Recensione libro
Non sono solo una signora di Melanie Breath edito Ode Edizioni
Scheda tecnica
Titolo: Non sono solo una signora
Autore: Melanie Breath
Editore: Ode Edizioni
Pagine: 200
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Kindle
Pubblicazione: 3 Giugno 2020
Irene ha quarantacinque anni e tanta voglia di riscatto. Non sa che la vita, quella stessa che le ha portato sacrifici, delusioni e qualche gioia, ha ancora in serbo per lei un'opportunità. Irene avrà fra le mani il potere di spezzare le catene del passato, ma il suo mondo accetterà il cambiamento o le presenterà il conto?
"Non sono solo una
signora" di Melanie Breath è la storia di una donna che non si evolve fino a
quando non deciderà di non essere solo una madre ma di aver diritto ad una propria
vita assecondando i propri desideri e pulsioni. Una storia scritta con un ritmo
cadenzato seguendo un filo diretto nella sua evoluzione e tratta tematiche come
la violenza sulla donna e l’egoismo dei figli, in modo diretto, senza lasciare
nulla all’immaginazione. Un pochino ho ritrovato me stessa nel romanzo e
leggendo la storia di Irene, mi sono chiesta se mettendo noi stesse in secondo
piano, per amore dei figli e della famiglia, sia altruismo o una forma di egoismo.
Irene ha
rinunciato ad essere felice per amore delle figlie, ha rinunciato a vivere una
seconda vita per paura del paragone con la propria madre, ha dimenticato
di essere una donna, sostituendosi con l’essere madre e nonna, finchè non
conosce Manuel, l’istruttore di nuoto della propria nipote, con una differenza
d’età paragonabile ai ruoli nonna – nipote.
“Mi vergogno
di me stessa. Sono una signora, una madre, una nonna, non dovrei provare un’insana
attrazione per questo ragazzo che suppongo abbia la stessa età delle mie figlie,
eppure…”
Per tutto l’arco del romanzo, Irene ripete a se stessa come se fosse un mantra, “Io sono solo una signora”,
per tenere alta quella muraglia costruita da anni. Ma noi, esseri femminili,
siamo solo donne, mamme e nonne, oppure siamo un mix di emozioni e
sentimenti?
“Quante
volte ho immaginato di poter avere una vita felice? Una vita dove poter
essere la mia priorità per una volta,
dove poter realizzare i miei desideri senza sentirmi in colpa. Più guardo le
rughe sul mio viso più sento di non aver ancora molto tempo per poter avverare
i miei sogni"!
Il romanzo è scritto in prima persona ed è ambientato ai
giorni nostri, alla nostra realtà armonizzato dalla colonna sonora “La stella più fragile dell'universo” di Ultimo, cantante tanto amato da mia figlia.
L’aspetto psicologico di Irene è ben delineato e marcato e descritto
con novizia di particolari, anche se per entrare nell’anima ferita e debole di
una donna come Irene, bisognerebbe aver sviluppato empatia e
resilienza; non è un romanzo comune; non aspettatevi delle
scene spinte, osè; ma accingetevi alla lettura del romanzo come fareste per un
libro di formazione personale, in cui assisterete alla crescita di Irene e del
suo essere, ma fatelo in punta di piede, non disturbate e riflettete. I
capitoli si susseguono velocemente, senza intoppi e si presentano con una
struttura semplice, senza titoli e sottotitoli, in quanto le vicende si
richiamano da sé e non c’è pericolo che il lettore perda la sua attenzione. L’unica
pecca è che io avrei chiuso la storia un pochino prima, senza tirarla per le
lunghe e creare forzatamente nuove situazioni; diciamo che sarebbe dovuta
essere organizzata in modo differente. Ma Irene mi ha emozionata facendomi
superare anche questa pecca. Spero che la sua storia serva a far riflettere
tante donne che vivono purtroppo situazioni estreme e capiscano che in fondo al
tunnel c’è sempre la luce, basta volerla raggiungere.
“…nella vita
bisogna combattere per trovare la propria felicità…e anche se il percorso è
spaventoso…andrò avanti mettendo tutta la forza che possiedo per affrontare gli
ostacoli che si presenteranno”
Grazie infinite ❤
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