Roberto Riccardi
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Anno edizione: 2017
Pagine: 328
TRAMA
Un noir
drammatico sullo sfondo degli Anni di Piombo e un protagonista difficile da
dimenticare: un autentico eroe riluttante.
«Una cosa che Leone amava del proprio lavoro era la possibilità di limitare le conversazioni all'essenziale. Berardi non si era neppure sognato di chiedergli la meta, l'avrebbe saputa al momento opportuno. Avevano una pista, il resto era contorno»
Roma, 1974. I terroristi delle Sap hanno rapito il professor Marcelli, astro nascente della politica nazionale. Le indagini che il colonnello dell'Arma Leone Ascoli avvia insieme al giudice Tramontano si presentano subito complesse. L'unico appiglio è la presenza di una testimone. Come se non bastasse, alla porta dell'ufficiale bussa «Bepi», un ex partigiano che gli ha salvato la vita ad Auschwitz: l'uomo gli comunica che l'aguzzino del campo si trova in città sotto falso nome e gli chiede di consegnarglielo. Il problema è che l'ex SS è diventato un agente doppio, in bilico fra le due anime di una Germania divisa dalla conferenza di Yalta. Intanto le Sap lanciano un ultimatum: o lo Stato libera il loro capo, o Marcelli verrà giustiziato. Per Ascoli sono ore drammatiche. Nella sua mente passato e presente si rincorrono, e sono molte le cose con cui si trova a fare i conti: prima fra tutte la sua coscienza.
«Leone divaricò le gambe sino ad allineare i piedi
alla larghezza delle spalle, poi si inarcò leggermente per fissare il
baricentro nell'ombelico, la posizione piú comoda. Mosse in cerchio la testa
per rilassare i muscoli del collo, aprí e chiuse le mani a turno. Non erano
sudate e quello contava, al momento opportuno non lo avrebbero tradito. Solo
allora guardò davanti a sé. A venti metri c'era la sagoma, la parte superiore
del corpo di un uomo. La osservò con piú attenzione. Le opzioni erano due: la
testa o lo spazio fra il petto e lo stomaco, chiamato «bersaglio grosso». A una
certa distanza è la scelta migliore, è piú facile colpirlo, ma presenta profili
di rischio. Se l'avversario indossa un giubbetto antiproiettile la fine è già
scritta, sarà lui a beccarti prima che tu possa mirare di nuovo».
VALUTAZIONE
“La Notte della Rabbia” di Roberto
Riccardi riporta - chi
li ha vissuti - agli anni ’70. Chi non li ha vissuti, proprio come l’Autore, che ha vissuto
quel periodo da bambino, ne ha sentito parlare come gli “Anni di Piombo“.
E’ il periodo della storia d’Italia in cui è molto verosimile ciò che è narrato
in questo romanzo, frutto sì della fantasia del Riccardi, ma talmente vicino
alla realtà, che sembra una storia vera. Raccontata con naturalezza, con
protagonisti ben inseriti nella vicenda e nel momento storico di cui si parla.
Siamo nel 1974, a Roma, quando un gruppo eversivo armato delle SAP (Squadre
d’Azione Proletaria), effettua un attacco ai danni del Professore Claudio Marcelli, consulente del
Ministero dell’Interno, con lo scopo di rapirlo. Durante lo scontro a fuoco un
giovane carabiniere della sua scorta, rimane ucciso.
Il colonnello Leone Ascoli, comandante del Nucleo Antieversione dei
Carabinieri è incaricato delle indagini. Accanto al giudice Tramontano, dovrà
individuare e scovare i terroristi e liberare l’ostaggio. Come da copione
(della realtà) scopriranno oscure manovre in cui sono coinvolti personaggi
politici e militari in un intrigo di
carattere internazionale.
Molti ingredienti nella storia ben raccontata che si legge con vero piacere,
il contatto con la spia tedesca ex aguzzino di Auschwitz che riapre il tremendo
ricordo della prigionia; sentimenti umani, amicizie, perdono, giustizia.
Aspetti,
la prego. Lei ha un padre. Vorrei dire alla mia famiglia che sto bene.
Stabilite voi come procedere, ci sarà pure un sistema che non comprometta la
vostra sicurezza
Non
posso prendere io questa decisione
C’è proprio tutto in questo noir e
Roberto Riccardi ce lo racconta con grazia e con acuta capacità.
Il libro è finalista del “Premio Tettuccio 2018”
Valter
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