Disponibile dal 15 Marzo il nuovo libro di Luigi Manglaviti, l’antesignano degli autori italiani che operano al di fuori dell’editoria “ufficiale”.
Informazioni tecniche
Titolo: Era una geniale canaglia
Autore: Luigi Manglaviti
Editore: Rainkids
Pagine: 228
12,90 euro (ebook: 7,90 euro, gratis per chi
acquista il cartaceo)
Genere: Romanzo Giallo / Thriller
Crocevia fra thriller giudiziario, detective story, giallo
psicologico e trattato di sociologia, “Era una geniale canaglia” prende la
forma della storia orale di un famoso architetto e altrettanto noto jazzista,
nella quale un assortimento di amici, nemici, ammiratori, detrattori,
poliziotti, magistrati o persone semplicemente incontrate dicono la loro su
quest’uomo e sul delitto di cui si è reso protagonista, attraverso i loro
ricordi e appunti; dopo la sua sparizione, qualcuno si incarica di raccogliere
le testimonianze necessarie a ricostruire, come in un puzzle, l’intera vicenda.
Il romanzo presenta originali invenzioni di prosa e un
insolito stile narrativo: tutta la storia si dipana infatti sotto forma di
dichiarazioni dei vari personaggi (indifferentemente in prima persona come in
seconda o in terza), un racconto corale in cui ognuna delle voci narranti
offre la propria versione dei fatti come in un’intervista, quasi che l’intera
opera fosse una sorta di dossier giornalistico (o poliziesco), tracciando
profili in cui si ricreano e si confondono verità e menzogna, in un gioco di
specchi. Le persone diventano così il mezzo, tutto umano, per interpretare dati
oggettivi con una discrezionalità del tutto arbitraria.
Nella vicenda, già conclusa, il lettore deve orientarsi di
fronte a punti di vista contraddittori e talvolta opposti, la cui trama è
costantemente messa in discussione. Contribuisce al pathos la struttura
inusitata, con una prima parte serrata di attestazioni, una seconda (vero e
proprio “romanzo nel romanzo”) costruita attorno a un lungo, enigmatico
pedinamento per le vie di Roma, nato quasi per caso e che si conclude con uno
shock, e una terza che scioglie gli interrogativi irrisolti precipitando però
nella sorpresa morale finale: l’inefficacia e la sostanziale sterilità della
Verità.
È un libro potente, dove l’intelligenza è al servizio del
male: fa attaccare la spina alla prima pagina e la fa staccare all’ultima.
Un’opera totalmente immersa nella contemporaneità: è un giallo, ma contiene anche
feroci critiche al nostro oggi (i social network, le illusioni populiste, la
spiritualità da due soldi, l’incomunicabilità di coppia: la finzione ci permea
sia come società che a livello individuale). L’azione non è preponderante, la
tensione si sprigiona dai rapporti interpersonali, dagli intrecci, dalla
memoria, dal ragionamento, dalla logica deduttiva, dalle attestazioni e dai
racconti: a volte caustici, a tratti ironici, spesso tesissimi, quasi sempre ad
alto tenore emotivo. Si potrebbe in definitiva dire che con questo volume si è
in presenza di un manuale antropologico travestito da legal thriller: si è
fatta saggistica, mascherandola da narrativa.
Buona lettura!!!
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