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venerdì 10 novembre 2017

Spazio nuovi autori: Recensione "Romanzo Disumano" di Alessio Pecoraro






                                                   SCHEDA TECNICA


Titolo: Romanzo disumano

Autore: Alessio Pecoraro

Editore: Nulla Die

Pagine : 199

Pubblicazione: 27 Febbraio 2017


                                                             Gradimento






Ho terminato la lettura del romanzo da qualche giorno e prima di accingermi a scriverne la recensione, ho preferito metabolizzare le emozioni scaturite dalla lettura.

Non è facile recensire “Romanzo disumano” di Alessio Pecoraro, in quanto non presenta una trama scontata ma  trattasi di un libro di una complessità non indifferente in cui si incardina un livello da meta-libro e di cui è difficile specificarne il genere.
Osservate bene la copertina del romanzo perché fondamentale per comprendere  il significato di ciò che scrivo e di ciò che l’autore  ha voluto trasmettere raccontando questa storia .

Il romanzo è come se fosse un’opera teatrale, una storia decisamente inusuale , in cui i protagonisti vivono la loro vita e la loro esistenza in tre atti differenti seppur incastrati tra loro. Questa particolarità strutturale inizialmente potrebbe creare confusione al lettore in quanto riesce difficile ad incastrare i personaggi in un ‘unica catena; ma proseguendo con la lettura, il quadro si schiarisce e si definiscono le varie parti.
I protagonisti del romanzo sono:  Max, Jorge e Cleo, tre persone differenti uniti dalla passione per il teatro e per le arti.  
Iniziamo a conoscere la loro storia e seguiamo il filo teso dall’autore per capire dove ci condurrà.

Vi ricordate il film Disney “A Christmas Carol”  con lo scorbutico  finanziere avaro ed egoista  Ebenezer Scrooge, che durante la notte sogna tre spiriti, quello del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro?
Bene è esattamente quello che succede ai nostri personaggi , anche se cambia l’atmosfera e il luogo. I tre spiriti sono qui rappresentati dal presente, ( sbornie, eccessi, avventure) ; passato ( infanzia  e adolescenza) ; futuro ( la Morte) .

Lo spirito del Futuro si presenta ai tre personaggi in momenti e ambienti diversi :
-Max si trova in un grande teatro in cui i personaggi secondari della sua vita che fungono da spettatori sono tutti coloro la cui presenza ruota intorno alla sua esistenza .

“Platea e loggioni , tutti gli occhi della gente sono su di me. […] ho paura . Mi sposto sotto il loggione centrale, accanto all’entrata della platea…alzo la testa e vedo la gente affacciarsi dai balconcini : molti indicano la scena dove c’è ancora Lei che mi tende la mano…[…]

-Jorge amico di vecchia data di Max,  la incontra  in una grande biblioteca  in cui i libri sono catalogati e custoditi in base “ ai nomi di chi deve ancora nascere e di quelli già nati”.

“Quindi me ne indica uno dove sul dorso c’era scritto “Jorge”.
-Prendilo – mi ha detto. E io l’ho preso
-Sfoglialo- Mi dice.
-Era il libro della mia vita. Ogni pagina era un periodo della mia vita quello”.

 -Cleo, fidanzata di Max, dipinge su una tela una donna simile alla "donna" conosciuta da Max nel teatro.  Sarà solo una coincidenza? No, perché quella donna nel quadro la risucchia nel suo mondo e le fa conoscere la "sua vera anima"; quell’anima che lei nasconde al mondo e a se stessa .
“E’ stata appena inghiottita dal dipinto , risucchiata da un mulinello di colori della tela che l’ha catturata come se fosse stato un retino per farfalle” .
“Mi ha rinchiuso dentro un albero , dice che deve insegnarmi a capire …altrimenti rinsecchirò come quell’albero . Ho promesso che le darò ascolto d’ora in poi …mi ha perdonato ridandomi la vita.
In tutti e tre i casi , l’incontro con la Morte percorre un tempo di soli 10 secondi ; un breve lasso di tempo in cui i personaggi vedono scorrere lungo i loro occhi, tutta la loro vita come spettatori e non come protagonisti.
Risultati immagini per immagini teatro

La lettura del libro parte in sordina ma prende velocità man mano che si scorrono le pagine.
Romanzo intenso a ritmo cadenzato grazie al linguaggio articolato e complesso che sfocia  in aspetti psicologici e filosofici come la Misantropia; termine  ripetuto con frequenza per tutto il capitolo come se fosse una musica stonata tale da  disturbarne la lettura al lettore.
Ma forse l’intento dell’autore è proprio questo: disturbare per far riflettere.
L’intensità del romanzo perde la sua forza nell’uso spropositato  dei suoni onomatopeici  (utilizzati per imitare il battito del cuore)  e nell’utilizzo di un linguaggio iniziale scurrile  e volgare.
Ma il merito dell’autore secondo me, (che gli ha fatto guadagnare le mie 5 stelline)  è  di esser riuscito a stabilire un rapporto con me lettrice , creando un dialogo continuo dall’inizio alla fine , compreso i ringraziamenti che di solito non leggo mai; ma fortunatamente, stavolta mi sono spinta fin là e non me ne pento.
Quindi , a mio parere, in questo libro, più che raccontare una storia, "l’autore – narratore", affronta questioni psicologiche riguardanti le scelte più profonde di ciascuno di noi, comprese le sue personali , racchiuse nei ringraziamenti rivolti al fratello che lo guarda da lassù:
" A lui dedico l'intero romanzo, tutte le virgole e i punti di questa storia.
A lui dedico l'odore della carta che avrebbe amato annusare. [...]
A lui dedico i miei pianti in solitudine, il desiderio di averlo ancora accanto, gli abbracci che non gli ho mai dato e le parole che non gli ho mai dette. [...]"
Libro profondo che mi ha emozionato e risvegliato sensazioni che pensavo di aver represso;  tutto ciò senza rendermene conto. Alla fine della lettura ho rivisto la mia anima riflessa nello specchio : la sua immagine “nuda” senza barriere né barricate.
Sarà questo l’obiettivo dell’autore?
Non posso dirvi di più per non spoilerare , sono certa che mi odiereste se lo facessi.
Leggete il libro, aprite il vostro cuore e la vostra anima e capirete senza ombra di dubbio il messaggio che l’autore Alessio Pecoraro vuole far giungere a tutti i suoi lettori.
Certamente essendo un autore emergente ha tanto da correggere, riprendere e migliorare; ma ci troviamo di fronte ad un autore che ha tanto da offrirci e da comunicarci.
Chiudo il sipario su questa storia riportando l'ultima pagina del romanzo:

" Si chiude il sipario, Signori e Signore. Potete pure uscire dal vostro teatro, dal vostro piccolo regno. Prego, liberate le poltrone e i loggioni. Andate ad esplorare la vostra vera vita , quella che non vi fa solo esistere , ma vivere. Lasciate i vostri posti fatti di sogni a chi è ancora troppo umano.
Insisto, Signore e Signori, uscite fuori nel mondo .
 Sulla Terra...
Si sono conclusi i tre atti di questa storia. Bizzarra. Assurda.
Di fantasia?
Chissà che tremori avreste se vi dicessi che forse è tutto vero...
[...] Diventate disumani.
Esserlo non è dispregiativo.
Anzi, vuol dire non voler aver nulla a che fare con l'umanità.
L'umanità è solo il giusto mezzo tra follia e saggezza.
Quindi siate solo folli o solo saggi.
Non essere degni dell'umanità vuol dire non accettare le regole malate e logore degli uomini.
Vuol dire essere diversi, nuovi, sorprendenti.
Disumani appunto.
Siatelo.



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