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venerdì 9 giugno 2017

Mille splendidi soli - Recensione

Titolo: Mille splendidi soli
Autore: Khaled Hosseini
Editore: Piemme
Pagine: 408
Categoria: Narrativa contemporanea
Uscita: 2007
Prezzo: € 6,99 Kindle
             € 10,12 Copertina flessibile


Bellezza: 5/5







Sinossi: A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua kolba di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l’arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa di Herat, dove il padre non la porterà mai perché lei è una harami, una bastarda, e sarebbe un’umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L’unica cosa che deve imparare è la sopportazione.
Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell’aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashto e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra.
Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall’intreccio di due destini, una storia indimenticabile che ripercorre la Storia di un paese in cerca di pace, dove l’amicizia e l’amore sembrano ancora l’unica salvezza.





Recensione non recensione
Questa per me non è una comune recensione in quanto ho letto questo libro sei anni fa per obbligo scolastico e ritenevo che si distaccasse molto dal mio genere, ma devo dire di esserne stata particolarmente stupita, tanto da ritenerlo ad oggi uno dei miei libri preferiti.
Hosseini è maestro di tecnica narrativa: descrive con minuziosa attenzione ogni singolo aspetto della figura femminile in Afghanistan, figura che si incarna in due volti apparentemente diversi, lontani ma alla fine così simili.
Quando ho iniziato a leggere questo libro, avendo già letto la conclusione (voi non fatelo mai), credevo che sarebbe stato il personaggio di Laila a colpirmi maggiormente, ma Mariam è stata una rivelazione e/o una rivoluzione.
La si incontra ad inizio del libro che ha appena quindi anni e si comprende subito che ha l'animo di una sognatrice, vuole essere qualcosa di diverso reietto, ma tutto ciò che si sente e che continuerà a sentirsi è niente... proprio come le dice la madre in punto di morte.
Ma qual'è il mio posto? Che cosa devo fare adesso?
Non hai altri che me al mondo, Mariam, e quando io non ci sarò più, tu non avrai più niente.
Non avrai più niente. Tu non sei niente.

Così dall'incontro con suo padre al matrimonio combinato con Rashid il passo è breve, così come lo è il passo tra la speranza di creare una complicità al masticare sassi. Lei si piega per compiacere il marito, si piega alle convenzioni, ma resta solo una preparatrice di cibo pessimo, pessimo come la sua capacità di diventare madre. E a Mariam resta solo la sopportazione.
"A ricordo di come soffrono le donne come noi" aveva detto. 
"Di come sopportiamo in silenzio tutto ciò che ci cade addosso."

Intanto la guerra implode così come la vita delle due protagoniste.

Laila è la Ragazza Rivoluzionaria, nata in una famiglia unita e idealista, una pari con una cultura. La perdita dei fratelli che lei non riesce a sentire come tali, la madre che vive solo per il sogno dei suoi figli di vedere i russi andare via, la fine della jihad che segnò l'inizio della pioggia dei razzi su Kabul da parte dei mujahidin, così come la morte di un'amica e l'abbandono dell'Afghanistan da parte di Tariq, un fratello con cui ha un'amicizia che profuma d'amore.
...lui l'abbandonava, Tariq, che era un'estensione del suo stesso corpo,
la cui ombra si materializzava accanto a lei in ogni singolo ricordo.
Come poteva lasciarla?

E poi gli scatoloni, lasciare Kabul con la sua famiglia, ma alla fine solo un sibilo che segna l'inizio di una guerra a porte chiuse.
Poi un profondo silenzio.
Un profondo silenzio cala su tutto.

Così Rashid mette in atto il suo piano per la famiglia ideale, un piano che porterà inizialmente Mariam a l'astio per Laila, sentimento che poi diventa comprensione ed infine unità, perchè solo diventando sorelle riescono ad affrontare il pericolo che le circonda, a non piegarsi e a cercare la libertà.
Fanno vivere al lettore le loro vite sena diritti, piene di violenze e privazioni, ma ricche di speranza, speranza che nasce da un incontro ritenuto impossibile.
Una Kabul esplosiva fa da sfondo al coraggio di queste due: il coraggio di Mariam di non essere più passiva, di essere quel qualcuno che è artefice del proprio destino ed il coraggio di Laila, quello di andare avanti senza guardarsi in dietro senza avere più paura.
E ci sono questi due uomini agli antipodi: Rashid è pura violenza, freddezza, cattiveria e Tariq, invece è la forza di superare i limiti, la pazienza della perseveranza e l'amore.
Quattro personaggi che se pur su binari differenti alla fine si scontrano, su un campo di battaglia già disseminato di mine.
Il risultato è semplice: un passato affrontato per far sorgere un nuovo inizio, una rivoluzione per una Kabul risorta che non dimentica il passato, così come Laila che non può dimenticare la guerra che ha caratterizzato la sua vita, ma si assicura di portare il sole nella vita degli orfani.

Mille splendidi soli è la bellezza delle difficoltà, la luce della speranza, è reale, crudo ed intenso, scritto non per far immedesimare il lettore ma per renderlo osservatore presente e coscienzioso di una realtà non così lontana e da cambiare. Hosseini, con la sua scrittura attenta e ricercata, vuole insegnare ad affrontare la realtà con le sue avversità.
Che mille splendidi soli illuminino il nostro destino, affinché possiamo trovare il coraggio di vivere.

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