SCHEDA TECNICA
Titolo: Sere d'Autunno a Firenze
Autore: Maria Capasso
Casa Editrice: Un cuore per capello
Genere: Commedia Romantica
Pubblicazione: 20 Novembre 2017
Formato: Kindle
Come regalo di compleanno, Luigi regala a Sveva due
giorni a Firenze. Sono innamorati, l'unico problema è la distanza: Luigi lavora
per l'esercito. Il loro amore è così forte da superare tutto e progettare una
vita insieme. In quei giorni a Firenze, baciati dall’autunno, Sveva compra una
borsa in un negozio di oggetti usati: al suo interno sono nascoste delle lettere
che risalgono alla seconda guerra mondiale. Dalle parole si capisce che si
tratta di un amore mancato e minacciato dalle leggi razziali, e lettera dopo
lettera i due ragazzi ripercorrono un’epoca dove i sentimenti non erano facili
da vivere alla luce del sole.
Mi chiamo Maria, sono nata a Napoli, e vivo in
provincia. Classe 1992.
Fin da piccola ho coltivato la passione per la
lettura. Tutto ebbe inizio a nove anni con La fabbrica di cioccolato. Un buon
inizio, no? Crescendo ho coltivato passioni come la scrittura e approfondimenti
su diverse tipologie di letteratura e biografie sui miei scrittori preferiti.
Leggere e scrivere per me è necessario come la colazione al mattino:
indispensabile! Nutro una forte passione per il cinema e la musica (soprattutto
per le colonne sonore). Ho frequentato l’Istituto di Scienze Umane, ma da
sempre ho cercato un distacco dalla realtà.
[...] Raggiunsero Luigi che le aspettava al binario dove sarebbe arrivato il loro treno. Sveva lo riabbracciò dopo mesi che non si vedevano perché era andato in missione. Le venne da piangere e ingoiò le lacrime di gioia che erano salate, ma anche dolci e buone. Dopo i saluti e le battute di Claudia sul pianto della sua amica e sul freddo pungente, il treno partì e Sveva sorrise in risposta a quell’amica così vera e autentica che sembrava quasi un miraggio. Appoggiò la testa sulla spalla di Luigi e lui le accarezzò la mano sempre fredda.
«Mi sei mancata così tanto che non avevo pace.»
«Anche tu. È insopportabile la tua distanza.»
«A volte penso che potresti vivere una storia diversa, senza problemi. Uscire la sera, all’improvviso, senza programmare nulla e senza mesi di neve sul cuore. Penso alle cose più brutte quando sono lì, in mezzo a tutto quel casino, a quello schifo di guerra, e mi sento anche in colpa per i miei uomini. Penso a tante cose brutte. Penso a te che improvvisamente ti stanchi di noi. E mi fa male dentro. Soprattutto quando litighiamo al telefono per futilità, ho paura che tutto finisca. Poi ti vedo però e ogni dubbio si dissolve…» La strinse forte e la baciò. Lei accolse quel bacio come se fosse l’ultimo della sua vita. Non chiudeva mai gli occhi, perché non voleva perdersi neppure un attimo il suo bellissimo volto, con due occhi nero carbone, le labbra piene e i capelli folti e scuri. Le dite danzavano senza sosta. Sveva sarebbe restata accanto a lui solo per guardarlo, per annegare in quegli occhi liquidi ed eliminare tutta la distanza e la stanchezza che le si leggeva in volto. Ma più di qualunque cosa le si leggeva la mancanza. Le mancava Luigi, le mancava tremendamente come il sole mancava nei giorni d’inverno quando non cessava di piovere. Le mancava come solo ciò che caro e lontano poteva mancare. E lui era lontano… Voleva che non partisse per quelle missioni. Ogni volta che doveva andare, era dura per entrambi.
Grazie mille
RispondiEliminaGrazie mille :)
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