Lettori fissi

sabato 14 aprile 2018

Due chiacchiere con l'Autrice - I Neri e i Rossi, le trame segrete - Finalista Premio Cerruglio


 I Neri e i Rossi, le trame segrete
Patrizia Zangla 



Quando leggerete questa intervista vi renderete conto della passione che un Autore, come Patrizia, mette nella creazione della propria opera. C'è chi lo dice semplicemente, c'è chi lo esprime in ogni parola che usa per rispondere alle domande che riguardano il suo lavoro. Si sente in particolare lo studio, l'impegno e la profonda analisi dei fatti.



Oltre la biografia che possiamo leggere sull'aletta di 4^ di copertina, chi è Patrizia Zangla?

Chi sono? Domanda complicata, la mia biografia è ricca, mi definisco ‘frontiera’, sono nata e cresciuta a Bolzano da genitori siciliani, poi ho vissuto in Sicilia, ho il rigore nordico e l’estro siculo. Mi sono laureata prestissimo, ho vinto il Concorso a cattedra e ho iniziato a insegnare al Liceo Classico, lo stesso che avevo frequentato qualche anno prima, dove ho ritrovato i miei professori. Ho continuato a collaborare con l’Università, ho affinato il metodo di ricerca storica e per conto dell’Università ho pubblicato le prime ricerche storiche, sono stati anni difficili in cui incastrare gli affetti allo studio, anni in cui ho imparato tanto, poi … ho volato da sola. Sono una contemporaneista, mi occupo di storia di Genere, dei regimi totalitari e degli anni di piombo.
Cosa sono? Una studiosa attratta dall’über -l’oltre-, una ricercatrice che vuole capire, entrare in profondità nei fatti, osservarli da prospettive diverse, collegarli fra loro, lasciando la dimensione d’insieme senza perdere di vista i tratti peculiari distintivi.
Sono anche una mamma … lo sono stata presto, oggi i miei ragazzi sono grandi, ma io sono sempre una mamma.

In questo saggio hai parlato dei personaggi o delle organizzazioni che hanno caratterizzato il periodo degli "anni di piombo". Ma come era e cosa faceva il resto della società italiana?

Scorrono tante situazioni, tanti luoghi -Milano di Pinelli, Valpreda e Calabresi, Padova di Freda e di Negri, Roma dei politici, di Moro e delle BR- tante persone coinvolte a vario titolo, terroristi, uomini delle istituzioni, politici, intellettuali, giornalisti che mi hanno aiutato a tratteggiare la società del tempo. In questo saggio mi è piaciuto scoprire le atmosfere di quegli anni, di quella società un po’ bacchettona e garbata come le Signorine buonasera, che non sono slegate, ma unite al corpo del testo.
Questa è stata la cosa per me più difficile ma necessaria perché i fatti della strategia della tensione e della lotta armata avvengono in quel contesto, in quella società, dovevo essere così brava da far capire al lettore tutto questo.
Qui - devo dire - c’è anche la mia dimensione di «storica», colgo sfumature che un uomo non coglie.
Volevo far incastrare i due corpi sociali, quello in superficie e quello sottotraccia, dove coesistono forze contrarie: quelle che simpatizzano per l’eversione rossa e quelle conservatrici per l’eversione nera.
Ho ricostruito i due volti contrapposti del Belpaese: l’Italia di Carosello e Canzonissima e quella sottotraccia, dove silenti si muovono nei gangli dello Stato ambigue figure ma anche l’Italia dei cortei e delle bombe in strada e della tranquillità quotidiana, delle mamme - come la mia - che pronunciavano la frase: A letto dopo Carosello!

Era assolutamente necessaria la lotta armata? Non bastava rappresentare più democraticamente le proprie ragioni?

In senso ampio ci sono sempre altre possibilità per rappresentare la propria volontà, ma questo è un ragionamento fuorviante perché sconfina nell’analisi filosofica, questo è invece un terreno rigorosamente storico. Io non sono una testimone, per ragioni anagrafiche non ho vissuto quegli anni, questo è positivo perché non ho nostalgie ideologiche, ho un distanziamento critico nei confronti dei fatti che conferisce al mio lavoro rigore, però è anche negativo perché questi anni appartengono alla Storia molto recente ed è più faticoso raccogliere informazioni e poi confrontarle fra loro, selezionarle, infine valutarle e interpretarle. Questa è una premessa importante perché in sé la Storia unisce la testimonianza all’immane corpo della documentazione, e nello specifico per questa parte di storia ancora così vicina questo è un lavoro di ricerca complicatissimo. La sfida è proprio tornare a quel contesto, a quel momento, mantenere lucidità e obiettività e tenere comunque in dovuto conto il mio punto di vista.
Alla luce di questa premessa, penso che in quel contesto la violenza è stata intesa come necessaria e persino positiva, come metodo dell’azione. Gradualmente, negli anni matura il passaggio dal dissenso gridato al dissenso armato e organizzato, la gioia diventa ‘rabbia armata’ verso chi si ritiene nemico. Questa parte di storia rischia di non essere adeguatamente esaminata se sfugge la storicizzazione, la specifica dimensione storica, in termini chiari il lettore deve essere portato ‘dentro’, molto dentro ai fatti, deve capire perché tanti giovani hanno imbracciato una pistola e hanno creduto di fare bene. Questo non significa giustificare ma rispettare i fatti. Questi sono gli anni della pulsione fortissima che veniva dalle piazze, dagli studenti, dagli operai, c’è la volontà ritenuta giusta, di dare risposta alle bombe nere, ossia al terrorismo nero e alla strategia della tensione.
Certo, nella valutazione odierna potrebbe apparire come una giustificazione perché si ragiona sull’effetto, su cosa ha prodotto la lotta armata, si sofferma l’attenzione sull’esito, sul bilancio drammatico e smisurato - perché di questo si è trattato - della violenza, sulle vittime, ma questa è altra valutazione, eventualmente parallela.

Cosa è cambiato da allora?  

Tutto. Veramente tutto. Dal tanto impegno, vissuto come un credo, al disimpegno vissuto come un credo. Meno coralità e maggiore individualismo. Quella è l’Italia degli opposti estremismi, dei Neri e dei Rossi, della divisione in piazze nere e piazze rosse, dei quartieri rossi e quartieri neri. La nostra è una società liquida, molto avanzata tecnologicamente, e molto rapida. Mi viene tenerezza a pensare a certi scritti che ho consultato, alle testimonianze di quegli anni che riferivano le  «lunghe discussioni» fra i giovani, il loro desiderio di mettere in discussione ogni cosa che è molto di più del consueto ribellismo giovanile.


Prendendo atto anche delle conquiste sociali che si sono verificate, è vero, come ho scritto nella recensione, che quel periodo ha rappresentato forse la prima accelerazione verso la frenetica vita moderna?

Indubbiamente, quel momento ha accelerato il percorso storico, lo ha anche cambiato in meglio, penso alle grandi conquiste: l’uguaglianza fra i sessi, il diritto allo studio, le leggi sull’aborto e sul divorzio, etc.     

Che ruolo ha giocato la stampa dell'epoca?

Straordinariamente importante. Casalegno, Maffai, Cederna, Tobagi, Montanelli, De Mauro, Zavoli e tanti, tanti altri. Firme da brivido!
Il ruolo della stampa in quegli anni è stato importantissimo, i giornali, la radio, la televisione, i mezzi di comunicazione di massa, e prima ancora le agenzie, sapevano di far leva sul lato emotivo della gente comune, hanno avuto per questo un potere enorme e molto di più lo ha avuto chi ha volontariamente orientato la stampa a proprio vantaggio, penso alla frase «Mettiamo la bomba e montiamo la stampa».
Questo è l’altro focus della mia indagine, lasciare emergere la lettura mediatica, il rapporto fra informazione e controinformazione, e le informazioni orientate e orientanti del pensiero dominante. Spesso nel libro emerge come le informazioni sono state anche distorte o deviate, da strutture clandestine sollecitate da ambienti istituzionali deviati, da realtà internazionali, da uomini legati a poteri e da uomini dello Stato che hanno lavorato sottotraccia per  sovvertire lo Stato. Questo è un aspetto di grande rilevanza.

Cosa sarebbe cambiato con i nuovi sistemi di informazione?

Tutto. A volte ci penso, penso che l’esito di molti fatti sarebbe stato differente nel bene e nel male. Nel saggio cerco di entrare nella centrale della strategia della tensione, di cogliere le relazioni con il mondo politico, affaristico, nazionale e internazionale, di capire come funziona il potere deviato e se c’è stata una centrale unica dell’eversione rossa, oggi mi dovrei muovere in altro modo, per capire le stesse cose dovrei diventare necessariamente un esperto informatico come avrebbero dovuto esserlo tutti o quasi i protagonisti del mio saggio.

Sappiamo veramente tutto rispetto ai fatti accaduti?

C’è sempre un - non detto -, più di uno. La mole documentale è imponente, le testimonianze sono anche incongruenti, contraddittorie, ci sono ombre da dissipare.
Tuttavia, come emerge dal saggio il tema non è la verità, questo è un termine storicamente fuorviante. Lo storico deve cercare di ricostruire meglio che può il fatto-evento, appunto, meglio che può, una porzione resta comunque segreta appartiene ai vertici dello Stato. In ogni caso, non mi interessa dividere il mondo fra buoni e cattivi, né il manicheo distinguo tra verità e bugia, non condanno né assolvo, cerco di far parlare i fatti, e metto ordine.
La Storia non è una scienza esatta, questo il motivo per cui di alcuni fatti-eventi propongo più ipotesi interpretative, di altri raggiungo nuove prospettive.
C’è ancora spazio per la ricerca, e io ne sono molto contenta!

Sei d'accordo che quanto hai scritto nel tuo saggio dovrebbe essere materia di studio nelle scuole superiori, anche a costo di ridurre lo studio delle guerre puniche?

Magari. La storia è tutta importante, il problema principale è la didattica, ossia come è insegnata. Rispondo così: è insegnata male dai docenti, come un susseguirsi di date e dati di cui non resta traccia nella testa degli studenti. Riguardo ai contenuti più che togliere si dovrebbe rimodulare in toto e collegare ai fatti antichi quelli più recenti. Questo è un altro nodo, non è insegnata bene la parte di Storia dopo la II guerra mondiale, si fa molto in fretta e per grandi sintesi a discapito delle giovani generazioni che sono alla radice private di conoscenze e di poter sviluppare un forte senso civico di cui avrebbero bisogno per essere pienamente uomini e donne del proprio tempo, italiani e europei. Per questo è importante far conoscere. È un recupero identitario per i ragazzi e per i tanti italiani smarriti e privi di memoria. Questo è un tema molto attuale.

Vuoi farti una domanda che noi non ti faremmo?

“Perché dovrebbero leggere questo libro? Perché?”

Perché? È stata una sfida scriverlo, per tante ragioni. Le fonti consultate non sono più quelle canonicamente intese come fonti documentarie, è stato necessario valutare una mole spropositata di materiale, oltre a quello documentale d’archivio, fonti memorialistiche, biografiche, giornalistiche, atti giudiziari - che sono una quantità  impressionante. Poi procedere … e procedere, ovvero selezionare, vagliare, interpretare criticamente, affrontando il rischio di disperdere la ricerca in mille rivoli, perdere il tessuto, l’ordito narrativo.
È una ricerca vastissima senza punto conclusivo e - questo mi piace tanto, anche se mi fa impazzire - e mutevole. La storia è mutevole, naturalmente lo è, contrariamente al pensiero comune che la ritiene immutabile. Sto continuando a studiare e sto rileggendo e rivedendo anche quanto già visionato. 
Perché? È utile. È un’opera di divulgazione storica moderna, anche snella, è un libro di educazione civile, utile come concreto apporto alla coscienza politica e civile del nostro Paese.
Perché? Perché fa bene a una società cieca come la nostra. 
                                                                         
Ultima domanda - A proposito della tua partecipazione al Premio Cerruglio, cosa vorresti dire alla Giuria del Premio perché debba scegliere il tuo libro?

Spero possa piacere leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo. 

Grazie, Patrizia e ... in bocca al lupo!

Valter
 

COMUNICATO STAMPA NUOVA USCITA QLGBT - "FAMA E FORTUNA" - di TM SMITH - QUIXOTE EDIZIONI DAL 16 APRILE

COMUNICATO STAMPA NUOVA USCITA QLGBT - "FAMA E FORTUNA" - di TM SMITH - QUIXOTE EDIZIONI DAL 16 APRILE

 
SCHEDA TECNICA

 
TITOLO: Fama e Fortuna
TITOLO ORIGINALE: Fame and Fortune
AMBIENTAZIONE: New York
AUTORE: TM Smith
TRADUZIONE: Valentina Volpi
COVER ARTIST: Jay Aheer
SERIE: All Cocks #2
GENERE: Qlgbt Contemporaneo
 FORMATO: E-book (Mobi, Epub, Pdf) e cartaceo
PAGINE: 170
PREZZO: 3,99 € (e-book) su Amazon, Kobo, iTunes, Google Play, Store QE
DATA DI USCITA: 16 Aprile 2018
Victor Dimir è figlio di immigrati rumeni, che gli hanno insegnato il valore delle tradizioni e, al tempo stesso, gli hanno mostrato come diventare un accorto uomo d’affari. Ma sono state le attenzioni rivoltegli da un compagno di scuola a far conoscere a Victor la propria sessualità. Quando ha deciso di fare coming out con i suoi genitori, sapeva che non sarebbe stato facile, ma non si aspettava certo che l’avrebbero addirittura disconosciuto.
Andrew Jones è cresciuto con una madre single e con la nonna, che gli hanno insegnato a vivere nonostante un padre assente, il cui unico merito è quello di avergli regalato una videocamera per il suo compleanno. Quando Andrew parte per il college con una borsa di studio, finisce per innamorarsi del proprio compagno di stanza rumeno. I due diventano inseparabili e cominciano un’attività insieme: un sito internet dedicato al porno gay, dove la gente sarebbe andata a guardare del porno romantico, invece del solito schifo. Dopo dieci anni insieme, Andrew e Victor sono ancora perfettamente felici, inconsapevoli però che manchi loro qualcosa, fino a quando non incontrarono un giovane uomo spezzato, in cerca di una famiglia.
Matthew Carlson non ha un tetto sulla testa, non ha un lavoro ed è un uomo distrutto. A sedici anni è scappato di casa, costringendosi a fare un sacco di cose diverse, pur di sopravvivere. Così, quando trova un volantino di All Cocks, decide di scoprire dove lo porterà. Cos’ha da perdere, dopotutto? Matthew ha delle cicatrici profonde, non visibili alla maggior parte delle persone, ma quando entra in All Cocks, sia Victor che Andrew riescono a vedere il buio nei suoi occhi. Possono anche vedere lui. È possibile per tre uomini, che prima non sapevano quanto avessero bisogno l’uno dell’altro, superare il pregiudizio della società e trovare la loro felicità insieme?
 
 
Figlia di un soldato, nata e cresciuta a Fort Benning, in Georgia, TM Smith è un’avida lettrice, nonché scrittrice e critica letteraria. Attualmente vive in Texas, in una piccola città nella periferia di DFW Metroplex. Per gran parte del tempo la si può trovare raggomitolata insieme al suo kindle e a un buon libro, accompagnati da un bicchiere di qualcosa di rosso e invecchiato o una tazza di caffè fumante. A quarantadue anni, ha deciso di iniziare una nuova fase della sua vita, aggiungendo il titolo di “autrice” alla lista di traguardi, che includono anche quello di madre di tre bambini incredibilmente vivaci e decisamente diversi fra loro, uno dei quali è affetto da autismo. TM Smith è una dichiarata sostenitrice per la ricerca per l’autismo e i diritti della comunità LGBTQ.

www.quixoteedizioni.it
 
 IL PRIMO VOLUME DELLA SERIE :

Gay For Pay: (Edizione Italiana) 23 Giugno 2017


 
 
 

 


 

La classifica dei libri piu' venduti della settimana sulle piattaforme online Giunti al Punto e La Feltrinelli



Classifica di vendita
nelle Librerie Giunti al Punto


I primi tre posti restano immutati e la classifica non subisce ulteriori scossoni se non dal 4 posto in poi.
Mio caro serial killer di Alicia Gimenez - Bartlett ( Giallo / Thriller)

L'ispettrice Petra Delicado di Barcellona è un po' giù, sente che gli anni le sono piombati addosso tutti insieme. Un nuovo caso la scuote, un delitto «mostruoso e miserabile» che la rimescola dentro in quanto donna. Una signora sola, mai sposata, con un piccolo lavoro e una piccola vita, è stata trovata accoltellata. L'assassino si è accanito su di lei e ha poggiato sul corpo martoriato un messaggio di passione. L'indagine mette in luce che in quella esistenza era entrato l'amore, quello che illude e sconvolge una «zitella», come ripetono i maschi facendo imbestialire Petra. Tutto parla di femminicidio. Inizia con l'inseparabile vice Fermin Garzón il tran tran da segugi di strada che annusano il sospetto, un uomo insignificante che non lascia tracce. Però il rituale di sangue e lettere d'amore si ripete uguale ai danni di altre vittime. Si stende l'ombra preoccupante del serial killer e, anche per compiacere la stampa, alla coppia viene aggiunto, con funzione direttiva, un ispettore della Polizia autonoma della Catalogna, un giovane dal piglio moderno, rigido e pedante. Tutto l'opposto della collaudata coppia di sbirri, abituati a farsi sorprendere dalle intuizioni, ad attardarsi tra burette e tapas insaporite dal continuo battibecco. Così l'indagine prosegue nella tensione tra due generazioni e due modi opposti di investigazione e di vita. E forse questo allude metaforicamente allo scontro attuale tra i due patriottismi iberici. E porta dentro un bizzarro mondo metropolitano, le agenzie per cuori solitari.
 2) Storia della mia ansia di Dari Bignardi ( Narrativa contemporanea)

Un pomeriggio di tre anni fa, mentre stavo sul divano a leggere, un'idea mi ha trapassata come un raggio dall'astronave dei marziani. Vorrei raccontare così l'ispirazione di questo romanzo, ma penso fosse un'idea che avevo da tutta la vita. 'Sappiamo già tutto di noi, fin da bambini, anche se facciamo finta di niente' dice Lea, la protagonista della storia. Ho immaginato una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l'ansia. Lea odia l'ansia perché sua madre ne era devastata, ma crescendo si rende conto di non poter sfuggire allo stesso destino: è preda di pensieri ossessivi su tutto quello che non va nella sua vita, che, a dire il vero, funzionerebbe abbastanza. Ha tre figli, un lavoro stimolante e Shlomo, il marito israeliano di cui è innamorata. Ma la loro relazione è conflittuale, infelice. 'Shlomo sostiene che innamorarci sia stata una disgrazia. Credo di soffrire più di lui per quest'amore disgraziato, ma Shlomo non parla delle sue sofferenze. Shlomo non parla di sentimenti, sesso, salute. La sua freddezza mi fa male in un punto preciso del corpo.' Perché certe persone si innamorano proprio di chi le fa soffrire? E fino a che punto il corpo può sopportare l'infelicità in amore? Nella vita di Lea improvvisamente irrompono una malattia e nuovi incontri, che lei accoglie con curiosità, quasi con allegria: nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso.

3) La scatola dei bottoni di Gwendy di Stephen King ( Giallo / Thriller)


Gwendy Peterson ha dodici anni e vive a Castle Rock, una cittadina piccola e timorata di Dio. È cicciottella e per questo vittima del bullo della scuola, che è riuscito a farla prendere in giro da metà dei compagni. Per sfuggire alla persecuzione, Gwendy corre tutte le mattine sulla Scala del Suicidio (un promontorio sopraelevato che prende il nome da un tragico evento avvenuto anni prima), a costo di arrivare in cima senza fiato. Ha un piano per l'estate: correre tanto da diventare così magra che l'odioso stronzetto non le darà più fastidio. Un giorno, mentre boccheggia per riprendere il respiro, Gwendy è sorpresa da una presenza inaspettata: un singolare uomo in nero. Alto, gli occhi azzurri, un lungo pastrano che fa a pugni con la temperatura canicolare, l'uomo si presenta educatamente: è Mr. Farris, e la osserva da un pezzo. Come tutti i bambini, Gwendy si è sentita mille volte dire di non dare confidenza agli sconosciuti, ma questo sembra davvero speciale, dolce e convincente. E ha un regalo per lei, che è una ragazza tanto coscienziosa e responsabile. Una scatola, la sua scatola. Un bell'oggetto di mogano antico e solido, coperto da una serie di bottoni colorati. Che cosa ottenere premendoli dipende solo da Gwendy. Nel bene e nel male.
4) Sempre d'amore si tratta di Susanna Casciani ( Narrativa contemporanea)

Bisogna prendersi cura dei doni come se fossero piccoli fiori selvatici: sbocciano senza il nostro aiuto, ma dobbiamo fare attenzione a non calpestarli, a non maltrattarli. E la piccola Livia di doni ne ha eccome. Come si fa a non accorgersene? Lei è una che quando si muove assomiglia a una nuvola trascinata dal vento, capace di rendere più colorato tutto quello che tocca. È timidissima, parla poco, però sorride a tutti. E poi ama scrivere, perché farlo la fa sentire diversa, nel senso di speciale, come se nelle sue vene al posto del sangue scorressero le parole. È un cuore puro il suo, e fragile, e per questo avrebbe bisogno di essere accudito e protetto. Però si sa, le stelle, le stesse alle quali Livia bambina si rivolge sommessamente tutte le sere, seduta sul terrazzo di casa, molto spesso si fanno gli affari loro e non sempre hanno voglia di guardare giù, di ascoltarci. Infatti, a un certo punto, nella vita di Livia accade qualcosa che le inceppa il cuore. Coll'aggravarsi della depressione della madre, tutto per lei diventa faticoso, difficile. Ragazzina sognatrice e poi giovane donna, Livia cerca comunque di spiccare il volo ma, quasi fosse una farfalla con un'ala di seta e una di piombo, non fa che sbattere da tutte le parti rovinando puntualmente al suolo. Così, caduta dopo caduta, sfinita da un amore - quello per la mamma malata - che si ciba della parte migliore di lei, inizia a non fare più caso alle piccole magie che accadono ogni giorno e finisce per rassegnarsi a lasciare andare tutti i suoi sogni. Quel che non sa è che l'amore è più potente di qualsiasi delusione e sa farsi largo anche tra le macerie di una vita che odora di terra bruciata come la sua. Sempre d'amore si tratta racconta la storia di Livia, dall'infanzia all'età adulta. E lo fa attraverso lo sguardo delle tante persone che, in momenti diversi, ne incrociano la strada, anche solo per poche preziose ore. Tante istantanee capaci di tratteggiare con precisione l'esistenza di una singola persona ma al contempo di raccontare anche un po' di tutti noi, di quanto sia difficile accogliere l'amore nella nostra vita, prendercene cura, proteggerlo e quanto sia spesso più facile, piuttosto, fuggirlo, maltrattarlo o convincersi di poterne fare a meno.
5) Chiamami col tuo nome di Andrè Aciman ( Narrativa contemporanea)

Vent'anni fa, un'estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno "l'ospite dell'estate, l'ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all'estasi. "Chiamami col tuo nome" è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".


Classifica di vendita nelle Librerie La Feltrinelli

Mio caro serial killer
 
 

2) Con i piedi nel fango di Gianrico Carofiglio ( Saggistica)


La politica è fare i conti con le cose come sono davvero: cioè spesso non belle e non pulite. Bisogna entrare nel fango, a volte, per aiutare gli altri a uscirne. Ma tenendo sempre lo sguardo verso l'orizzonte delle regole, dei valori, delle buone ragioni. Un dialogo appassionato e appassionante. Un prontuario per l'esercizio del pensiero critico, per sottrarsi alle manipolazioni, per riaffermare - contro ogni fanatismo - il valore laico ed emozionante della verità e dell'impegno politico. Perché l'avvenire appartiene ai non disillusi.
3) Storie della buonanotte per bambine ribelli Vol.2 ( Storie per ragazzi)
C'erano una volta cento ragazze che hanno cambiato il mondo. Ora ce ne sono molte, molte di più! "Storie della buonanotte per bambine ribelli" è diventato un movimento globale e un simbolo di libertà. Le autrici Francesca Cavallo ed Elena Favilli tornano con cento nuove storie per ispirare le bambine - e i bambini - a sognare senza confini: Audrey Hepburn, che mangiava tulipani per sopravvivere alla fame ed è poi diventata un'inarrivabile icona di stile e una straordinaria filantropa; Bebe Vio, grintosissima campionessa di scherma malgrado una grave malattia; J.K. Rowling, che ha trasformato il fallimento in un punto di forza e ha cambiato per sempre la storia della letteratura. Poetesse, chirurghe, astronaute, giudici, acrobate, imprenditrici, vulcanologhe: cento nuove avventure, cento nuovi ritratti per ispirarci ancora e dirci che a ogni età, epoca e latitudine, vale sempre la pena di lottare per l'uguaglianza e di procedere a passo svelto verso un futuro più giusto. Età di lettura: da 8 anni.

4) Ventuno giorni per rinascere di F. Berrino, D. Lumera, D. Mariani ( Saggistica)


Esiste un cammino di tre settimane capace di renderci più giovani, più sani, più longevi, più gioiosi. Lo ha studiato Franco Berrino, noto medico ed esperto di alimentazione, assieme a Daniel Lumera, riferimento internazionale nella pratica della meditazione, e a David Mariani, allenatore specializzato nella riattivazione dei sedentari. È un percorso pratico e quotidiano fatto di ricette, esercizi fisici e spirituali. Ma anche di conoscenza, illuminazione, consapevolezza. Se ne esce rinnovati nel corpo e nello spirito. E tre settimane, secondo studi scientifici e antiche sapienze, sono il tempo necessario per prendere un'abitudine, cambiare stile di vita. E garantirci una longevità in salute. «Arrivare in età avanzata in piena salute non è, per lo più, una fortuna dettata dal caso, ma una possibilità alla portata di tutti, che si costruisce sulle scelte quotidiane e sull'esperienza di vita dettata dalla consapevolezza. Mantenerci in salute è una scelta di giustizia: non abbiamo il diritto di far pesare le nostre malattie sugli altri, di togliere anni di vita e di felicità ai nostri figli costringendoli a occuparsi della nostra invalidità o demenza senile. In questo libro troveremo le indicazioni per consentire al nostro organismo di sviluppare la massima capacità di autocura, e impareremo a ristabilire, quando necessario, il perduto equilibrio. Favoriremo il recupero della vitalità, intraprenderemo un viaggio di riequilibrio e armonia fisiologico e mentale che può apportare cambiamenti grandiosi nella vita di ogni giorno.»

5) Sempre d'amore si tratta di Susanna Casciani  (Narrativa contemporanea)




Recensione del libro "Il viaggio di una vita" di Chiara Verzulli

Il viaggio di una vita di Chiara Verzulli Scheda tecnica Titolo : Il viaggio di una vita Autore: Chiara Verzulli Editore: self publishi...