terminare la lettura del romanzo "Che la festa
cominci", una lettura pesante a causa del linguaggio utilizzato, a mio parere scurrile, cafone e intrinseco
di parolacce e bestemmie. Un libro che racconta la continua lotta dell’umanità,
tra il Bene e il Male ma in modo eccessivo e superbo.
Ho letto vari libri di Ammaniti, e mi hanno anche tanto emozionato.
Le mie aspettative quindi erano alte quanto la delusione provata nel leggere il romanzo. È un libro diseducativo, sotto tutti i punti di
vista, sia per il linguaggio scurrile utilizzato sia per il tema trattato.
Mentre leggevo, pagina dopo pagina, la mia domanda era
sempre la stessa: Se vero, che la lettura deve insegnare qualcosa , cosa mai può insegnare a un ragazzo la lettura di questo
libro?
Sicuramente non a lottare per il bene e sconfiggere il male;
sicuramente non a utilizzare un linguaggio consono; sicuramente non a
rispettare le donne come esseri umani.
Sconsiglio la lettura di questo libro a
tutta la gioventù, in quanto, vivendo in un periodo storico difficile, ha tanto
bisogno di guide esemplari per “guarire” il mondo in cui la loro vita si
affaccia.
Buona lettura e ricordatevi sempre che la lettura è una grande avventura!!!
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