Recensione libro Il sangue di Luino di Cesare Gigli, edito da Dialoghi
“Non capiva nulla: quel dialetto era ancora una lingua straniera e continuava a sentirsi, proprio lui, così abituato a essere parte dell’ambiente che viveva, estraneo al mondo che lo circondava. Provava una vaga sensazione di malessere. L’impressione di essere trattato come uno straniero, quasi un essere inferiore, era palpabile persino in caserma. Non solo continuava a essere visto male dai soldati, ma i due militi che aveva incontrato il giorno in cui era arrivato, Brambilla e Radaelli, non rispondevano neanche se li chiamava, quasi sfidandolo con la loro indisciplina e indirizzandogli frasi in dialetto stretto che lui non ca- piva, ma che percepiva fossero insulti.”
Italo così per bene che stringe immediatamente amicizia con il collega Gaetano Pedronetto, alto e biondo “che sembrava nato per fare quel mestiere”. Presto “A Italo sembrò che il suo amico stesse cambiando espressione. Percepiva nei suoi occhi ammirazione e sorpresa al tempo stesso. «Io credo tu sia una persona eccezionale, Italo» disse infatti. «Hai avuto coraggio per te stesso, ami la Patria come me, e sei disposto a tanti sacrifici per essa. Se solo tutti vedessero come sei, e non solo il fatto che hai un dialetto diverso dal nostro...»”
Italo che presto comincia a fare i conti con la consapevolezza “Capì in un lampo che non c’era solo qualcosa di sbagliato in tutto ciò che era successo. Lo era tutto...”. Cesare Gigli, con “Il sangue di Luino “ci ha fatto un regalo bellissimo. Un romanzo delicato e appassionato dove l’amore e le sue declinazioni si affiancano alla narrazione di momenti strazianti. Con un linguaggio chiaro e scorrevole, il racconto fluisce attraverso le pagine riportando immagini nitide dei fatti e dei personaggi, stimolando a considerazioni e approfondimenti circa il periodo storico in cui la storia è ambientata. Sullo sfondo, un senso di solitudine lancinante che spiega perfettamente la sensazione di svuotamento che si prova quando la realizzazione del sogno di una vita si scontra con la realtà della vita stessa. Un testo che fa riflettere e che analizza temi fondamentali anche ai nostri tempi dove i confini sono divenuti più permeabili e noi, cittadini europei. Un mondo dove le donne lavorano quanto gli uomini e sì, votano, contrariamente a quel che nota Italo ai suoi tempi, ma quanto hanno ancora da fare per realizzare una reale uguaglianza dei generi. Un libro troppo breve. 5 stelle