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lunedì 8 aprile 2019

Recensione libro "Fotografie di una vita tranquilla" di Maurizio Gramolini, Cavinato Editore

Recensione libro 
Fotografie di una vita tranquilla di Maurizio Gramolini 
Cavinato Editore
Amazon




Scheda tecnica

Titolo: Fotografie di una vita tranquilla
Autore: Maurizio Gramolini
Editore: Cavinato
Genere: Autobiografia
Pubblicazione: 30 Ottobre 2018
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pagine: 102
.Attingendo a piene mani dallo stile di Stefano Benni e Antonio Amurri, uno spaccato generazionale di carattere autobiografico, dal punto di vista degli invisibili, quelli nati "nei pressi" del boom economico degli anni 60, ma troppo piccoli per goderne, e nati "nei pressi" del '68, ma troppo piccoli per fare casino, essere ricordati, o poter dire quella frase che fa tanto figo: "...Sì, io ho fatto il '68...".

Quando l’autore Maurizio Gramolini mi contattò tempo fa per propormi la lettura del suo romanzo, mi disse si trattasse di genere “brillante”. Essendo la prima volta che ne sentivo menzionare il genere, restai titubante. Ora che la mia lettura è stata completata, inizio ad intuire cosa sia il genere. Il libro “Fotografie di una vita tranquilla” è di per sé brillante. E’ come se fosse un baule ricco di fotografie della vita dell’autore e della vita di chiunque di noi. La nostra vita è un click di foto che nel corso del tempo diventano ricordi. Gramolini, apre il baule e li condivide  con noi lettori, anche se la mia sensazione è che li condivida più  con se stesso e che il lettore sia solo uno strumento, e lo fa in modo spontaneo, genuino, a volte ironico. Ci prenderà per mano e ci accompagnerà a percorrere l'excursus della sua vita.
“Il vecchio del prologo sono io. Mi chiamo Max, ho 50 anni. Ho deciso di scrivere questo libro perché… non ne sono sicuro… la botta delle terza età forse. Oppure sentivo il bisogno di condividere questa mia vita tranquilla, lineare al limite della monotonia, oppure ho bisogno di sfogarmi”.
Il suo approccio comunicativo e linguistico “schietto” mi ha riportato alla mente il grande Bukowski o Roth che utilizzano un linguaggio crudo e diretto per comunicare il loro stato d’animo. A tratti mi ha fatto sorridere, a tratti emozionare; sicuramente non mi ha mai annoiata. La struttura del libro è il diario, e ne rispetta tutte le caratteristiche. Il suo racconto ripercorre a livello cronologico le tappe della sua vita e ricorda persone ed eventi che ne hanno fatto parte. L’autore ricorda con ottima memoria ciò che di bello ha caratterizzato la sua esistenza ma anche ciò che lo ha segnato e fatto crescere;  il tutto evidenziato da date e nomi.
“Di quegli anni conservo il ricordo delle stagioni: la nebbia milanese, impenetrabile da ottobre a marzo, implacabile; i Natali trascorsi in Toscana, caratterizzati dall’odore della legna che brucia nei camini e nelle stufe…”
E’ molto difficile recensire un libro che racconta una vita vissuta, tra alti e bassi; giudicare la vita altrui ed entrare a farne parte; ed è giusto farlo in punta di piedi. Chi erano i ragazzi del 68? Come vivevano e in che modo facevano valere i propri diritti? Su quali valori poggiava la loro vita?
La lettura è scorrevole e a tratti educativa. Ci farà riscoprire il nostro essere adulti e il nostro essere bambini e a comparare lo stesso punto di vista, evoluto nel corso del nostro vissuto. Si è dapprima figli e successivamente genitori e solo allora capiremo il senso di ciò che i nostri genitori volevano impartirci.
Quella è l’epoca alla quale ripenso, quando ho bisogno di rasserenarmi”.
Ve ne consiglio la lettura; alla fine, Maurizio diventerà un caro amico adulto che ci aiuterà col suo esempio e i suoi errori, ad affrontare le difficoltà con consapevolezza. 
“La vita è  dinamica, in continua mutazione. Il destino non fa prigionieri. E tu devi essere sempre pronto.Non a porre rimedio, non a prevedere, non ad anticipare. Questo è impossibile. Devi essere sempre pronto a cambiare”.
Buona lettura 


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