Recensione libro
Verso un Forse di Stefano Di Ubaldo
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Scheda tecnica
Titolo: Verso un forse
Autore: Stefano Di Ubaldo
Editore: Antipodes
Genere: Poesia
Pubblicazione: 1 Gennaio 2018
Pagine: 82 pagine
Mi sono
sempre chiesta e mi hanno chiesto che cosa fosse per me la poesia; ho sempre
pensato e risposto che per me la poesia sia la vita in versi. Ma oggi voglio
rispondere con le parole dell’autore del libro che mi accingo a recensire “Verso
un forse”, Stefano Di Ubaldo che definisce con queste parole la poesia:
“Una poesia
è fragile, una poesia è ribelle, una poesia è enorme ma si rivela come una
porta stretta, una poesia è paziente”.
Ma non solo
è difficile leggere, comprendere e amare la poesia, è molto più complicato
recensire, in quanto si rischia di ledere ed offendere l’animo dell’autore.
Perché direte voi? A differenza di un romanzo, la poesia è la trasposizione
scritta dei sentimenti ed emozioni di chi la scrive.
Nel recensire
un libro di poesie, suddivido la parte tecnica dalla parte morale ed umana che
molto spesso non coincidono.
Iniziamo
dalla parte tecnica. I requisiti per una buona poesia sono: la metrica, ossia
la musicalità e il ritmo del verso; la rima ossia un abbellimento del verso che
può essere baciata o alternata; i versi più o meno lunghi e gli accenti ritmici.
Tutti questi requisiti permettono alla poesia di essere gradevole ed
emozionante. Detto ciò come premessa, debbo confermare la mancanza di metrica e
di rime nella raccolta “Verso un forse”; diciamo che le poesie presenti nella
raccolta, non seguono nessuna di queste regole; l’autore ha deciso di seguire e
di ricercare delle nuove musicalità più dissonanti, in linea con le nuove
tendenze o mode “artistiche”, tipo versi sciolti che vanno da sé, come se
fossero una pagina di diario. Ed io, a dir il vero, amo le poesie con rime
baciate e versi endecasillabi.
Scivolando
ora nella parte morale, posso definire questa raccolta, come uno scrigno di
pensieri, un diario di bordo, in cui l’autore esprime le sue sensazioni. Le
poesie rappresentano la vita, con tutte le sue incognite, che conducono l’uomo a
costruire una maschera sociale e ad essere quello che definiva Pirandello,
“Uno, nessuno e centomila”. L’autore attraverso i suoi pensieri raggruppati in
quest’opera, vuol condurre l’uomo ad un’attenta riflessione sul proprio essere
e sul proprio Io e sulla nostra posizione all'interno della società.
affinché un giorno non potremmo più affermare “Il mio posto
forse, è verso un forse”.
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