Titolo: Il velo della paura
Autore: Samia Sharif
Editore: Sperling & Kupfer
Pubblicazione: 27 Gennaio 2009
Questa è la storia di Samia e la storia di tutte le donne mussulmane raccontata in prima persona dalla protagonista che ha tanto da dire e tanto da raccontare. Il suo grande desiderio è che il mondo si rinnovi e diventi migliori per tutte coloro la cui unica colpa è quella di essere nate DONNE!
Samia nasce in Francia, in una famiglia molto ricca e
prestigiosa di
origine algerina. La sua infanzia non è una delle migliori, perché la
stessa madre maledice il giorno in cui è venuta al mondo e il
padre la considera come :
origine algerina. La sua infanzia non è una delle migliori, perché la
stessa madre maledice il giorno in cui è venuta al mondo e il
padre la considera come :
"la maledizione della famiglia".
Ha quattro fratelli, molto più fortunati di lei, in quanto nati uomini.
Ha quattro fratelli, molto più fortunati di lei, in quanto nati uomini.
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza è stato a dir poco
traumatico caratterizzato da percosse ed umilizioni .
traumatico caratterizzato da percosse ed umilizioni .
All’età di 15 anni,
è costretta a lasciare la Francia per ritornare in
Algeria , perché data in sposa ad Abdel Adibe; un
uomo anziano molto violento che abusa del suo piccolo corpo di
bambina sia nel fisico che nella mente, sotto minaccia di essere
ripudiata.
" Mio marito iniziò a sferrarmi calci al volto e all'addome. Mi faceva male dappertutto e gridavo. Abdel era un pazzo furioso. Era accecato dalla rabbia e mi ricopriva con una pioggia di colpi".
Tra sofferenze e abusi, nascono tre stupendi bambini : un
maschietto e due femminucce sempre in pericolo come lei, perchè
nate femmine.
Deve proteggerle a tutti i costi: ma che fare?
Ribellarsi al marito e chiedere aiuto alle autorità è impossibile,
perché in Algeria, la legge è completamente dalla parte dell’uomo.
L'unica soluzione è riacquistare la libertà sua e dei suoi figli .
Ma in che modo?
Algeria , perché data in sposa ad Abdel Adibe; un
uomo anziano molto violento che abusa del suo piccolo corpo di
bambina sia nel fisico che nella mente, sotto minaccia di essere
ripudiata.
" Mio marito iniziò a sferrarmi calci al volto e all'addome. Mi faceva male dappertutto e gridavo. Abdel era un pazzo furioso. Era accecato dalla rabbia e mi ricopriva con una pioggia di colpi".
Tra sofferenze e abusi, nascono tre stupendi bambini : un
maschietto e due femminucce sempre in pericolo come lei, perchè
nate femmine.
Deve proteggerle a tutti i costi: ma che fare?
Ribellarsi al marito e chiedere aiuto alle autorità è impossibile,
perché in Algeria, la legge è completamente dalla parte dell’uomo.
L'unica soluzione è riacquistare la libertà sua e dei suoi figli .
Ma in che modo?
"Il velo della paura" è un romanzo autobiografico di Samia
Shariff.
Una storia vera in cui l’autrice non tralascia i particolari della sua
drammatica storia.
Nella prima pagina del libro, ciò che ha attirato la mia attenzione è
stata la dedica che riassume il suo pensiero e il messaggio che
Samia vuol far giungere con il romanzo:
" Ai miei figli.
A tutte le donne che, in silenzio,
sognano un giorno di essere libere"
Samia, ci invita a conoscere il mondo islamico, in particolar
modo la condizione della donna sia all'interno della propria
abitazione, sia all'esterno tramite le leggi che le circondano.
Nel romanzo Samia descrive la trasformazione dell’Algeria dagli
anni settanta fino ai 2000, che passa da un paese musulmano ad
uno totalmente integralista.
La frase “violenza sulle donne” è molto riduttiva rispetto alla
storia appena descritta; è una violenza che inizia nella propria
famiglia d'origine con il rifiuto nei confronti della figlia, ed io
penso che non essere amata dalla famiglia che ti ha cresciuta e da
una madre che ti avrebbe donato la vita non può essere
assolutamente accettata!
Una violenza che finisce tra le mani del marito-padrone-carceriere.
Ammiro la forza e il coraggio di una donna completamente sola
che trova nei suoi figli, la forza per lottare.
La lettura è scorrevole anche se vengono spesso utilizzati toni
forti.
Il linguaggio molto spesso è duro, pesante, tanto da far sentire al
lettore il peso delle violenze, il dolore degli schiaffi e il rumore dei
calci lasciandolo senza fiato attraverso un ritmo incessante.
E’ di grande impatto emotivo, soprattutto per i lettori molto
sensibili a cui ne sconsiglio la lettura.
Nonostante ciò, il libro è stato assolutamente interessante e mi ha
arricchita molto sia a livello culturale sia a livello emotivo.
Solo attraverso la conoscenza di determinate storie saremo in
grado di accettare le piccole e semplici cose che la vita ci dona
senza chiedere nulla in cambio.
Siamo fortunate a vivere in un paese civile come l'Italia.
Non è stato facile per me leggere e recensire "Il velo della paura"
per diverse motivazioni; ma ora sono contenta di averlo fatto.
E' un libro drammatico che racchiude un potente messaggio per
tutte le donne: "SOLLEVARE IL VELO DELLA PAURA SI PUO'".
Io vorrei aggiungere un’ultima considerazione personale: non
abbiate mai paura di essere voi stesse e di sentirvi libere di fare ciò
che noi riteniamo sia giusto per la nostra vita.
La vita è una sola e la si deve vivere al meglio.
Una storia vera in cui l’autrice non tralascia i particolari della sua
drammatica storia.
Nella prima pagina del libro, ciò che ha attirato la mia attenzione è
stata la dedica che riassume il suo pensiero e il messaggio che
Samia vuol far giungere con il romanzo:
" Ai miei figli.
A tutte le donne che, in silenzio,
sognano un giorno di essere libere"
Samia, ci invita a conoscere il mondo islamico, in particolar
modo la condizione della donna sia all'interno della propria
abitazione, sia all'esterno tramite le leggi che le circondano.
Nel romanzo Samia descrive la trasformazione dell’Algeria dagli
anni settanta fino ai 2000, che passa da un paese musulmano ad
uno totalmente integralista.
La frase “violenza sulle donne” è molto riduttiva rispetto alla
storia appena descritta; è una violenza che inizia nella propria
famiglia d'origine con il rifiuto nei confronti della figlia, ed io
penso che non essere amata dalla famiglia che ti ha cresciuta e da
una madre che ti avrebbe donato la vita non può essere
assolutamente accettata!
Una violenza che finisce tra le mani del marito-padrone-carceriere.
Ammiro la forza e il coraggio di una donna completamente sola
che trova nei suoi figli, la forza per lottare.
La lettura è scorrevole anche se vengono spesso utilizzati toni
forti.
Il linguaggio molto spesso è duro, pesante, tanto da far sentire al
lettore il peso delle violenze, il dolore degli schiaffi e il rumore dei
calci lasciandolo senza fiato attraverso un ritmo incessante.
E’ di grande impatto emotivo, soprattutto per i lettori molto
sensibili a cui ne sconsiglio la lettura.
Nonostante ciò, il libro è stato assolutamente interessante e mi ha
arricchita molto sia a livello culturale sia a livello emotivo.
Solo attraverso la conoscenza di determinate storie saremo in
grado di accettare le piccole e semplici cose che la vita ci dona
senza chiedere nulla in cambio.
Siamo fortunate a vivere in un paese civile come l'Italia.
Non è stato facile per me leggere e recensire "Il velo della paura"
per diverse motivazioni; ma ora sono contenta di averlo fatto.
E' un libro drammatico che racchiude un potente messaggio per
tutte le donne: "SOLLEVARE IL VELO DELLA PAURA SI PUO'".
Io vorrei aggiungere un’ultima considerazione personale: non
abbiate mai paura di essere voi stesse e di sentirvi libere di fare ciò
che noi riteniamo sia giusto per la nostra vita.
La vita è una sola e la si deve vivere al meglio.
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