Recensione libro
Yohnna e il baluardo dei deserti di Andreina Grieco
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Scheda tecnica
Titolo: Yohnna e il Baluardo dei deserti
Autore: Andreina Grieco
Editore: EdiKit
Genere: Fantasy
Formato: Kindle
Pubblicazione: 4 Ottobre 2018
Pagine: 150
Yohnna, giovane arrotino, sopravvive ad alterne fortune con il suo talento per i pugnali da lancio, la sua furbizia e una certa dose di sarcasmo. Smarrito nel deserto, in preda alla sete stappa una bottiglia trovata tra le sabbie e libera il malefico Jinn protettore dei Deserti.
Dovrà imparare a convivere con l’abominio che ha liberato perché lo spirito lo perseguiterà con la scusa di un terzo desiderio ancora da esprimere.
Horèb, gigantesco Jinn dallo spiccato humor nero, svolge alla perfezione il compito di guardiano dei Deserti, salvo fatto il vizio di divorare esseri umani. Liberato dopo secoli, deve fare i conti con una nuova vita in cui non può più uccidere, pena la dannazione eterna. Ma le tentazioni sono sempre in agguato.
Tra palazzi sontuosi, combattimenti a colpi di sciabola e duelli di magia, Yohnna trascina il Jinn in una partita d’astuzia dall’esito incerto. Ma non è importante sapere chi vince finché si continua a giocare.
Ho avuto il piacere di leggere in anteprima il romanzo
fantasy di Angela Grieco che troverete da oggi su tutti gli store. E’ sempre
emozionante leggere un libro “vergine” che attende di essere toccato e
“violato” da tutti.
Yohnna e il baluardo dei deserti è un fantasy che racchiude
tutti gli elementi del genere: il mito, il soprannaturale, l’immaginazione e il
surreale. I protagonisti sono vari, ma i principali sono Yohnna e Horèb, il Jinn che dà vita al romanzo.
Ma chi sono i Jinn? Sono le creature citate nel Corano, semplicemente il genio, ma non il genio buono delle favole raccontate ai bambini, ma delle entità maligne controllate da Salomone, il più grande profeta precursore di Maometto.
In questo romanzo, realtà e fantasia si mescolano tra le pagine creando
situazioni irreali. E’ una favola moderna, lo si capisce già dalla copertina, ricorda
“Le mille e una notte” e “Aladino” anche se, strada facendo,
l’autrice se ne discosta per attirare il lettore in una storia magica oscillante tra contemporaneo ed antico, nella classica lotta tra bene e male.
Yohnna è un semplice arrotino che si arruola nei mercenari per lottare contro la povertà e le privazioni, inviati ad uccidere Al – Sajid lo stregone. Ma
il suo destino gioca dei brutti scherzi e inconsapevolmente si trova a liberare
“Il baluardo dei deserti", Horeb, la divinità malvagia del deserto rinchiuso per
punizione in una bottiglia (questa la similitudine con la lampada di Aladino).
“All’improvviso la vidi. Una bottiglia incastrata fra due
rocce, riluceva al sole a una decina di passi da me…afferrai la bottiglia dal
collo… tolsi il tappo…fu come aver liberato la sicura di una balestra…”
Ma “il genio” Horeb non è buono e di
certo non vuol realizzare i desideri di Yohnna, come accadde ad Aladino, ma recuperare il tempo perduto racchiuso nella bottiglia.
“A pochi passi da me, un uomo sbarbato dal viso color
sabbia, deformato in un’espressione estatica, si rigirò davanti agli occhi i
palmi e i dorsi e i dorsi delle mani e toccò i bracciali bianchi che aveva ai
polsi…era alto quanto un palazzo”
Ma è tanto difficile la convivenza tra i due. Chissà se
prima o poi Yohanna, l’arrotino abile con il pugnale, riuscirà a liberarsi da quel diavolo che lo
perseguita. E’ un gioco tra prendere e volere, dare e ricevere, dire e non
dire; un gioco per molti versi macabro ma che scinde a volte anche nella
comprensione e nella comicità. A volte si ha come l’impressione che Il temibile
baluardo dei deserti si intenerisca provando sentimenti quasi “umani”. Un libro da cui ne scaturisce l’amore
fraterno, la comprensione e il sacrificio, ma soprattutto la furbizia di un
umano nel cercare soluzioni per sconfiggere e rifuggire dal male. Vincerà il
bene o il Male? Il dubbio dell’umanità sin dagli arbori.
Il libro è scritto in prima persona, Yohnna
stesso racconta la vicenda ad uno sconosciuto passato per caso dalla sua città, curioso di conoscere i dettagli della storia di quel ragazzo che ha combattuto contro il mito del Baluardo, un nome che faceva
tremare i cuori.
Descrizioni dettagliate ed articolate dei palazzi sontuosi
con i tetti a cupola in una splendida Siria con “il suo paesaggio di sabbia e
rocce per miglia e miglia e qua e là qualche cespuglio di licheni”, tribù di beduini che accoglievano i viandanti con tè verde cerimoniale alla menta come prevedeva la tradizione.
A mio dire troppo frettolose le battaglie e il loro susseguirsi, lasciando il lettore, in un primo momento, inebetito. Sarebbe stato bello se l'autrice avesse introdotto prima la battaglia per evitare un ammutinamento di personaggi. Molto spesso mi è capitato di non riuscire ad associare il personaggio al suo ruolo proprio a causa delle azioni molto veloci. Forse per evitare l' infodump ossia di riempire la testa dell'autore di tante notizie superflue, ha tolto un po' di magia. Ma comunque, la lettura scorre liscia seppur veloce; il lettore viene coinvolto nelle battaglie e sente addosso a sé la tensione e la paura di morire del protagonista.
Ma si sa, che la lettura sia del tutto soggettiva, perciò cari amici lettori, leggete la mia recensione ma consideratela solo da un punto di vista "oggettivo" e confrontatela con la vostra lettura e il vostro punto di vista.
E’ una storia semplice, forse quella storia che tutti i ragazzi vorrebbero vivere e diventare così una leggenda. Sicuramente sentiremo ancora parlare di Andreina Grieco.
La mia impressione? Penso che la storia non sia finita e che per Yohnna
mille avventure e mille tormenti lo aspettino al varco… probabilmente, ha ancora qualcosa da raccontarci. Magari il
prossimo viandante di passaggio saremmo proprio noi.