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sabato 21 agosto 2021

Recensione libro La Rinnegata di Valeria Usala edito Garzanti

 Recensione libro La Rinnegata di Valeria Usala edito Garzanti

Scheda tecnica
Titolo: La rinnegata
Autore: Valeria Usala
Editore: Garzanti
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Ebook e copertina rigida
Pagine: 208
Pubblicazione: 26 Aprile 2021
Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro il pregiudizio da quando è nata. Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne. Neanche aver creato una famiglia con l’uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce con le sue forze, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è Maria, la bruja del villaggio, che vaga per le strade senza una meta precisa. Quando tutto cambia, Teresa deve difendere ciò che ha conquistato e dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a sé stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra. Valeria Usala ha scelto di dare voce a una donna dimenticata, una donna che ha deciso di resistere contro tutto e tutti. Una giovane autrice rompe il silenzio che avvolge una storia che ha molto da raccontare. Una storia in cui la Sardegna è protagonista attraverso la sua natura, le sue leggende e le sue contraddizioni. Una storia di coraggio e rinuncia. Una storia di amore e potere. Una storia di rinascita e di speranza.

La rinnegata, romanzo d’esordio di Valeria Usala, è stata una piacevolissima scoperta. L’autrice riprende l’eredità della Deledda, restituendo una Sardegna vissuta, di cui vengono raccontate senza vergogna le luci e le ombre, e una narrazione intrisa di una leggera malinconia. Ma quest’opera è anche fuoco, latente e inestinguibile, e femminista – nella maniera in cui cerca giustizia per una donna, la cui storia è stata tramandata troppo a lungo sottovoce. È la storia di un femminicidio mascherato da omicidio e il cui colpevole (come spesso accade) non è solo l’uomo che rivendica la posizione di potere, ma l’intero paese, che si dimostra invidioso e intollerante a ciò che sfugge al controllo e sembra alla ricerca di catene sempre più resistenti per imbrigliarlo. Alla storia di Teresa, la protagonista, si intreccia quella di Maria, la bruja del paese, che vive, anche se per motivi diversi, la sua stessa condanna: se Teresa è bellissima e inafferrabile, Maria è vecchia e spigolosa; entrambe, però, sono indipendenti e altre al pensiero e alle consuetudini del paese, e per questo motivo odiate, ma soprattutto considerate pericolose ed emarginate – a nulla valgono i tentativi di Teresa di guadagnare il rispetto del paese, sposandosi e conducendo una vita tranquilla, dal momento che è la sua natura libera e intelligente che viene temuta.

“Ci hanno cresciute per essere donne rispettabili a buon prezzo. Forse è l’unica cosa in cui siamo diventate esperte. E se non lo fanno gli uomini, ci pensiamo noi a rimproverarci a vicenda”. 

Le parole di Teresa, la protagonista, mi colpiscono ogni volta che le leggo, innanzitutto per la loro verità, ma anche per la loro attualità: l’autrice ha descritto in un paio di righe il leviatano invisibile e multiforme che è il patriarcato. Questo romanzo presenta un mix interessante: la magia di una terra di tradizione e un punto di vista moderno, evidentemente necessario per raccontare la storia di una donna che ha pagato con la vita la sua posizione nei confronti di questa tradizione. Il lettore si agita, scalpita e si infiamma durante la lettura, di certo è difficile rimanere sereni di fronte alle ingiustizie, specie se riportate in maniera tanto evidente; ma l’autrice conclude il resoconto con una pagina di speranza, invitando il lettore a non perdere fiducia nell’umanità, sicché come la Sardegna, e come ogni cosa, gli umani possono essere sia luce che ombra. Come ho scritto sopra, il libro è un resoconto romanzato di una storia vera, ma all’autrice va il merito di aver reso i personaggi e l’ambientazione indimenticabili. Sarà chiaro, ormai, che questo romanzo mi è piaciuto particolarmente; lo consiglio a tutti coloro che cercano storie rivelatrici, importanti, che rimangono scolpite nell’animo. 5/5

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