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mercoledì 22 luglio 2020

Recensione libro

L'appuntamento degli insonni. Sono cinque. Cinque per i quali la notte è solo una lunga attesa, di Gabrielle Levy, Salani Editore
Scheda tecnica
TitoloL'appuntamento degli insonni
Autore: Gabrielle Levy
Editore: Salani
Pagine: 224
Formato: Kindle e copertina flessibile
Genere: Narrativa contemporanea
Pubblicazione: 4 Giugno 2020
«Un fenomeno davvero bizzarro, eh, questa impossibilità di dormire? Un grande mistero, in effetti. Ma perché non ha funzionato con nessuno di noi? Siete un gruppo complicato. È piuttosto raro...» Sono cinque e non potrebbero essere più diversi. Claire, Lena, Michèle, Hervé e Jacques  hanno una sola cosa in comune: l'insonnia. Seppure da strade parallele, tutti loro sono arrivati al limite e, nella speranza di liberarsi da questo male che li emargina ogni giorno di più, decidono di partecipare a degli incontri di gruppo. Rallentati, nervosi, gli appuntamenti sembrano non avere né capo né coda, ma nel corso delle settimane i racconti iniziano a fluire, i legami si allacciano e le notti diventano teatro di situazioni improbabili... Riusciranno, insieme, a reinventare le loro vite?


“L’appuntamento degli insonni. Sono cinque. Cinque per i quali la notte è solo una lunga attesa.”
Il titolo già racconta tutta la trama necessaria ad apprezzare questo romanzo: gli insonni -Claire, Hervé, Michèle, Lena e Jacques- si incontrano periodicamente sotto la guida attenta e paziente di Helène, psicologa del sonno, che tenta di aiutarli a riprendere in mano la loro vita. E da questi incontri nasce un legame profondo, importante, di cui i personaggi non sapevano di avere così tanto bisogno.Il taglio è quello di un romanzo psicologico, costruito in maniera intelligente e accattivante. L’insonnia, infatti, più che un pretesto narrativo, è il motivo della scelta strutturale dell’autrice. La narrazione segue i diversi punti di vista dei personaggi, secondo un ritmo spezzato che rispecchia appieno quello di una vita che prosegue per inerzia, alternata a pochi momenti di lucidità.Poi, è intessuta nei caratteri dei personaggi, come se l’insonnia fosse un modo d’essere e non una malattia. Ed è così, infatti, che l‘argomento viene trattato: l’insonnia e i problemi che ne sono la causa o l’effetto sono affrontati dall’autrice con una delicatezza invidiabile. Il finale mi ha lasciata un po’ insoddisfatta, ma probabilmente è per gusto personale: se la prima parte del racconto rispecchia lo stile del romanzo psicologico dalle tinte scure e dai personaggi problematici, la conclusione è decisamente più leggera. Un finale chiuso un po’ forzato, a mio parere, come se l’autrice avesse voluto trovare per forza una soluzione ai problemi dei suoi personaggi e una conclusione felice, quando tanto avevo apprezzato il tono realistico del resto del romanzo. Tanto più che l’opera risulta ispirata a fatti realmente accaduti nella vita dell’autrice, questo repentino cambio di tono fa insospettire il lettore circa l’autenticità della conclusione. Per esempio, il discorso che tiene Helène durante l’ultima riunione del gruppo, lungo quasi dieci pagine, stona un po’ con lo stile degli incontri precedenti, brevi ma intensi, che rispecchiava bene il ritmo altalenante delle vite dei protagonisti. Nonostante questo, l’opera è sicuramente ben scritta e accattivante e mi ha regalato personaggi di cui non mi scorderò facilmente.4.5/5

Recensione di Beatrice










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