SCHEDA TECNICA
TITOLO:
Lettera a una ragazza in Turchia;
AUTORE:
Antonia Arslan;
PUBBLICAZIONE: Ottobre 2016;
PAGINE: 143;
CASA
EDITRICE: Rizzoli
FORMATO: Kindle, cartaceo
VALUTAZIONE
“Mia ragazza di
Turchia, tu ci sei nata e ci stai adesso in quel magnifico Paese dove i miei
antenati per millenni hanno vissuto, combattuto, da dove noi siamo stati
cacciati per sempre.”
Sono queste le
parole con cui l’autrice intende dare un senso a questo libro. Antonia Arslan è
insegnante all’università di Padova, ma nonostante abiti in Italia, le sue radice
sono armene. La sua famiglia come si scoprirà leggendo il libro ha origini da
quella terra che oggigiorno chiamiamo Turchia, ma che tanti anni fa
era abitato da un popolo, il popolo armeno massacrato in seguito per vari
motivi dal popolo turco.
L’autrice decide di raccontarci il passato del suo popolo e
della sua famiglia a lei molto caro, con tre storie vere del passato. Tre
storie di tre donne armene che per un motivo o l’altro hanno lasciato un segno
con il loro coraggio e le decisioni prese in momenti difficili della loro vita.
La prima storia
parla di Hannah, una donna di origine armene, divenuta imprenditrice di
successo negli Stati Uniti e per nulla determinata ad abbattersi alle varie
difficoltà che la vita le metterà davanti.
La seconda storia, è quella di Iskuhi dalle gote di pesca,
nonché la misteriosa bisnonna dell’autrice che finché la vita glielo permetterà
lotterà per donare istruzione e futuro ai giovani ragazzi e ragazze del popolo
armeno.
Infine, la storia della bella Noemi che vestiva alla francese
e sparita tra le acque del mare di Trebisonda.
Tutte e tre le
storie hanno avuto per me un gran significato, anche perché tramite le parole
scelte dall’autrice sono venuta a scoprire una realtà che fino ad adesso per me
era sconosciuta: la persecuzione degli Armeni… ennesimo popolo distrutto e
schiacciato da uno più forte al nome del benessere e del progresso.
“Ma non ci sono né
porte né tesori nascosti nelle terre orientali: non c’è più niente. Quello che
tu puoi vedere con i tuoi occhi innocenti quando vai laggiù, bambina mia, è un
Paese vuoto, dove sta da cent’anni una gente recente che ha sostituito gli
antichi abitanti, e non vuole saperne nulla di quel passato, né di quei
sofferenti fantasmi.” (parole dell’autrice)
Per ognuna
delle tre storie ho deciso di riportare qui la frase che più mi ha colpito,
invece di raccontare cosa succede in ogni singolo racconto. Essendo un libro
breve, ma molto significativo, ho preferito questa soluzione.
“È lì la bambina
affamata che è in lei si innamora di un cappellino, che diventa per lei “Il
Cappello”, e rappresenta, più che la realizzazione di un sogno, la felicità di
poterselo comprare…”
“Non amarmi, uomo
armeno
Non far l’amore con,
ragazzo.
Il tuo splendore è
svanito, tu sei un codardo,
perché non hai la forza
di proteggermi,
perché non hai il
coraggio per salvarmi
dal male. Tu non hai
più onore.
Ah, mia sventura.
Il tocco maligno del
Turco-Cane,
La brama del
Turco-Volpe, corrotto dal desiderio.”
Sul
consigliarvi questa lettura penso non ci sia più nulla da aggiungere. Lo stile
dell’autrice è molto significativo, poetico e di grande interesse. Insomma
prendetevi una giornata e leggetelo. Non ve ne pentirete!
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