Segnalazione libro
Per tutti gli amanti della narrativa storica e per chi abbia voglia di leggere un libro di narrativa, oggi il blog vi consiglia "16 ottobre 1943", primo volume auto conclusivo della Damned Soldiers Series scritto da JD Hurt. Ma andiamo nel dettaglio.
Scheda tecnica
Titolo: 16 ottobre 1943. Damned Soldiers Series.
Editore: self published
Pagine: 576
Costo e-book: 0,99 centesimi
Costo cartaceo: 12,35 euro

La mia vita comincia nel 1924 fra i
boschi della Baviera, viene spezzata sei anni dopo nello stesso luogo per poi
frammentarsi ancora in Italia il sedici ottobre del 1943 al ghetto ebraico di
Roma. Vorrei scordare questa data, ma non posso. E’ il giorno in cui la guerra
del mondo è divenuta aspra battaglia nel mio corpo. E’ il giorno in cui il
sangue di un’ebrea ha colmato di veleno le vene di un nazista.
Io sono quel nazista. Christian
Shlesinger. E lei è il veleno. Dalia Algranati.

POV di Dalia
Freddo.
E’ quello che sento.
Paura.
E’ ciò che mi piega.
Pietà.
E’ il sentimento che dovrei
implorare.
Il diavolo.
Ho di fronte a me il diavolo.
I suoi artigli fra i capelli.
Gli occhi punte di ghiaccio che
frugano corpo e anima.
I lombi ferri roventi a pronti a
scavare il mio grembo.
Se avessi pietà di me stessa
rispetterei la mia paura, curerei il mio gelo e tratterei col diavolo.
Lo pregherei di esercitare il potere
attraverso la compassione.
Ma la vera clemenza è non dover
chiedere mai per favore ad un nazista; una vita da inginocchiata è come un
ergastolo. Peggio della morte. La morte è libertà, la vera pietà. E freddo e
fiamme sono solo fenomeni naturali che dobbiamo accettare. Anche se ci
devastano.
“Uccidimi” affermo forte e chiara. “Uccidimi.
Poi porta via il corpo, gettalo nel Tevere affinché Joele non lo veda. Questa è
l’unica forma di implorazione che posso rivolgerti”.
Tutti abbiamo dei segreti che teniamo
nascosti al resto del mondo: relazioni clandestine, amicizie scelte per
opportunismo e non davvero sentite. Ma il segreto peggiore sono le nostre
pulsioni ossessive. I segreti più pericolosi da celare sono quelli che
nascondiamo persino a noi stessi.
Ogni notte torno al ghetto. Non so perché lo faccio. So solo
che quando scatta il coprifuoco e il buio avvolge le case di pietra degli Ebrei
mi precipito in quei vicoli, siedo sui gradini del Portonaccio dove ho
conosciuto Joele. Attendo l’alba.
Nessuno è a conoscenza di questa mia
follia a parte Kartmann. Lui non mi giudica. Dopo avere scopato da qualche
parte con un’amante segreta che non intende presentarmi mi segue nelle mie
scorribande. In un certo senso mi fa compagnia: blatera di fica, principi
nazisti e bevute colossali. Oppure alterna quella sua strana filosofia
sanguinaria a massime ancestrali dal sapore malinconico.
L’altra notte, mentre passeggiavamo
per il Portico d’Ottavia, ha intessuto uno dei suoi soliti discorsi che non sai
mai se sono soliloqui o bordate alla tua coscienza.

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