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martedì 10 gennaio 2023

Recensione "Il gioco del mandorlo di Elvira Fratto

 Recensione "Il gioco del mandorlo di Elvira Fratto

Scheda tecnica
Titolo: Il gioco del mandorlo
Autore: Elvira Fratto
Editore: Augh! 
Pubblicazione: 3 agosto 2022
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine232
Formato: Cartaceo
In un liceo classico, le vicende di un professore di italiano e latino si intrecciano con quelle dei suoi allievi, alle prese con i piccoli e grandi momenti della crescita. Il prof adotta un metodo che si rivela infallibile: la scrittura e la letteratura diventano, per i ragazzi, strumenti d’indagine per le proprie esperienze di maturazione e di rivelazione. La classe è composta da personalità vivaci, con trascorsi talvolta sfortunati e tragici. Fuori dalle mura scolastiche, la quotidianità del docente è arricchita dai suoi vicini di casa, Italia e Amos; una donna eterea e un reduce di guerra che consentono al prof di cogliere il senso dell’amore, oltre le violenze e le ferite. E c’è la moglie Serena, sempre presente nei suoi pensieri in parallelo ad alcuni ricordi drammatici, pronti a riaffiorare. È a scuola, però, che si innescano i meccanismi più stimolanti: tra colleghi di scarsa vocazione e bidelli con un affetto a distanza, il professore osserva da lontano – ma non troppo – un fiorire di personalità cui va in aiuto, ma da cui, spesso, si lascia anche salvare.

"Il Gioco del Mandorlo" è un romanzo che ti entra dentro, ti fa conoscere i personaggi uno per volta con genuina realtà senza mai cadere nel banale, un libro che vorresti non finisse mai. Un professore di letteratura di un liceo, un insegnante di vita, che scova nel profondo i ragazzi, che attraverso i loro temi cerca di insegnargli ad affrontare i problemi, il dolore, ma anche l'amore dandogli fiducia e facendoli credere nelle loro potenzialità.

Stimolare la curiosità degli allievi è un modo per tenerli stretti a sé, ai propri insegnamenti. È un modo per non far morire le loro giovani menti...”

L'insegnante nasconde un passato doloroso, un atto di pedofilia che in un piccolo paese del sud non può essere denunciato e lui ragazzino, lo subisce proprio da chi doveva preservarlo dal male.

Trova la forza di perdonarlo. Perdona chi ha trascinato via l'assenza di scelte perché null'altro che questo è la morte...”  ... Per tanto, tanto tempo io non sono mai riuscito a perdonare nessuno. Quando non perdoni nessuno, non permetti a te stesso di andare avanti”... Cosa le è capitato?” Mi sono sentito proprietà di qualcuno per tutta la vita.”

In questo romanzo troviamo anche l'amore in forme diverse, quello del professore verso Serena che anche se vivono in due mondi diversi, continua parlarle raccontandogli gli accadimenti giornalieri e i pensieri che lo invadono quando non riesce a dormire. C'è quello giovanile, vissuto a chilometri di distanza tra l'allievo e la coetanea che vive nel paese di origine del ragazzo, e qui il professore con le sue parole da speranza al loro futuro. Ci sono i vicini di casa dell'insegnante, Amos e Italia, una coppia di anziani innamorati come il primo giorno e camminargli accanto durante la lettura è stato meraviglioso. L'autrice qui, come nel resto della storia è stata egregia nell'immergerci dentro la quotidianità dei due anziani. In tutto il libro la Fratto ci ha accompagnato a scuola, nei corridoi, in aula, ma non solo, con le sue parole semplici e dirette ci ha permesso di entrare nelle vite di tutti i personaggi. Il gioco del Mandorlo è un romanzo potente, sincero, reale e profondo. Insegnare è difficile, cercare di indirizzare i ragazzi verso il futuro richiede la capacità di ascoltarli e capirli. Il professore attraverso gli esempi e correggendo assieme i loro temi, vuole spingerli ad affrontare la vita come il fa il Mandorlo che sfida l'inverno e con tenacia fiorisce prima di tutti, quando fa ancora freddo. E così i ragazzi devono giocare con la vita e cercare di trovare ciò che piace a loro e inseguirlo. Mi ha colpito l'abilità dell'autrice nell'incastrare con maestria temi impegnativi come la pedofilia e il disagio sociale senza entrare nella retorica. Racconta i fatti lasciando al lettore libera interpretazione. La storia inizia lentamente, ma le descrizioni, gli argomenti e soprattutto le emozioni ti portano a girare una pagina dopo l'altra. Lo consiglio agli insegnanti, agli studenti e a tutti quelli che amano la bella narrativa italiana.

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