Recensione libro Dietro la maschera - seconda edizione di
Scheda tecnica
Titolo: Dietro la maschera
Autore: Claudia Torresan
Genere: Thriller psicologico
Formato: Ebook
Le figure dei supereroi, in genere associate a paladini della giustizia, si trasformano improvvisamente in personaggi lugubri, che seminano terrore. I bei monti del Trentino vengono improvvisamente macchiati di sangue da colui che viene definito ‘killer dei supereroi’, un assassino che lascia sul volto di ogni sua vittima la maschera di un supereroe.
Cosa spinge questo impostore a compiere tale sterminio?
Sarà l’ispettore Claudio Venturi a cercare di svelare l’arcano e di salvare i suoi concittadini da questa orrenda tragedia, in cui la maschera lasciata da questo scellerato diventa la firma del seriale.
“Temo che la nostra tranquilla
serata sia finita qui”
Aveva
proprio ragione l’ispettore Claudio Venturi quando, sul finire della primavera,
cominciarono una serie di orribili omicidi che avrebbero segnato i mesi futuri. Un folle
assassino, tessendo la sua rete scellerata, avrebbe ucciso una lunga serie
persone, lasciando, sul volto di ciascuna di esse, la maschera di un super
eroe.
“Anche adesso il rituale non aveva
subito modifiche. Sempre lo stesso copione.”
Via via che
i morti aumentavano, le forze della squadra di polizia impiegata nella ricerca,
diminuivano... Gli errori
si accumulavano lasciando la possibilità alle indagini, di imboccare più
facilmente strade sbagliate, lasciando finanche, all’ispettore capo Venturi, la
sensazione di essere “una lampadina spenta”. La realtà,
però, va letta dalla giusta prospettiva, ponendosi le domande opportune.. É
questo che si dice Venturi per scrollarsi di dosso il senso di abbattimento e
per rimettere in marcia la macchina dell’inchiesta quando sembra che tutto sia
ad un punto morto. Sarà
sufficiente?
“Dietro la
maschera” di Claudia Torresan è il primo thriller che riprendo in mano dopo una
serie di libri di altro genere che ho letto negli ultimi tempi. Un
genere che amo moltissimo. I personaggi
coinvolti nella “caccia” non sono “descritti” dall’autrice se non per qualche
dettaglio minimo riservato a pochissimi di loro. Questa particolare scelta, se
da un lato mi è parsa quasi una mancanza, più mi inoltravo nella lettura, più
mi dava la possibilità di far vestire a ciascuno di loro, i panni che
sceglievo. La maschera che, per me, meglio si attagliava ai loro volti. Mi sono
convinta, in tal modo, che sia stata una opzione vagliata con cura, una facoltà
riservata ai lettori in modo da realizzare una sorta di contraltare all’azione
malevola del killer in azione.
“La verità era che, da un certo momento
in poi, senza rendersene conto, aveva smesso di porsi domande e quindi di
cercare accuratamente le risposte. Perché proprio quegli uomini? Perché
non altri? Perché il killer aveva deciso di uccidere proprio loro? Quando li
aveva conosciuti e dove? Perché ucciderli usando certi sistemi tanto ricercati?
Bastava un colpo di pistola per uccidere qualcuno. Ma lui ogni volta usava
metodi particolari. E il significato di quelle maschere? Voleva davvero solo
usare un modo originale per lasciare la sua firma? Perché i supereroi e non i
vari puffi o i robot dei cartoni animati? E se avessero un significato questi
eroi sul volto delle vittime? E da dove nasceva questo desiderio di togliere la
vita a tante persone? Quale emozione forte lo aveva spinto a tali gesti?
Sembrava davvero stesse portando a termine una vendetta personale. E allora si
sarebbe dovuto scoprire a chi tutti questi uomini avevano recato tanto dolore
da far ricercare una vendetta così estrema e radicale. Tante, tantissime, troppe domande”
La linea
narrativa adottata dall’autrice non si è focalizzata esclusivamente sulla
soluzione dei crimini ma ha scelto di porre l’accento anche e soprattutto sulle
motivazioni che hanno condotto il seriale a commettere le sue nefandezze. Quali
sentimenti possono albergare in animi così corrotti, quale senso distorto della
giustizia, può armare la mano degli uomini. Così come il perfezionismo morale
può condurre ad addomesticare una vita intera alla ricerca di un obiettivo a
volte confuso e deformato. I sentimenti
che funzionano anche come spinta positiva quando, in preda alla rabbia, il
nostro Valenti si è risvegliato dal torpore dell’abbattimento, dalla paura di
non riuscire a farcela. Una rabbia intesa quale forza propulsiva. La lettura è
resa scorrevole da un linguaggio giovane e senza fronzoli. La suspanse e la tensione narrativa
risultano un po’ frenate dai dialoghi a volte eccessivamente lunghi, ricchi di
dettagli, quasi che l’autrice strizzi l’occhio a qualche sceneggiatore. Un thriller da leggere senza molte
aspettative. 3 stelle
Recensione di Diana
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