Titolo: Dentro l'acqua
Autore: Paula Hawkins
Editore: Piemme
Data pubblicazione: 2 Maggio 2017
Pagine: 345
Prezzo: 12.99 Kindle; 16.58 carataceo
Dopo il successo della Ragazza del Treno, Paula Hawkins ritorna con il nuovo romanzo thriller.
Non fidarti di una superficie troppo calma. Lascia che l'acqua ti racconti la sua storia. La verità, sfuggente come l'acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.
Julia Abbott è
costretta a fare ritorno a Beckford, una piccola
cittadina nel nord dell’Inghilterra,
quando il cadavere di sua sorella
viene ritrovato nel fiume. Quel fiume. Il fiume maledetto. Al suo
arrivo, Julia (che si fa chiamare Jules) è costretta a fare i conti con i
ricordi sconvolgenti che aveva sepolto nel passato, con tutto il
bagaglio di
dolore che essi si portano dietro. Di quali ricordi si
tratti, lo scopriremo
solo quasi alla fine del libro. Qualcosa di
torbido, che ha contribuito a
incrinare il rapporto fra le due sorelle.
E quando Jules scopre la verità,
capisce che è troppo tardi per
tornare indietro.
Al suo arrivo nella
cittadina, inizia la difficile convivenza di Jules
con la nipote Lena, figlia
della sorella defunta. La quindicenne ha
un carattere difficile e tra le due
non è facile instaurare un
rapporto. Solo quando Jules avrà il coraggio di
confidarsi con la
nipote, le due donne scopriranno di volersi, in qualche modo,
un
bene profondo. E troveranno la forza di iniziare una nuova vita
insieme.
Quando Jules torna a Beckford, capisce subito che c’è qualcosa chenon torna. Il corpo della sorella viene ritrovato con gli arti e la
spina dorsale spezzati.
Tutti, nella cittadina,
sembrano sapere tutto, ma nessuno vuole
parlare. Sembra proprio che tutti
abbiano qualche segreto da
nascondere. Nel, la vittima, scrittrice e fotografa,
era come
ossessionata da tutto ciò che aveva a che vedere con quel fiume.
Prima di morire, stava
scrivendo un libro proprio su di esso e sulle
donne che in quelle torbide acque
avevano trovato la morte:
“Lo stagno delle annegate”, di cui nel romanzo
vengono riportati
alcuni stralci.
“Donne
del fiume… eroine romantiche, donne coraggiose che
avevano scelto di andare
incontro alla morte liberatrice in quel
luogo idilliaco”.
“Una
donna che scrive un libro su altre donne morte nel fiume.”
Molti sono i personaggi
che fanno da sfondo al romanzo, ma che
allo stesso tempo sembrano tutti i
protagonisti e i principali
indiziati. Le vicende di tutti sono profondamente
legate e
intrecciate fra di loro, e non solo nel presente.
Mark (l’insegnante
di Lena), Josh (amico di Lena), Louise e Alec
Whittaker (genitori di una delle
ragazze trovate morte nel fiume),
il sergente Erin Morgan (che si occuperà
delle indagini insieme al
suo capo ispettore, Sean Townsend); e poi Patrick
Townsend
(padre di Sean e suocero di Helen, preside della scuola). E ancora
Robert Cannon (che ha avuto un ruolo fondamentale nel rapporto
tra le due
sorelle, alla cui figura è collegato qualcosa di terribile, e
una verità
sconosciuta, persino a Lena). E tanti altri personaggi
minori, che hanno un
ruolo fondamentale all’interno dell’intricato
groviglio di vicende.
Tra i personaggi più
interessanti e suggestivi del libro troviamo
sicuramente Nickie Seeton.
Sensitiva, legata al mondo
dell’occulto, medium, aveva parlato con Nel a
proposito delle
donne che erano annegate nel fiume. La veggente sente in
continuazione la voce della sorella Jean, defunta da tempo. È la
discendente di
una delle donne morte nel fiume nel 1679, quando
era solo una ragazzina: Libby
Seeton. Libby era stata accusata di
stregoneria e venne uccisa dai cacciatori
di streghe, che la
immersero nelle gelide acque del fiume per sottoporla alla
“prova
dell’acqua”. Ed è proprio con questa vicenda, che emerge da un
lontano
passato, che si apre il libro. Poche righe. Incisive. Intense.
Ma che
consentono al lettore di immergersi immediatamente
nell’atmosfera del romanzo.
La stessa sorte era toccata otto mesi
prima alla zia May, che però venne appesa
alla forca.
“Il
suo posto non era più un luogo di suicidi. Era il luogo in cui liberarsi delle
donne che portano guai”.
Numerosi flash-back su
quanto accaduto in passato ci aiutano, inoltre, a fare chiarezza su tutta la
storia, o a gettare scompiglio, dipende dai punti di vista. Per quanto mi
riguarda, non appena credevo di essere riuscita ad arrivare a capo di tutto,
ecco che arrivava qualcosa, un dettaglio, un particolare, a ricondurmi al punto
di partenza. Non vi nego che, ad un certo punto della narrazione, ho avuto come
la sensazione che mi fosse sfuggito qualcosa. Mi sono sentita come
disorientata. E poi, poche righe dopo, quella frase…
“Era
come uno di quei trucchi da prestigiatore: basta distogliere gli occhi per un
solo istante, e il gioco è già cambiato.”
Ed è proprio quello che
avviene leggendo questo libro, pagina dopo
pagina. C’è sempre qualcosa che
sfugge, qualcosa che non è come
potrebbe sembrare. Una sorta di ragnatela
tessuta abilmente, come
una trama sotterranea, fatta di segreti e misteri,
sulla quale si
muovono convulsamente i vari personaggi. Un susseguirsi di
eventi
che, in un crescendo di emozioni e mistero, ci conduce agli ultimi
capitoli, in cui il giallo sembra risolto. Ma attenzione: perché è solo
a quel
punto che iniziano le vicende vere e proprie, quelle che ci
accompagneranno
verso un finale mozzafiato che, credetemi, vi
lascerà a bocca aperta!
Nell’approcciarmi alla
lettura di questo libro, una cosa ha subito
attirato la mia attenzione la
dedica iniziale:
“A tutti i piantagrane”.
Mi sono chiesta che motivo avesse
l’autrice di inserire una dedica
del genere, senza dubbio molto originale. Mi
sono domandata se ci
potesse essere un nesso tra quella frase e le vicende
narrate nel
libro. Be’, sono stata accontentata. Una volta giunti in fondo, ne
capirete
il motivo!
Premetto che è il primo
leggo che leggo della Hawkins.
De “La ragazza del treno” avevo visto solo il
film, che ho
apprezzato molto per la trama semplice e, allo stesso tempo,
avvincente. Mi sono, dunque, avvicinata alla lettura di “Dentro
l’acqua” con
curiosità, ma anche con il timore di rimanerne, in
qualche modo, delusa. Be’,
credetemi, non è stato affatto così.
La Hawkins, con la sua
narrazione ritmata e originale, mi ha tenuta
incollata dalla prima all’ultima
pagina.
Lo stile che utilizza è
molto particolare, così come la struttura dell’intero romanzo.
I capitoli sono molto
brevi, cosa che apprezzo molto. Credo che diano ritmo, e in un thriller
sappiamo che è fondamentale.
Le vicende vengono
narrate da punti di vista diversi, che cambiano di volta in volta. Ma non
basta. C’è un’alternanza di utilizzo tra prima e terza persona, il tutto al
passato. Ho trovato geniale la scelta dell’autrice di far parlare la
protagonista in prima persona, rivolgendosi direttamente alla sorella. È in
questo modo che veniamo a conoscenza dei profondi turbamenti interiori della
donna e di quanto accade dentro e intorno a lei. Le stesse scene vengono poi,
in parte, riprese dagli altri personaggi, permettendoci di conoscere vari punti
di vista. E se questo da una parte permette al lettore di farsi un’idea più
chiara di quanto accaduto, dall’altra non fa altro che aumentarne i punti di
domanda.
Il libro è suddiviso in
tre parti.
Il racconto ha inizio
lunedì 10 agosto 2015 e termina nel mese di gennaio dell’anno successivo. Nel
romanzo sono presenti numerosi salti temporali, che riportano il lettore
indietro nel tempo, per ricollegare la storia con quanto accaduto in passato.
Un’accurata analisi dei
tratti delle personalità che caratterizzano i vari personaggi, attraverso un
linguaggio semplice, ma incisivo, permette al lettore di farsi un’idea chiara
delle vicende narrate.
Libro consigliatissimo
che credo rileggerò, alla luce di quanto
scoperto, per prestare più attenzione
a certi dettagli…
Buona lettura!
Recensione scritta da Gloria Pigino
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