lunedì 24 luglio 2017

Recensione : Le luci di Settembre


 

 
Titolo: Le luci di Settembre
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Editore: Mondadori
Data pubblicazione: 3 Luglio 2012
Pagine: 276
Prezzo: 7.99 Kindle; 7.65 cartaceo
 
Le luci di Settembre è il terzo libro di Zafon pubblicato per la prima volta in Spagna nel 1996. Un romanzo diverso dagli altri che trasporta il lettore in storie di magia , mistero e avventure .
Irene e Ismael lottano contro un nemico invisibile per salvare Simone e svelare un oscuro segreto che li trascinerà in un'avventura emozionante , in un momdo labirintico di luci e ombre.
 

Quella notte un lampo purpureo attraversò la volta del cielo , tracciando una scia di cenere ardente che si perdeva all’orizzonte”:
 è questo il sogno ricorrente di Irene, orfana di padre, Armand Sauvelle, ridotta in miseria insieme al suo fratellino e alla madre, in seguito alla morte.

Miseria difficilmente colmabile, ma che arma le due donne di immenso coraggio e voglia di praticare ogni piccolo mestiere, purchè si tramuti in pane in tavola ogni giorno.
Passano così le giornate di Irene e di Simone, vedova Sauvelle, che Zafon ambienta in grigi anni Trenta, in Francia: scorrono giornate monotone, tristi, che quasi non lasciano alcuna speranza ai due ragazzini orfani,  ne alcuna possibilita’ di futuro.

Ma come ogni storia che si rispetti, sorge la quiete dopo la tempesta: un’offerta di lavoro da governante per Simone, nella villa di un ricco ed importante costruttore di giocattoli, Lazarus Jann.
La villa è sulle Coste della Normandia, in Baia Azzurra, e il piccolo nucleo famigliare prende la decisione di trasferirsi immediatamente: forse la possibilita’ di una vita migliore puo’ essere ancora abbracciata, pensano i tre protagonisti.

Quella che in un primo momento sembra un ambiente fantastico, adorno di giocattoli di ogni tipo, si trasforma in qualcosa di sinistro: in ogni angolo della casa si odono meccanismi, ticchetti, e giocattoli che prendono vita: quelli che Lazarus Jann costruisce, non sono soltanto dei giocattoli, sono degli automi!
Da dove nasce, dunque, questa passione? Questa ormai divenuta ossessione, nella costruzione di giocattoli dotati di una propria anima? Ha forse a che fare, con quella stanza, in fondo alla villa, che non viene mai aperta e che nemmeno Simone, in quanto governante, può accedervi?

Irene e il fratellino, tentano di trasformare quell’ obbligato trasferimento in quel luogo in una nuova opportunita’ di avventura: Irene fa conoscenza con Ismael, giovane pescatore del luogo, con il quale parte alla scoperta dell’isolotto del Faro, che tutti descrivono come “stregato”; Dorian, esplora il bosco di notte, con la sua bicicletta. Durante una di queste ronde, si imbatte contro qualcosa di meccanico, forte e spaventoso: ma e’ davvero uno dei giocattoli di Lazarus?

E quelle luci del faro, sull’isolotto, che si accendono soltanto di notte?
Frutto dell’immaginazione, oppure opera del fantasma della donna che abita da anni quell’isolotto ormai abbandonato?

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Da assidui lettori di Zafon, dopo aver conosciuto letture come "L’ombra del Vento" e il "Gioco dell’Angelo", si resta un pò sconcertati dopo la lettura di questo libro: difficilmente, anche, si pensa di accostare tale lettura ad uno scrittore come lui.
La descrizione del luogo, riempie le pagine di Zafon di assoluta meraviglia, non tanto quanto la descrizione di Cravenmoore, dove si erge impetuosa la villa del benefattore e a pari modo del bosco, che separa l’abitazione dalla costa. Inquietante la descrizione di Lazarus che i bambini descrivono come “l’uomo senza ombra!”. Pagine quindi descrittive ai massimi livelli e molto minuziose nei particolari.
Sintassi semplice, troppo fantastica e forse troppo avventurosa, a volte troppo ingarbugliata.


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La magia che Zafon ci aveva regalato e nella quale ci aveva immerso e guidati con i due libri precedenti, sopra nominati, sembra scomparsa e aver lasciato il posto ad una lettura per adolescenti.  Nella prefazione del libro, infatti, lo stesso Zafon, ha scritto che nella stesura di questo romanzo ha pensato a cosa sarebbe piaciuto a lui da ragazzo, al tipo di lettura che avrebbe attratto la sua attenzione. Ha quindi scritto un romanzo di magie ed avventura pensando con "la testa" di ragazzo ed adolescente.
Ma nulla da rimproverargli se il suo intento era quello di accontentare un pubblico di adolescenti. Sara’, dunque, riuscito a conquistare anche un pubblico più adulto?

 Buona lettura da Valentina.

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