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venerdì 29 maggio 2020

Recensione libro "Blu di Chartres" di Cristiano Pedrini

Recensione libro
Blu di Chartres di Cristiano Pedrini
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Scheda tecnica
Titolo: Blu di Chartres
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa storica
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pagine: 142
Pubblicazione: 26 Maggio 2020

Il tenente della Wehrmacht Edler von Daniels giunge a Bratislava senza immaginare che non sarà la guerra, scatenata dalla Germania, a sconvolgere la sua esistenza. Il suo senso del dovere verrà messo a dura prova dall’incontro con Jari Nyberg, il nuovo console di Svezia, un giovane che non accetta di essere costretto nelle rigide regole del protocollo e della diplomazia, scatenando timori ed incertezze in chi lo circonda. Il carattere irruente di Jari e la sua ironia mal sì addicono a quello sguardo, capace di mostrare un tono ceruleo dall’intensità così perfetta da indurre a far credere al giovane ufficiale tedesco che il cielo sia disceso in terra. Il loro incontro li costringerà a superare la reciproca diffidenza, alimentando la speranza che potranno vivere, a guerra finita, in un mondo assai diverso.
Ed eccomi qui a recensire l’ultimo romanzo di Cristiano Pedrini, diciamo che sono una sua fan  ormai e ogni volta mi sorprende e mi emoziona. Il “Blu di Chartres si fonda su figure di contenuto  come  la similitudine e la personificazione, che descrivono  un’immagine in una relazione di somiglianza con un’altra, accentuando così  il significato che ne voleva attribuire. In questo caso, così come il titolo sottolinea, “Il blu di Chartres”, la particolare gradazione di blu delle magnifiche vetrate della cattedrale gotica Patrimonio dell'Umanità UNESCO fin dal 1979, a poca distanza da Parigi, che maestri alchimisti crearono mischiando una base di cobalto, (minerale raro e pregiato a quei tempi), con altri elementi in una formula segreta, viene paragonato…  non vi dico a cosa o chi, per non fare spoiler e per non togliere a voi il gusto di scoprirlo nella lettura. Particolare che scoprirete solo a fine lettura. Cristiano non lascia mai far trapelare nulla o far intuire ciò che leggeremo nella pagina successiva. Cristiano sorprende sempre i propri lettori e la sua penna non lascia nulla al caso e va oltre i pregiudizi e la morale borghese bigotta. Il romanzo è di ambientazione storica e coniuga al meglio gli eventi storici con la storia romanzata. Ci troviamo nel periodo della seconda guerra, quel periodo in cui il nazismo ha stravolto la vita dei  nostri nonni e dei nostri zii; quel periodo che ha messo in ginocchio il mondo intero causando dolore e morte. Ovviamente Cristiano racconta la storia dalla parte dei giusti, ossia coloro che hanno cercato di fermare e contrastare l’ira dei tedeschi: la resistenza praticamente. L’ambasciatore di Svezia viene inviato nella delicata sede di Bratislava per tenere sotto controllo il regime tedesco e difendere ovviamente  il proprio paese e porta con sé il suo unico figlio, Jari di impeto istintivo e irrazionale. Ma viene scoperto e minacciato di complotto ai danni dei tedeschi, perciò “invitato” a far ritorno in patria, dal colonnello delle SS Rainer  accompagnato dal tenente della Wehrmacht Edler von Daniels. Ma avviene l’imprevedibile: le vite di Edler e Jari vengono sconvolte da un sentimento molto potente, “scandaloso” che nessuno dei due si aspettava. L’ambasciatore torna in patria e Jari resta, diventando console e portando a termine il suo lavoro. Un romanzo in cui l’autore cerca di pulire le brutture della guerra con l’amore;  cerca di lavare il sangue versato dai tedeschi con l’azzurro del cielo; un romanzo che dona al rosso, significato differente ed opposto, ricorrendo ancora una volta ad una figura retorica, in questo caso all’ossimoro, dolore/gioia, sangue/amore. "La nuova Europa che uscirà dalla guerra avrà bisogno di idealisti e sognatori, come Jari e di persone coraggiose come lei, caro Edler"… Le pagine si avvicendano e scorrono lisce come l’olio, con fluidezza e senza intoppi. Un romanzo che amalgama storia, cultura e sentimenti utilizzando un linguaggio ricercato e accurato, senza sbavature, sproloquio  e turpiloquio. Momenti di riflessione del protagonista, perciò possiamo ritrovare il soliloquio. Quindi capirete che questo romanzo è una chicca letteraria creata e scritta da chi ne fa un buon uso della scrittura e della sua grammatica.



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