Recensione libro
Parcheggiare in doppia fila per andare al proprio funerale di Davide Cecchellero
Scheda tecnica
Titolo: Parcheggiare in doppia fila per andare al proprio funerale
Autore: Davide Cecchellero
Editore : Independently published
Pubblicazione: 8 Giugno 2020
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pagine: 115
Un'altalena di pensieri sulla vita in chiave umoristica. Un breve racconto in cui, Fabio, il protagonista, si trova a dover fare i conti con la morte affrontando vari temi sociali. Il testo cerca, con il sorriso, di far sorgere domande nel lettore.Un viaggio che ti fa riflettere anche sulla morte, a come avresti potuto vivere sapendo che la certezza della fine fa a botte con i dubbi, con le domande, con quello vorresti fare o essere prima di sparire. L’incertezza lascia spazio alla certezza, di non esserci più un giorno.
Il breve romanzo di Davide si articola tra serio e
faceto ed è difficile da recensire per
il suo alto contenuto di sensazioni che vibrano all’interno delle pagine. Fabio, il personaggio racconta in prima persona il suo incontro con
“la morte” che bussa casualmente alla sua porta, preannunciandoli il giorno in
cui lo andrà a prendere. Se voi
conosceste il giorno della vostra morte, cosa fareste? Come
trascorrereste quei pochi giorni? Ci avete mai pensato? Io spesso in realtà e leggendo il libro mi
sono soffermata ulteriormente sui miei pensieri. La storia, seppur a tratti comica, riprende
il discorso filosofico di Seneca che
sostiene che l’uomo non riesce a sfruttare al massimo il tempo che ha, ma si
lascia sopraffarre “Non è vero che
abbiamo poco tempo, la verità è che ne perdiamo molto” così esordisce Seneca e
l’autore, ha colto nel segno ed ha tradotto al massimo tale citazione nel suo romanzo. Fabio, spreca il suo poco tempo rimasto in
futilità immergendosi in situazioni assurde che rischiano di diventare anche
scontate.
E’ come se il libro fosse scritto da due persone
differenti che hanno poi deciso di unire
i loro lavori e fonderli in un’unica storia: una parte curata sia dal punto di
vista stilistico che del linguaggio; una parte lasciata al caso, gettata là sul
foglio guidata dall’istinto, quindi linguaggio scadente e scurrile; per cui
analizzando e smembrando il romanzo in due parti, il risultato sarebbe di
bassi livelli; ma l’eccezionalità dell’autore è stata quella di fonderle e
trasformare il racconto in una storia di vita consumata e sprecata. Leggete il
passo in cui viene data “voce” al cane e ne vedrete delle belle; uno sproloquio condito da turpiloquio che vi farà
sbellicare dalle risate; è la parte in cui parla la coscienza di ciascuno di noi, in cui sale in superficie quella parte di noi nascosta nel subconscio, nei momenti di fragilità mentale.
Questo ragazzo, ha un grande talento, creatività ed inventiva;
riesce a toccare vari tasti dello strumento "vita" in maniera egregia
e mantiene costante il ritmo, anche se pecca di qualcosa, che riscontro in
molti nuovi autori: mancanza di prologo; la storia entra subito nel vivo,
lasciando poca suspense iniziale. Ma è
ancora giovane, ha tutto il tempo per rendere adulta la sua scrittura già ricca
di sfumature.
Lettura consigliata!!!
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