Recensione libro
Dormi stanotte sul mio cuore, di Enrico Galiano, Garzanti
SCHEDA TECNICA
Titolo: Dormi stanotte sul mio cuore
Autore: Enrico Galiano
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 368
Pubblicazione: 21 Maggio 2020
Formato: Kindle e formato cartaceo
Mia sa che può sempre contare su Margherita, la sua maestra delle elementari che, negli anni, è diventata anche la sua migliore amica. Nello strambo quaderno che custodisce in un cassetto di casa ci sono scritte tante piccole meraviglie, che sono anche tante grandi risposte. È lei a spiegarle che il cuore di una tartaruga batte sei volte al minuto, quello di un colibrì seicento. E che ogni cuore, quindi, segue il suo tempo. Ma c'è una domanda a cui Margherita non sa rispondere: "perché Fede è andato via?". Fede è il ragazzo che la famiglia di Mia ha preso in affido. Fede non voleva parlare con nessuno, ma ha scelto lei come unica confidente. Fede, con i testi delle canzoni, le ha insegnato cose che lei non ha mai saputo. Fede l'ha stretta nel primo abbraccio in cui si è sentita al sicuro e davvero felice. Fede l'ha ascoltata e capita come nessuno mai. Da quando non ha più sue notizie, Mia non riesce ad avvicinarsi alle persone, non riesce nemmeno a sfiorarle. Mentre il mondo e la storia si inseguono e si intrecciano, lei si è chiusa in un guscio più duro dell'acciaio. E non vuole più uscire. Ma se non si affronta il nemico, il rischio è che diventi sempre più forte, persino invincibile. Se non si va oltre l'apparenza non si conosce la realtà. Anche se provare a farlo è un'enorme fatica; anche se ci vuole molto tempo. Perché, come dice Margherita, ogni cuore ha la sua velocità: non importa chi arriva primo, basta godersi la strada verso il traguardo.
Vuoto. Una sensazione di malessere, ma ovviamente positivo. Tristezza mista a gioia. Le sensazioni scaturite dopo aver appena terminato "Dormi stanotte sul mio cuore" sono molte, queste le principali. Anche se questo è il primo libro che leggo di Enrico Galiano, devo dire che non ha deluso le mie aspettative. Fin dai primi capitoli ho potuto constatare quella che poi nel corso della lettura è diventata certezza. Il libro si legge molto velocemente proprio grazie alla scrittura lineare dell'autore, che non stanca mai, tiene davvero il lettore attaccato alle pagine fino alla fine. I capitoli scorrono che è una bellezza, corti, ma pieni di significato. La storia originale e la trama studiata fanno capire al lettore che lo scrittore è ben a conoscenza dei fatti e li ha narrati in maniera precisa, documentandosi dove necessario.
Veniamo ai protagonisti, Mia, la principale, dodicenne alla quale le viene improvvisamente strappata una parte della sua anima, che conserverà per sempre nel suo cuore. Questa parte dell'anima di Mia ha un nome, Fedon, ma per lei rimarrà sempre e solo Fede. Il Fede silenzioso, taciturno, timido, dagli occhi tristi e impauriti dalla guerra in Kosovo. Il Fede fratello in affido nella famiglia di Mia, con i genitori di quest'ultima. Il Fede del primo bacio, quello che la cambierà per sempre. Quando Fede arriva in casa della famiglia di Mia, ancora lei non sa a cosa andrà incontro, né tantomeno ha idea che quel ragazzino scappato dalla guerra le cambierà la vita. Lo aspetterà, lo cercherà, si metterà sulle sue tracce, sperando di trovarlo. Perché sì, il suo amato fratello in affido le viene strappato via e lei per lungo tempo non scoprirà mai il motivo.
Fede non parla, è ancora troppo scosso dalla guerra e legato alla sua terra d'origine, perciò nessuna sillaba esce dalla sua bocca, fino al giorno in cui Mia non riesce a farlo parlare. Gli insegnerà le prime parole in italiano, le prime parolacce, e a scrivere, su dei post it, che verranno conservati per tanti anni in una scatola. Con Mia, Fede si sente davvero a casa, in una vera shtepia. Una parola che in albanese significa casa. Famiglia. Quando Mia ha paura dei temporali nel cuore della notte, comincia a parlare a Fede, che capisce ben poco, ma sente davvero di voler fare qualcosa di concreto, seppur poco, per sua sorella, mettendosi nel letto con lei, abbracciandola e rassicurandola. Amore fraterno, o qualcosa di più?
Non ho alcun dubbio su chi sia stata la mia protagonista preferita, sicuramente Margherita, maestra delle elementari di Mia, toscanaccia tosta e simpaticissima, colta e saggia, col suo quaderno dove si annota le sue citazioni e diciture preferite. Scopriremo che Margherita per Mia sarà una figura più che rilevante durante il suo cammino, fino ai suoi ultimi giorni.
La storia viene narrata nel corso di diversi anni, dove i più significativi saranno tra il 2002 e il 2008, almeno per me, che immedesimandomi nella protagonista, ho potuto quasi "soffrire" insieme a lei durante i tentativi di rintracciare un Fede a Londra con un nemico delle medie, Giacomo Pazzini.
Ma perché Mia ha sofferto, quando Fede viene allontanato dalla sua famiglia, e soprattutto come? Quella che lei stessa definisce fefo, l'afefobia, una malattia che le impedisce di toccare le persone, provando dolore e paura. Cosa le avrà mai fatto Fede per essere allontanato così senza cuore? Chi è davvero Fede e qual è il suo passato?
I pro di questa storia: i personaggi e le ambientazioni ben descritti.
I contro? Non ce ne sono, per quanto mi riguarda il libro è scritto talmente bene che si può anche "sorvolare". Forse solo il fatto che se fossi stata dentro la storia, non ho affatto gradito il comportamento dei genitori di Mia, che le tengono nascoste tante, troppe cose. I fatti, le lettere scritte da Fede nel corso degli anni e mai recapitate alla vera destinataria, ma tenute in una cassaforte chiusa in cantina, fino a quando la stessa Mia non le scopre e le legge. Fino alla penultima. Riuscirà a leggere l'ultima lettera? I genitori le riveleranno finalmente chi è Fede, o lo scoprirà pian piano da sola?
Soprattutto, i due protagonisti si rivedranno? Oppure ad un certo punto Mia si metterà l'anima in pace e smetterà di pensare a Fede?
Non vi resta che leggere questo libro che definisco a tratti tenero, a tratti forte e deciso, il finale a parer mio inaspettato che mi ha fatta quasi piangere, ma pur sempre un gran bel libro, al quale assegno 5 stelle più che meritate. Complimenti professore, spero di incontrarLa un giorno.
Ringrazio personalmente la casa editrice Garzanti per la copia digitale offerta e molto gradita.
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