“Fulgore della notte”: il romanzo d’esordio di Omar Viel in libreria dal 30 settembre per Adiaphora Edizioni
Titolo:Fulgore della notte
Autore:Omar Viel
Casa Editrice: Adiaphora Edizioni
Uscita:30/09/2019
Genere: Romanzo
Pagine: 212
Euro 16,00
“Fulgore della notte”: il romanzo d’esordio di Omar Viel in libreria dal 30 settembre
per Adiaphora Edizioni
«Un libro di magia, e la magia è la scrittura avvolgente. Se entri, preparati a fare i conti con il mistero e la prepotenza dei miracoli. Se hai anche la fortuna di uscirne,
torni a casa con un sorriso.»
Gian Luca Favetto
Gian Luca Favetto
Sullo sfondo di un’incantevole Bristol e dell’insaziabile Londra, Viel – finalista del Premio Italo Calvino nel 1992 e autore di racconti apparsi su “Nazione Indiana”, “Nuova Prosa” e nell’antologia Venise, collection Bouquins, pubblicata dall’editore francese Robert Laffont – narra con la sua prosa visionaria il viaggio surreale e magnifico della famiglia Wilson, tra i versi immortali di Blake, Keats e Shelley. Un viaggio fatto di incontri bizzarri con personaggi eterei, in equilibrio tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile, tra l’universo tangibile e quello dell’immaginazione.
Il professor Gordon Wilson non si sarebbe dovuto trovare in quella strana casa. Inebriato dal fascino di una ragazza sconosciuta, così simile a sua moglie Una, provoca inavvertitamente un incendio; dalle fiamme, scivola nella realtà la sinuosa figura di una tigre. Gordon, spaventato, fugge, lasciando la propria famiglia disorientata.
Sarà Liz, una delle figlie, a recarsi a Londra alla ricerca del padre: un vero e proprio passaggio di testimone tra il professore e la giovane musicista, che incontrerà sul suo percorso antichi prodigi che la condurranno a svelare i misteri degli Wilson. Nella simbologia della specularità, passato e presente si intrecciano dove nulla è certo e tutto è possibile: “Fulgore della notte” è un cammino esistenziale, fisico, letterario, con incursioni nel poetico. Un romanzo composito nel quale si innesta un generoso tributo al Romanticismo inglese, che invita a lasciar andare gli ormeggi della ragione per abbandonarsi al dominio del possibile.
Si aggirò per il quartiere aspettando la notte. Al- lora ritrovò la casa raccolta nella vegetazione, i guasti del tempo addolciti dalle ombre. Percorse il sentiero e raggiunse l’ingresso senza l’intenzione di annunciarsi, come i ladri o i conquistatori o, con più diritto degli altri, gli esploratori. Un vaso vuoto, una piastrella rot- ta, fioriture, segni di decomposizione esposti alle luci della strada eppure già parte della vegetazione, dunque invulnerabili, invisibili. Si lasciò alle spalle arbusti, rovi e quel che restava di un roseto, e raggiunse il retro della casa rapido come un soffio di vento. Sotto una finestra illuminata grosse radici disegnavano tendini e vene su un fazzoletto d’erba. Gordon appoggiò la fronte contro il vetro, ormai del tutto certo della propria invisibilità.
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