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mercoledì 22 novembre 2017

Recensione: La lettera scomparsa di Mary Higgins Clark



                                                  SCHEDA TECNICA

Titolo: La lettera scomparsa
Autore: Mary Higgins Clark
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pickwick
Pubblicazione: 29 Ottobre 2013
Pagine: 402
Genere: Thriller                                        

                               Valutazione



Jonathan Lyons, esperto di storia antica, ha appena fatto una scoperta sensazionale: una antica pergamena scritta in prima persona da Gesù a Giuseppe di Arimatea, appartenente alla Biblioteca Vaticana ma andata persa da diversi secoli. Purtroppo, solo dopo pochi giorni, Lyons viene ritrovato cadavere nello studio di casa sua dalla figlia Mariah. Nella stanza, accanto alla vittima, viene trovata anche la moglie Kathleen, malata di Alzheimer, completamente coperta di sangue, in stato confusionale e con l’arma del delitto fra le mani. I detective Simon Benet e Rita Rodriguez iniziano le indagini alla ricerca dell’assassino, ma ben presto per loro il caso è risolto: la moglie Kathleen, consapevole ormai da anni della relazione extraconiugale del marito, è stata colta da un folle attacco di gelosia, colpendo a morte Lyons. Tuttavia, Mariah non crede alla colpevolezza della madre ed inizia a condurre una indagine personale alla ricerca dell’assassino e della preziosa pergamena scomparsa.
 “Credo che la spiegazione sia un’altra e dobbiamo trovarla”.
Il romanzo è ben scritto e piuttosto avvincente: le pagine si susseguono rapide, una dietro l’altra ed il lettore non può che continuare a leggere affinché tutti i misteri siano svelati. In ogni capitolo cambia il punto di vista del narratore ed ogni personaggio riesce a dare il proprio contributo personale all’evolversi della storia. In questo modo il lettore riesce a conoscere più intimamente i diversi personaggi e a capire le verità ed i misteri che si nascondono dietro ad ognuno.
La figura di Mariah risulta molto interessante: nonostante la morte violenta ed inaspettata del padre e l’accusa di omicidio che grava sulla madre, lei non si abbatte, ma inizia un percorso “alternativo” a quello della polizia, alla ricerca dell’antica pergamena scomparsa, ma soprattutto verso l’assassino del suo adorato padre.
“Il grande e variopinto parasole chiuso le riportò alla mente una sera di una decina di anni prima, quando era arrivato un improvviso temporale estivo. Il vento aveva rovesciato l’ombrellone che aveva fatto cadere il tavolo, frantumando il piano in vetro in una grandinata di schegge. Come la mia vita adesso, pensò. Un altro temporale improvviso la settimana scorsa e ora sono qui a raccogliere i pezzi”.  
Mariah è una donna forte e coraggiosa, estremamente adorabile ed adorata da tutti. Vive con grande dolore il distacco dal padre, ma proprio in tale dolore ritrova la forza per andare in fondo a tutta questa intrigata vicenda.
“Spero che tu sia in pace, papà, pensò, ricacciando indietro le lacrime. So che quei detective sono persuasi che è stata mamma a ucciderti. Quanto a me, papà, non so cosa pensare. Ma so che, se arrestassero la mamma e lei finisse in un ospedale psichiatrico, ne sarebbe distrutta e allora vi avrei persi entrambi”.
Al suo fianco ritroviamo la vecchia amica Alvirah: una investigatrice alle prime armi la quale, grazie ai suoi modi gentili e pacati e al suo registratore nascosto sotto una spilla, riesce ad intrufolarsi nella vita dei diversi sospettati alla ricerca della verità. Anche se risulta piuttosto inesperta e dai modi goffi, ricorda da lontano la dolce e astuta figura di Miss Marple.
Complessa ed ambigua la figura di Lillian Stewart, l’amante di Jonathan Lyons: inizialmente il lettore non può che provare tenerezza verso questa donna, profondamente innamorata di Lyons, ma costretta ad essere sempre in secondo piano tra i pensieri di Jonathan.
“Era disposto a tutto pur di negare la mia esistenza nella sua vita”. Tuttavia, procedendo nel romanzo, l’atteggiamento remissivo di Lillian cambia completamente, rivelando una donna inaspettatamente spietata e calcolatrice.
 “Che effetto farà avere due milioni di dollari? Preferirei ancora avere Jonathan, ma, dato che è impossibile, i soldi dovranno bastare”. 
 Cosa nasconde l’ambigua Lillian? Sarà proprio lei ad aver spento  per sempre la luce degli occhi  di Jonathan?



Contrapposta alla forte Lillian, troviamo Kathleen, una donna gravemente malata: il lettore fin da subito nutre un sentimento di protezione verso questa figura così fragile e dolce, ingiustamente accusata di qualcosa che non può aver commesso. È una donna totalmente incompresa: nella sua lucida follia cerca di dare numerosi suggerimenti su quanto accaduto quella notte, eppure nessuno dà peso alle parole deliranti di una donna malata.
I quattro amici e colleghi di Jonathan, su cui si concentrano le indagini, sono piuttosto complessi: da un lato abbiamo Greg e Albert, persone remissive e schive; dall’altro vi sono le figure imponenti, quasi ingombranti, di Richard e Charles.
Eppure ognuno di loro nasconde un segreto.
Riusciranno Mariah e Alvirah a scoprire la verità?

In conclusione, ci troviamo davanti ad un thriller degno della Higgins Clark: romanzo piuttosto incalzante all’inizio, ma che perde un pochino della sua verve nella parte finale.
 I lettori più attenti ed astuti riusciranno a capire l’identità del colpevole prima di arrivare in fondo. Quindi finale scontato.
Nonostante tutto, lettura scorrevole, piacevole ed assolutamente consigliata.

Recensione scritta  da Flavia Pigliacelli

 


 

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