Recensione "La gita in barchetta" di Andrea Vitali edito Garzanti
La storia organizzata dall’autore si snoda lungo le rive del lago in provincia di Lecco, a Bellano, dove la comunità, ricca di singolari personaggi, è testimone e artefice. Ad accogliere il lettore è Spinetta Buboli che, dotata di un mirabile olfatto, riesce a far rinvenire il corpo in fin di vita del vecchio ciabattino, Annibale Carretta, meglio conosciuto come “strusciatore di donne” visto che “la mano morta era stato l’emblema della sua vita, quasi una ragione della stessa”. Per una strana ironia saranno proprio le donne di Bellano a contendersi la sua eredità e, attraverso un intricato intreccio narrativo, vedremo l’affermarsi della vedova Cereda e della sua famiglia. La bella ma insoddisfatta Elena riempirà la sua vita realizzando il proprio laboratorio di sartoria da tanto atteso in un contesto di striscianti perfidie e malcelate invidie, fra animosità e menzogne che avvelenano gli animi. L’epilogo lascia uno strano amaro in bocca... Anche in “La gita in barchetta” emerge la grande capacità di Andrea Vitali di colorare le pagine del suo romanzo con personaggi tratteggiati con grande maestria, a cominciare dal nome di ciascuno. La maestria del narratore capace di sviluppare il proprio lavoro utilizzando complessi registri narrativi su differenti livelli, lasciando scorrevole la lettura. L’autore ci regala un romanzo malinconico con tratti di greve ironia dove emerge, come sempre nei suoi lavori, la grande esperienza di medico di famiglia che gli ha permesso di divenire il profondo conoscitore dell’animo umano che é. ◦ 4 stelle. Lettura consigliata!!!
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