Titolo
libro: Una donna può tutto
Autore del
libro:Ritanna Armeni
Genere: Romanzi e saggi storici
Categoria: Narrativa Italiana
Casa editrice: Ponte alle Grazie
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 230,
Trama
Le
chiamavano Streghe della notte. Nel 1941, un gruppo di ragazze sovietiche
riesce a conquistare un ruolo di primo piano nella battaglia contro il Terzo
Reich. Rifiutando ogni presenza maschile, su fragili ma agili biplani,
mostrano l’audacia, il coraggio di una guerra che può avere anche il volto
delle donne. La loro battaglia comincia ben prima di alzarsi in volo e continua
dopo la vittoria. Prende avvio nei corridoi del Cremlino, prosegue nei duri
mesi di addestramento, esplode nei cieli del Caucaso, si conclude con
l’ostinata riproposizione di una memoria che la Storia al maschile vorrebbe
cancellare. Il loro vero obiettivo è l’emancipazione, la parità a tutti i costi
con gli uomini. Il loro nemico, prima ancora dei tedeschi, il pregiudizio, la
diffidenza dei loro compagni, l’oblio in cui vorrebbero confinarle. Contro
questo oblio scrive Ritanna Armeni, che sfida tutti i «net» della nomenclatura
fino a trovare l’ultima strega ancora in vita e ricostruisce insieme a lei la
loro incredibile storia. È Irina Rakobolskaja, 96 anni, la vice comandante del
588° reggimento, a raccontarci il discorso, ardito e folle, con cui l’eroina
nazionale Marina Raskova convince Stalin in persona a costituire i reggimenti
di sole aviatrici. È lei a descriverci il freddo e la paura, il coraggio e
perfino l’amore dietro i 23.000 voli e le 1100 notti di combattimento. E a
narrare la guerra come solo una donna potrebbe fare: «Ci sono i sentimenti, la
sofferenza e il lutto, ma c’è anche la patria, il socialismo, la disciplina e la
vittoria. C’è il patriottismo ma anche l’ironia; la rabbia insieme alla
saggezza. C’è l’amicizia. E c’è – fortissima – la spinta alla conquista della
parità con l’uomo, desiderata talmente tanto – e questa non è retorica – da
scegliere di morire pur di ottenerla».
Valutazione
Quello che mi ha colpito particolarmente in questo libro - a
cui assegno 5 stelle per il contenuto e altre 5 stelle per come è raccontato
- è la ricchezza di spunti che stimolano
riflessioni su un’infinità di argomenti. Sentimenti, motivazioni, princìpi, sollecitazioni…
sembra un saggio di antropologia.
Si parte naturalmente dal profondo desiderio di
emancipazione della donna in un periodo in cui, nella Unione Sovietica
staliniana, pur riconosciuta la parità tra uomo e donna, nella pratica ancora
si sente la predominanza maschile e la donna riveste un ruolo marginale.
Protagoniste sono giovani donne che si rendono conto che la
loro emancipazione si realizza con la partecipazione alla guerra, la guerra
combattuta non quella di supporto, la guerra in difesa della Patria contro
l’invasore del Terzo Reich e sono disposte a superare anche umiliazioni e la
diffidenza dei colleghi maschi che non credono assolutamente nelle loro
capacità operative.
Il loro punto di riferimento, Marina Raskova – sarà la loro
comandante - eroina nazionale e pilota d’aviazione le chiama alla radio:
“Donne sovietiche, voi
che a centinaia e a migliaia guidate autocarri e trattori e pilotate aerei, voi
che siete pronte in ogni istante a sedervi in una macchina di combattimento e
lanciarvi nella battaglia… Care sorelle, è arrivata l’ora di una dura
ricompensa: entrare nei ranghi di guerrieri per la libertà”
Marina era riuscita a convincere persino Iosif Stalin ad
arruolare le donne nei ranghi dell’aviazione militare contro il nemico, ormai
alle porte del Cremlino e, per evitare problemi di convivenza con i colleghi
maschi, di costituire reparti di sole donne con piloti, navigatrici,
meccaniche, artigliere … “Ženščina možet vsë!”, una donna può tutto!
“Le
ragazze ce la fanno. L’8 febbraio 1942 si costituisce ufficialmente il
reggimento 588 per il bombardamento notturno. Duecento donne voleranno la
notte, tutte le notti, sui Polikarpov, bombardando le linee tedesche. Sono
pilote, navigatrici e, con loro, ci sono a terra armiere e meccaniche. Sono
solo donne, nessun uomo combatterà al loro fianco, a nessun uomo chiederanno
aiuto. E’ questo il loro patto, la tacita promessa che si fanno.”
Stimoli e motivazioni così travolgenti scrivono la storia
delle Streghe della notte, che inizia con i buoni propositi, l’addestramento,
la goliardia, ma prosegue con la storia di ogni guerra, con gli stenti, i
sacrifici, la morte.
Molte di loro non ce l’hanno fatta a rientrare ma migliaia
sono state le incursioni notturne con i piccoli Polikarpov, che, notte dopo
notte, come delle zanzare infuriate, quasi invisibili, hanno costretto i
tedeschi a dure perdite e ad arretrare fino a riportarli nelle loro terre e
sono entrate, con i loro aerei a Berlino.
Questa storia, riportata alla memoria dalla caparbietà di Ritanna
Armeni, è raccontata dall’ultima “Strega della notte”, Irina Rakobolskaja, 96 anni, che ha fatto appena in tempo a lasciare
questi vividi ricordi nel registratore di Ritanna prima di raggiungere le sue
compagne del Reggimento 588 in Cielo.
Il racconto è lucido e ricco di particolari, la
ricostruzione dell’Autrice, aiutata dall’amica Eleonora, minuziosa e puntuale. E’ un racconto dolce che
parla di persone nei momenti tragici. Ma non emerge la tragicità di quei
momenti, piuttosto emergono i sentimenti più nobili di quelle persone, le “Nachthexen”,
le Streghe o forse le “Maghe della notte”. E’ una storia di guerra ma è una
battaglia che si può combattere in pace, è una storia dell’URSS ma che può
essere successa dovunque … è una storia di donne che colpisce anche gli uomini.
Valter
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