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sabato 9 febbraio 2019

Recensione libro "Nostalgia di cartapesta" di Maria Caterina Basile, Augh editore



Recensione libro
Nostalgia di cartapesta di Maria Caterina Basile
Augh editore

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Scheda tecnica

Titolo: Nostalgia di cartapesta
Autore: Maria Caterina Basile
Editore: Augh 
Pubblicazione: 20 Settembre 2018
Pagine: 82 
Formato:Copertina flessibile

Salvatore ha raggiunto i trent'anni e il fulcro della propria esistenza si trova in via Arte della Cartapesta, nel cuore di Lecce. La toponomastica non è casuale: lì si trova la bottega dello zio, mastro cartapestaio che per il ragazzo è a tutti gli effetti un vero padre. Quello reale fa parte di un quadro familiare difficile, dove spicca la presenza di un fratello schiavo della tossicodipendenza. In quel mondo semplice e artigianale, a contatto con lo zio, Salvatore si è rifugiato per anni senza riuscire mai a spiccare il volo agli occhi del resto della famiglia e di una società frenetica che mette le apparenze al primo posto. Un nuovo arrivo in città gli permette di guardare al futuro con rinnovata fiducia, per cercare di raggiungere un equilibrio tra la propria forte interiorità, scossa dalle avversità della vita, e la leggerezza necessaria per apprezzare la semplicità delle cose belle.
Non solo un racconto, ma un’esortazione ad apprezzare la bellezza delle cose semplici.
Questa è la storia di Salvatore, un ragazzo di 30 anni che dopo una vita complicata, ha superato infatti la separazione dei genitori e la tossicodipendenza di uno dei suoi fratelli; decide di lasciare tutto e rifugiarsi presso la bottega dello zio, mastro cartapestaio proprio in via della cartapesta.
Devo ritrovare il senso di sobrietà che ho perduto: forse è per tale ragione che ho scelto di vivere con lo zio, lontano dai riflettori, in un mondo che non c’è più. Lontano dai selfie, dalla tecnologia, dalla schizofrenia dei social network e della tv. Eppure, anche nel mondo antico dello zio, io porto le ansie della modernità e a lui ho assegnato un compito troppo arduo, quello di donarmi un’altra educazione, di forgiare un uomo nuovo.
Il ragazzo, grazie allo zio che per lui è come un padre, prova a ritrovare l’armonia e la serenità di cui ha bisogno, accogliendo di buon grado l’arrivo di Maria Elena, una ragazza madre che insieme al piccolo Riccardo cerca a sua volta aiuto e comprensione.
Riuscirà Salvatore a mettere da parte i fantasmi del passato?
Potrà ricominciare da questa “nuova famiglia” per riuscire ad essere davvero felice?
Un libro molo semplice, che riesce a toccare in maniera delicata il cuore di chi lo legge, raccontato in terza persona, alternando alla narrazione stralci tratti da libri e momenti di poesia.
Inizialmente dalla lettura traspare molta malinconia, legata anche ai ricordi tormentati che il protagonista ha della sua famiglia e della sua infanzia.
Ombre. Tagli di luce sulla calce. Fluire e stasi. Maturità: il tempo che scorre e la ricerca dell’infanzia. La terra, il nido, voci di anziani che ci hanno amato. Ritornare ad essere. Semplicemente essere, come nel grembo materno. Senza ideali o aspirazioni che non siano la vita.
Poi, complice anche la serenità che ritrova grazie alla semplicità della “cartapesta”, diventa un racconto di rinascita; a testimonianza che nulla è perduto, e che anche dai momenti più gravi si può trovare il modo per reagire e ripartire.
La nostra convivenza è basata prevalentemente sul silenzio e sulla ritualità di gesti quotidiani; non esistono ramanzine né strigliate, solo consigli e incoraggiamenti, più qualche storia di tempi antichi, se c’è voglia di raccontarla. Lui aspetta che il mio destino si compia, dice sempre così, che con me ci vuole pazienza, ma sono un bravo ragazzo e combinerò qualcosa, prima o poi, perché a nessuno piace stare da soli o vivere con un vecchio. A furia di sentirlo ripetere, mi son messo ad aspettare pure io.
Infine Salvatore, diventa un punto di riferimento per una giovane mamma, che si trova ad affrontare le difficoltà della vita da sola con il suo bambino, a dimostrazione che le esperienze negative, ci possono rendere tanto più forti da riuscire ad aiutare chi ha bisogno di noi.
Leggetelo e innamoratevi delle cose semplici! La rinascita di Salvatore sia di buon auspicio per tutti noi.
Incessante prodigio, la vita. La sofferenza, un seme dal quale è nato un fiore che sorride al sole facendo mostra dei suoi colori in campi maestosi. Nulla è perduto. Sono la meraviglia, lo stupore dell’alba e il silenzio umido della notte. Sono la rugiada timida del mattino, l’incredulità prodigiosa della prima volta, la freschezza della nascita, l’alito dismesso della notte.

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