Recensione libro - Review Party
PHI di Azra Kohen
Mondadori
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Scheda tecnica
Titolo: PHI
Autore: Azra Kohen
Serie: #1Volume (PHI-CHI-PI)
Editore: Mondadori
Pagine: 520
Pubblicazione: 22 Gennaio 2019
Formato: Kindle e copertina rigida
Genere: Narrativa contemporanea
Can Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente - e capricciosa - star mediatica. Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un'armonia uniche si esercita nel giardino di casa. Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c'è l'incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il Phi. L'uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla... Ma c'è qualcosa di più spietato dell'amore per una sola persona? Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can. Quattro personaggi che ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni. Una storia di passione, speranza, tradimento, come la vita vera, che condurrà il lettore a muovere i primi passi verso un percorso di consapevolezza. Come i personaggi di "Phi", infatti, "ciascuno, nella vita, ha una cosa che gli riesce molto bene. Una soltanto. Ce la portiamo dentro sin dalla nascita" e il nostro compito è riconoscerla; in una parola, scoprire chi siamo davvero. "Phi" è il viaggio di chi, senza paura, è padrone della propria esperienza, e non si perde nei suoi mille rivoli.
Per i semi che hanno il coraggio di aprirsi
Il romanzo PHI scritto da Azra Kohen
è il primo libro di una trilogia che vuol raccontare l’essere umano e le sue mille sfaccettature. Il PHI non è
altro che il raggiungimento della bellezza, della perfezione al di là del bene
e del male come diceva il filosofo Nietzsche.
Non è facile da recensire e riuscire ad esprimere un giudizio sul
romanzo.
La stessa autrice, nel prologo, scrive che il libro non è
per tutti ma per quelli che sono consapevoli del fatto che nulla è come sembra.
Iniziando a leggere il romanzo, il primo pensiero è volato a Freud e alle sue teorie, quando affermava che
tutte le azioni dell’uomo futuro, dipendono dalla lipido infantile e dagli
impulsi sessuali che si sviluppano e si avvicendano nel percorso dell’ES, IO e
SUPER – IO. Perché direte voi? Naturalmente per ottenere le risposte, dovrete
leggere il romanzo; ma comunque vi accenno un qualcosa, facendo attenzione a non spoilerare il romanzo.
I
personaggi sono tanti; ciascuno di essi cerca di trovare il suo
PHI con modalità diverse; l'autrice evidenzia con maestria il loro aspetto psicologico differente l'uno dall'altro, caratterizzato da un passato differente che condiziona le loro scelte. Can Manay, psicologo, produttore
e conduttore televisivo, considerato uno
dei personaggi più in vista del paese, è in realtà il perno della storia
intorno a cui ruotano tutti gli altri personaggi; colui che considera il PHI
come la bellezza esteriore che raggiunge la perfezione nelle forme e nel sesso;
Duru ballerina di danza, Deniz musicista del conservatorio, Goksel ,
danzatore, Ozge giornalista, Bilge studentessa: tutti cercano il PHI nelle arti e
nei paradisi artificiali. Tutto ruota intorno al PHI; ma in realtà, non si
rendono conto che la loro vita è priva di amore; affamata di valori e plasmata dalla solitudine. E quando essa riaffiora, cercano di colmarla attraverso l’hashis o
rapporti sessuali meccanici, senza alcun sentimento reale.
“...quando il battito irregolare e l’adrenalina che le invadeva
il corpo non le permisero più di restare distesa, Ozge si alzò dal letto…si
sarebbe connessa a uno stupido sito porno e avrebbe ritrovato quello che
guardava sempre, in cui un uomo e una donna facevano del sesso selvaggio su un
letto circondato da telecamere… si sarebbe poi rilassata abbastanza da potersi
addormentare.”
Il messaggio dell’autrice è chiaro e cerca di far
comprendere a tutti i lettori, l’importanza nella vita, dei valori, come
l’amicizia disinteressata, l’amore vero che ti circonda e ti guida nell’arco
della vita; la famiglia, la prima istituzione educativa. Ma l’uomo è
sopraffatto dall’egoismo e dalla vanità e dimentica di essere un “animale
sociale” come citato da Platone che ha bisogno anche degli altri per poter vivere in armonia.
“il genere umano è in una situazione orribile, e non per la
fame, calamità e le malattie…ma perché
la curiosità di capire chi siamo veramente è stato accantonato, mentre
qualsiasi stupidaggine sembra incuriosirci. Siamo smarriti. Nel nostro mondo
estranei a noi stessi, siamo in balia degli imperativi della quotidianità”
Can Manay in realtà è l’unico personaggio che riesce in
questa evoluzione…
“Can aveva tradito se stesso per il possesso di qualcosa che
desiderava: prima il lavoro, poi il programma, la clinica, le donne…ma solo ora
ne comprendeva il prezzo. Era come se lui non esistesse. Un pensiero questo che
trovò ripugnante…”
…dopo essersi innamorato di Duru; amore però diventato
ossessione.
“Mentre rifletteva sui
sentimenti sempre più intensi che provava per quella sconosciuta, si
risvegliò in lui una paura legata a esperienze vissute anni prima, sepolte
nell’angolo più oscuro del suo cuore. Era la paura di una passione che non era
stato capace di addomesticare”.
Non è una lettura fruibile e scorrevole, in quanto tocca
varie dimensioni dell’essere umano che
hanno bisogno di tempo per essere assimilate, ma è una lettura attenta e
scrupolosa sull’essere umano. Il linguaggio utilizzato è abbastanza curato,
anche se a volte cade in volgarità sessuali che non la rendono una lettura
adatta a tutte le fasce d’età; la forma sintattica è classica, quindi capitoli brevi
contrassegnati dal numero e senza titoli che ne anticipano la storia; di tanto
in tanto troviamo solo l’occhiello, ossia quella breve frase utile a far
comprendere il lettore cosa stia per accadere; in questo caso, scandisce lo
scorrere del tempo di ciascun protagonista.
Inoltre il romanzo è suddiviso in cinque parti scandite appunto
dall’occhiello spazio – temporale.
Consiglio la lettura a tutti coloro che amano e seguono la
vita come se fosse una filosofia da approfondire; magari tramite Can Manay e
Duru, riusciremo a capire che il vero PHI, la perfezione, non è rappresentata
dall’esteriorità effimera, ma da quel sentimento rappresentato dall’amore, il
filo conduttore del mondo, che non manipola ed inganna, ma dona serenità e
vita.
Dopo averlo letto, passate dal mio blog... vi aspetto.
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