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lunedì 17 giugno 2024

Recensione del romanzo "Delitti ai navigli di Milano" di Giancarlo Bosini

Delitti ai navigli di Milano di Giancarlo Bosini


Scheda tecnica
TitoloDelitti ai navigli di Milano
AutoreGiancarlo Bosini
Editore: ‎ Macchione Editore
Pubblicazione: 22 marzo 2024
Genere: Giallo
Pagine: 152
Formato: Copertina flessibile
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Milano 1928, il fascismo è al potere, la vita va avanti come sempre, ma nell’aria è percepibile un clima oppressivo, in cui non mancano limitazioni alle libertà, censure e delatori. Tre cadaveri vengono ritrovati nel naviglio. Per la questura si tratta dell’opera di un pazzo, ma per Martone, un giornalista del Corriere caduto in disgrazia ed emarginato a causa delle sue idee antifasciste, la cosa non è chiara e partendo da una labile traccia inizia un’indagine che lo porterà a scoprire un’incredibile verità.
Ve li ricordate i vecchi gialli Mondadori che da oltre  90 anni hanno firmato la storia editoriale italiana? Penso che gli anta come me e gli amanti del genere noir e poliziesco, li ricordino bene. Leggere il libro "Delitti ai navigli di Milano" è ritornare indietro nel tempo e a quel genere noir classico, breve, diretto e conciso che calamita il lettore in una fantastica avventura misteriosa che entra subito nella storia senza troppi preamboli. Il libro ha la classica formula in capitoli brevi, che non iniziano con il conteggio dei capitoli, ma con un titolo. E' come se la storia iniziasse nel 1 capitolo, ma non finisse mai. Ogni volta se ne chiude uno; cambio titolo e cambio scena. Immaginate di assistere ad uno spettacolo teatrale a più riprese. Ma che alla fine confluiscono nello stesso finale. La storia è ambientata nella splendida Milano del 1928, la cui bellezza viene oscurata dal potere e dalla dittatura fascista che nasconde intrighi e collaborazioni con la camorra. E a rimetterci ovviamente è la popolazione e la splendida città. Molto belli i dialoghi tra "due comari" che si raccontano i pettegolezzi tra un capitolo e un altro, e si distinguono per la scrittura in corsivo; dialoghi in cui ci scappa anche qualche termine dialettale milanese che a me terrona ha fatto sorridere. Complimenti all'autore che ha saputo dare un giusto risalto alla storia senza denigrare quella parte di Sud che nulla a che fare con la malavita, non facendone come si suol dire "di tutta l'erba un fascio", come ho letto altre volte in altri romanzi. La storia è ben scritta e ben delineata, da leggere tutto d'un fiato. Apparentemente dietro a tre omicidi ci sarebbe la firma di una solo uomo, ma nulla è come appare, e le ricerche di  Martone, un giornalista del Corriere, ce ne darà atto. La storia si basa sugli odori: ogni cosa, situazione, luogo, ha un odore differente; odore che si mescola alla vita e alle sue vicissitudini; questo particolare mi ha colpita maggiormente...e poi la visivamente c'è sempre la nebbia... odori e immagini si mescolano creando una bella atmosfera ricca di tensione e pathos. Lettura consigliatissima.  







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