Segnalazione libro
Continua lo spazio segnalazioni, tempo di Natale. Vi segnalo oggi il romanzo di Concetta Amato dal titolo Venere Ericina edito Albatros, disponibile su Amazon.
Andiamo nel dettaglio!!!
Annachiara ed Elena vivono entrambe ad Erice, una piccola cittadina
siciliana situata su un monte. Cresciute insieme fin dalla tenera età, sono
divenute nel tempo amiche per la pelle.
Annachiara viene soprannominata “Venere Ericina” per la sua straordinaria
bellezza, ma al contrario di molte compagne di classe, Elena non ne è gelosa.
Inseparabili trascorrono le giornate a scuola e sempre insieme passano
gran parte del tempo libero, confessandosi segreti adolescenziali che nessun
altro deve sapere. Come quello dell’amore liceale scoppiato improvvisamente tra
Annachiara Castelli e Daniel Woodrow. La ragazza parla all’amica di tutti i
suoi timori, della paura di essere ingannata, delusa. E poi c’è un altro
particolare che la turba profondamente, un sogno o meglio un incubo che
continua a tormentarla.
Venere Ericina è un romanzo dalla trama avvincente, una storia di amore e
di amicizia che all’improvviso si colora di giallo per un episodio che sconvolge
le vite della comunità di Erice, avvolta da un’atmosfera magica e senza tempo.
Annachiara
si svegliò presto, fece una doccia tiepida, indossò abiti coloratissimi e
spazzolò i capelli alla meglio. Uscì fuori, l’aria le pizzicava il naso, fece
due passi ed entrò al baglio illuminato dal sole, Elena stava giocando con
Cherì, tutto era come sempre, come sempre avrebbe voluto che restasse.
Si
lasciò cadere sulla poltrona in vimini.
Il
giallo era svelato, si era scoperto l’inimmaginabile, eppure avvertiva un senso
di irrisolto, una sottile percezione di incompletezza, un qualcosa di
indefinito che si agitava dentro dando luogo a pensieri così diversi l’uno
dall’altro, senza alcuna attinenza e senso logico di continuità, come se il
cervello ricevesse tanti input da andare in tilt, in una sorta di labirintite
sensoriale.
Di
notte arrivò la tempesta: il vento ululava, la pioggia cascava pesantemente
sugli alberi, i gatti si azzuffavano, dalle persiane gli zig zag dei lampi
precedevano boati che parevano squarciare il cielo.
La
mattina seguente tutto si era acquietato.
La
notte è il momento in cui il dolore lacera più forte dentro, colpisce mentre si
è indifesi a crogiolarsi stanchi del giorno e mentre si desidera il riposo ecco
pronta la rabbia, la paura a dare il tormento, la notte si diventa facile
preda.
Poi
al mattino si fa un grosso respiro e la giornata luminosa che si presenta non
fa immaginare ciò che è stata la notte.
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