Se il libro mi piace, cerco a tutti i costi di conoscerlo personalmente, andare alle presentazioni dei suoi libri, parlarci e, possibilmente, come in questo caso, farci due chiacchiere.
Non tutti sono disponibili, anzi alcuni tendono a chiudersi ma in questo caso ho trovato Dino Cassone simpaticamente aperto e alla mano.
Ecco, allora, condivido con i nostri lettori la chiacchierata con Dino dopo aver letto d'un fiato il suo libro "La bugiarda":
Al di là della biografia e delle informazioni su wikipedia, chi è Dino Cassone?
Sono
un lettore compulsivo. Amo la lettura e il libro come oggetto. I minuti
meglio spesi del mio tempo sono tra gli scaffali delle librerie. Sono
approdato
alla scrittura in maniera quasi naturale: scrivevo pensierini sui
quaderni all’età di cinque anni.
La
storia di Luisa si sviluppa nel periodo della seconda guerra mondiale
quindi alcuni comportamenti dei personaggi
sono tipici dell’epoca. Mi riferisco alla sudditanza della donna, alla
preoccupazione di cosa dice la gente del paese, ecc. Lei pensa che una
storia simile possa svilupparsi anche oggi?
Purtroppo
sì. Spesso si leggono e si ascoltano storie terribili e assurde di
violenza e di femminicidio. E la cosa che maggiormente mi colpisce è
quanto
le vittime tendano a giustificare i propri carnefici, a cadere, ogni
volta, nella trappola del finto amore che viene paventato loro. Senza
tener conto che esistono, purtroppo, luoghi ancora arretrati dove la
donna è ancora considerata un oggetto da possedere.
Quanto da lei conosciuto c’è nella storia e quanto di puramente inventato?
La
storia che racconto è in gran parte vera. Si basa su lettere e
documenti reali. Naturalmente ho dovuto costruire e riempire i vuoti
temporali e dello
sviluppo della storia che mi mancavano.
Come nasce una trama? E questa in particolare. come è nata?
Una
trama può nascere da una frase che ascolto o che leggo, oppure da una
situazione casuale in cui mi trovo. Spesso da storie accadute realmente
che
mi piace romanzare. Questa è nata dalla scoperta fortuita di alcune
lettere e documenti, assieme ad alcune vecchie foto, appartenuti alla
vera Luisa (nome inventato per ovvi motivi) e ritrovati in un piccolo
baule.
Quando ha iniziato a scrivere “La bugiarda” conosceva già la fine?
In
realtà il mio romanzo comincia nel 1962, proprio dalla fine, per poi
chiudersi in un ideale cerchio nuovamente nel 1962. Quindi sì, sapevo
già come
doveva terminare. Quello che è mutato nel tempo (ci sono voluti 5 anni
per scriverlo e riscriverlo svariate volte), è stato il percorso
personale della protagonista che la porterà alla decisione finale.
Avrà letto nella mia recensione che forse Luisa avrebbe preferito un’altra fine della propria storia tormentata
e che questo è colpa (o merito) dell’Autore. Secondo lei è colpa o merito?
Né
colpa né merito. Il finale è ancora aperto a mio avviso, e saranno i
lettori a immaginare quale possa essere il possibile seguito.
Le
assicuro che ho letto “La bugiarda” con tanto piacere e senza stancarmi
assolutamente e rinnovo l’invito a
tutti di leggerlo, ma ora che ci conosciamo meglio io, lei e i nostri
lettori, si faccia lei una domanda che a noi non viene in mente.
Domanda:
È più bello scrivere o leggere? Risposta: leggere. Lo possono fare in
tanti. Scrivere lo sanno fare in pochi. Molti, come il sottoscritto, ci
provano umilmente.
Grazie, Dino ma, attenzione, se un lettore volesse intervenire e fare una domanda all'Autore, la contatterò di nuovo. Sono sicuro che ci risponderà ancora.
Grazie, lettori ma, attenzione, se qualcuno di voi vuole fare una domanda a Dino Cassone la faccia, senza problemi.
Valter
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