Titolo: Sice, le bambole non hanno diritti
Autore: Fernando Santini
Editore: Dark Zone
Pagine: 143
Pubblicazione: 25 Novembre 2017
Genere: Thriller, poliziesco
Formato: Kindle, Cartaceo
“La legge
andrebbe fatta rispettare non infrangendo le regole. Ma quante volte, di fronte
alla protervia dei malvagi, di fronte alla crudeltà dei criminali, si è tentati
di reagire con la violenza?”
Sice, ossia
“Squadra Investigativa Crimini Efferati” è un romanzo thriller , giallo,
poliziesco, ambientato ai giorni nostri; le vicende si svolgono tra Roma e
Lecce.
E’ un
romanzo scritto come una sceneggiatura da pellicola cinematografica per la sua
precisione nei dettagli e nella crudeltà. Tratta un tema assai delicato e
veritiero, una situazione che tutti noi viviamo quotidianamente da qualche anno
a questa parte con un linguaggio e una struttura giornalistica. Mi riferisco agli sbarchi dei clandestini e
del destino (non sempre roseo) che li attende una volta giunti a destinazione.
Il romanzo è un’accusa sociale rivolta alle nostre istituzioni e a tutti quelli
che dovrebbero vigilare e tutelare anziché lucrarci.
In un centro di accoglienza di Lecce,
misteriosamente scompaiono dei bambini giunti in Italia senza genitori e
parenti. S’inizia a indagare su tali scomparse, ma non è come sembra. Le
indagini assegnate al Vicequestore Gottardi, scoprono una realtà sconcertante
che il lettore mai avrebbe immaginato nel corso della lettura. L’autore riesce
a sviare il lettore fino alle ultime rivelazioni. Nulla è scontato e
prevedibile.
“Sono
scomparsi cinque ragazzi e ragazze con età compresa tra gli otto e i dodici
anni. Erano senza famiglia, scappati da soli dalla guerra oppure che hanno
perso i parenti durante la fuga”.
La storia
inizia l’8 Maggio 2017 e termina il 1
Agosto .
Libro
intenso, ritmo incalzante che non lascia spazio alla noia. L’autore ha
un’ottima capacità comunicativa, riesce a emozionare il lettore con un
linguaggio complesso ed espressivo. Ho fatto un po’ di difficoltà a leggere o
meglio dire “assistere” a scene di violenza sui bambini, questo è uno dei miei
limiti, lo devo ammettere; non riesco proprio a digerirle.
“ Vedi
Guglielmo, quella, per noi, non è una ragazzina. Per noi, e se ci pensi bene
anche per te, è solo una bambola. E una bambola non ha diritti. Una bambola ha
solo un dovere. Quello di far divertire il burattinaio”.
Ma, per una
mia onestà psicologica ed intellettuale, devo ammettere che poche o quasi
inesistenti, siano le pagine brutte presenti e che il libro sia ben scritto e
meritevole di essere letto. Ho trovato una forte empatia con le vittime e con
Teresa, uno degli agenti del Sice, che nonostante la forte esperienza nel
proprio lavoro, crolla di fronte alle atrocità perpetrate sui bambini; durante
la lettura, ho sofferto, pianto e imprecato. Mi sono meravigliata nel leggere
luoghi a me familiari, insoliti da leggere all’interno di un romanzo importante
come questo di Fernando.
Ne consiglio
la lettura a tutti coloro che amano il genere, anche perché, come scritto da
Fernando nei ringraziamenti, “i personaggi della Squadra Investigativa Crimini
Efferati hanno tante storie da raccontarci”…
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia il tuo commento qui!