Titolo: Le luci di Settembre
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Editore: Mondadori
Data pubblicazione: 3 Luglio 2012
Pagine: 276
Prezzo: 7.99 Kindle; 7.65 cartaceo
Le luci di Settembre è il terzo libro di Zafon pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1996. Un romanzo diverso dagli altri che trasporta il lettore in storie di magia , mistero e avventure .
Irene e Ismael lottano contro un nemico invisibile per salvare Simone e svelare un oscuro segreto che li trascinerà in un'avventura emozionante , in un momdo labirintico di luci e ombre.
“Quella notte un lampo purpureo
attraversò la volta del cielo , tracciando una scia di cenere ardente che si
perdeva all’orizzonte”:
è questo il sogno ricorrente di Irene, orfana di padre,
Armand Sauvelle, ridotta in miseria insieme al suo fratellino e alla madre, in
seguito alla morte.
Miseria difficilmente colmabile,
ma che arma le due donne di immenso coraggio e voglia di praticare ogni piccolo
mestiere, purchè si tramuti in pane in tavola ogni giorno.
Passano così le giornate di Irene
e di Simone, vedova Sauvelle, che Zafon ambienta in grigi anni Trenta, in
Francia: scorrono giornate monotone, tristi, che quasi non lasciano alcuna
speranza ai due ragazzini orfani, ne alcuna
possibilita’ di futuro.
Ma come ogni storia che si rispetti,
sorge la quiete dopo la tempesta: un’offerta di lavoro da governante per
Simone, nella villa di un ricco ed importante costruttore di giocattoli,
Lazarus Jann.
La villa è sulle Coste della
Normandia, in Baia Azzurra, e il piccolo nucleo famigliare prende la decisione
di trasferirsi immediatamente: forse la possibilita’ di una vita migliore puo’
essere ancora abbracciata, pensano i tre protagonisti.
Quella che in un primo momento
sembra un ambiente fantastico, adorno di giocattoli di ogni tipo, si trasforma
in qualcosa di sinistro: in ogni angolo della casa si odono meccanismi,
ticchetti, e giocattoli che prendono vita: quelli che Lazarus Jann costruisce,
non sono soltanto dei giocattoli, sono degli automi!
Da dove nasce, dunque, questa
passione? Questa ormai divenuta ossessione, nella costruzione di giocattoli
dotati di una propria anima? Ha forse a che fare, con quella stanza, in fondo
alla villa, che non viene mai aperta e che nemmeno Simone, in quanto
governante, può accedervi?
Irene e il fratellino, tentano di
trasformare quell’ obbligato trasferimento in quel luogo in una nuova
opportunita’ di avventura: Irene fa conoscenza con Ismael, giovane pescatore
del luogo, con il quale parte alla scoperta dell’isolotto del Faro, che tutti
descrivono come “stregato”; Dorian, esplora il bosco di notte, con la sua
bicicletta. Durante una di queste ronde, si imbatte contro qualcosa di
meccanico, forte e spaventoso: ma e’ davvero uno dei giocattoli di Lazarus?
E quelle luci del faro,
sull’isolotto, che si accendono soltanto di notte?
Frutto dell’immaginazione, oppure
opera del fantasma della donna che abita da anni quell’isolotto ormai
abbandonato?
Da assidui lettori di Zafon, dopo
aver conosciuto letture come "L’ombra del Vento" e il "Gioco dell’Angelo", si resta
un pò sconcertati dopo la lettura di questo libro: difficilmente, anche, si
pensa di accostare tale lettura ad uno scrittore come lui.
La magia che Zafon ci aveva
regalato e nella quale ci aveva
immerso e guidati con i due libri precedenti, sopra nominati, sembra scomparsa
e aver lasciato il posto ad una lettura per adolescenti. Nella prefazione del libro, infatti, lo stesso Zafon, ha scritto che nella stesura di questo romanzo ha pensato a cosa sarebbe piaciuto a lui da ragazzo, al tipo di lettura che avrebbe attratto la sua attenzione. Ha quindi scritto un romanzo di magie ed avventura pensando con "la testa" di ragazzo ed adolescente.
Ma nulla da
rimproverargli se il suo intento era quello di accontentare un pubblico di adolescenti. Sara’, dunque, riuscito a conquistare
anche un pubblico più adulto?
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