SCHEDA TECNICA
Titolo: Mi vivi dentro
Autore: Alessandro Milan
Editore: Dea Planeta Libri
Pagine: 260
Formato: Kindle; Cartaceo
Pubblicazione: 27 Febbraio 2018
Valutazione
La storia di Alessandro
e Wondy, un amore nato per caso che non morirà mai.
Francesca e Alessandro sono due giornalisti che lavorano per
la stessa radio, si incontrano ed iniziano a conoscersi grazie ad un episodio
del tutto casuale e da quel momento non si lasciano più.
Nasce tra loro un amore grande, si scoprono simili in alcune
cose e totalmente diversi in altre, tutto questo diventa presto un bellissimo
matrimonio benedetto dall’arrivo di due figli.
Troppo presto però a Francesca viene diagnosticato un tumore
e inizia quindi la sua battaglia contro quel mostro silenzioso che la vede
combattere come una vera guerriera.
"La guardo.
Mi guarda.
È il panico, in un attimo".
Nonostante le difficoltà e le complicazioni dovute
alla malattia Francesca trova sempre il modo di sorridere, anche per il bene
dei suoi bambini, tanto da meritarsi il soprannome di Wondy, una vera Wonder
woman in carne ed ossa.
Il suo destino però è scritto, e piano piano comincia ad
essere stanca di lottare; comprende cosa le aspetta molto prima di chi le è
vicino e scrive una lista di volontà che Alessandro rispetterà scrupolosamente. Ha lasciato molte cose materiali, non sapendo qual era il
dono più grande, sarebbe rimasta dentro di loro per sempre.
Un libro semplice, tratto da una storia vera, scritto col
cuore aperto per condividere con tutti noi la vita di una persone speciale; la
lettura è caratterizzata da continui flashback che trasportano il lettore nello spazio temporale tra
passato e presente per comprendere meglio l'evolversi degli eventi.
Traspare in tutto il libro la forte emozione dell’autore nel
narrare a noi, di sua moglie, della sua anima gemella, del suo amore per sempre. La forza di Francesca nell’affrontare la malattia mi ha colpita
molto, conoscere la sua storia potrebbe essere d’aiuto alle tante persone che
davanti ad una malattia così grave, si arrendono senza lottare in preda a
tristezza e depressione; bisogna sempre combattere per ciò che abbiamo di bello
soprattutto per un dono prezioso come la vita.
E’ stato bello leggere come riusciva a non far sentire il
peso di quella brutta situazione ai suoi bambini, che essendo ancora molto
piccoli potevano soffrirne troppo, rideva e scherzava con loro per rendere
tutto quello che le stava succedendo come un fatto del tutto naturale.
Ed è stato emozionante comprendere la bellezza della presenza
di Alessandro accanto a lei, silenziosamente, nonostante la sua vita procedesse regolarmente: continuare a lavorare,
a dare attenzione ai loro piccoli e a stringere la mano di Francesca soprattutto durante gli
ultimi e dolorosi ricoveri in ospedale.
"Improvvisamente guardo giù e affondo le mani nella sabbia. Eppure non ne percepisco il calore. Quando sono tutte e due coperte, le stringo a pugno, poi le sollevo, ma le dita sembrano di vetro, non trattengono neppure un granello. Riprovo. Immergo entrambi i palmi nell’oro, chiudo, li sollevo. Sono vuoti. Provo una terza volta. Non racimolo nulla. Lieve la sabbia scivola via, scorre come quella di una clessidra. Solo che questa non si può capovolgere, cade per sempre".
Ogni ammalato non dovrebbe mai essere lasciato solo; sono
un’infermiera e mi rendo conto che anche un sorriso se dato col cuore può
regalare un raggio di sole alla giornata di chi soffre.
Leggetelo, fa sorridere, piangere e insegna a non arrendersi
mai.
"Spero solo di lasciare in tutti voi un bel ricordo. Lasci qualcosa di più: mi hai semplicemente insegnato come si vive. Non imparerò mai, puoi scommetterci, ma ti prometto che ce la metterò tutta".
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