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martedì 25 gennaio 2022

Recensione "La gita in barchetta" di Andrea Vitali edito Garzanti

 Recensione "La gita in barchetta" di Andrea Vitali edito Garzanti

Scheda tecnica
Titolo: La gita in barchetta
Autore: Andrea Vitali
Editore: Garzanti
Pagine: 272
Formato: Ebook e cartaceo
Pubblicazione: 28 Ottobre 2021
Genere: Narrativa contemporanea
Nella Bellano insolitamente ventosa di inizio 1963, Annibale Carretta dovrebbe essere conosciuto come ciabattino. Dovrebbe, perché la sua indole è sempre stata un’altra. Nato «strusciatore di donne», uno che approfitta della calca per fare la mano morta, nella vita ha rimediato più sganassoni che compensi per le scarpe che ha aggiustato. Ed è finito in miseria, malato e volutamente dimenticato dai più. Ma non dalla presidentessa della San Vincenzo, che sui due locali di proprietà del Carretta, ora che lui sembra più di là che di qua, ha messo gli occhi. Vorrebbe trasformarli nella sede della sua associazione. Per questo ha brigato per farlo assistere da una giovane associata, Rita Cereda, detta la Scionca, con il chiaro intento di ottenere l’immobile in donazione. E in parte ci riesce anche, se non fosse che quelle due stanze del Carretta ora a Rita farebbero parecchio comodo. Le vorrebbe dare alla madre per il suo laboratorio di sartoria, e alleviarle così il peso della vita grama che fa: vedova e col pensiero di una figlia zoppa, Rita, appunto; una malmaritata, Lirina, che non sa come liberarsi del muratore avvinazzato che ha sposato; e poi Vincenza, bella ma senza prospettive, che seduta sul legno di una barchetta vede riflesso nello specchio del lago il destino che l’attende e al quale non sa sottrarsi... 

La storia organizzata dall’autore si snoda lungo le rive del lago in provincia di Lecco, a Bellano, dove la comunità, ricca di singolari personaggi, è testimone e artefice. Ad accogliere il lettore è Spinetta Buboli che, dotata di un mirabile olfatto, riesce a far rinvenire il corpo in fin di vita del vecchio ciabattino, Annibale Carretta, meglio conosciuto come “strusciatore di donne” visto che “la mano morta era stato l’emblema della sua vita, quasi una ragione della stessa”. Per una strana ironia saranno proprio le donne di Bellano a contendersi la sua eredità e, attraverso un intricato intreccio narrativo, vedremo l’affermarsi della vedova Cereda e della sua famiglia. La bella ma insoddisfatta Elena riempirà la sua vita realizzando il proprio laboratorio di sartoria da tanto atteso in un contesto di striscianti perfidie e malcelate invidie, fra animosità e menzogne che avvelenano gli animi. L’epilogo lascia uno strano amaro in bocca... Anche in “La gita in barchetta” emerge la grande capacità di Andrea Vitali di colorare le pagine del suo romanzo con personaggi tratteggiati con  grande maestria, a cominciare dal nome di ciascuno. La maestria del narratore capace di sviluppare il proprio lavoro utilizzando complessi registri narrativi su differenti livelli, lasciando scorrevole la lettura. L’autore ci regala un romanzo malinconico con tratti di greve ironia dove emerge, come sempre nei suoi lavori, la grande esperienza di medico di famiglia che gli ha permesso di divenire il profondo conoscitore dell’animo umano che é. ◦ 4 stelle. Lettura consigliata!!!

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