SCHEDA TECNICA
Titolo: La ragazza delle rose blu
Autore: Judith Sparkle
Pagine: 308
Formato: Kindle, Cartaceo
Pubblicazione: 9 Giugno 2018
Gideon e Maggie. Due ragazzi. Due
amici. Due vite diverse, con un destino che si divide ogni volta che sembra
destinato ad intrecciarsi. Una storia romantica che resiste allo scorrere del
tempo e alle intemperie della vita. Un amore che il fato segna drammaticamente,
indicando l’unica, possibile via da seguire. Perché è la vita a scegliere. E i
protagonisti non potranno far altro che scegliere di vivere tutto ciò che il
presente e il futuro hanno in serbo per loro, nonostante il passato non abbia
facilitato le cose tra i due.
“Io e te siamo come due correnti d’aria. Io il freddo, tu il caldo.
Vanno in direzioni opposte e quando si scontrano producono tempeste . Forse è
destino che ci sfioriamo soltanto, senza mai incontrarci davvero” .
Il libro è suddiviso in quattro
parti, trenta capitoli in tutto.
Ogni parte si apre con i pensieri
dei due protagonisti, scritti in prima persona. Pensieri brevi, che svelano al
lettore ciò che entrambi custodiscono nel cuore. Ogni capitolo ha un titolo che
anticipa al lettore quanto accadrà.
Il primo dei protagonisti ad
essere presentato dall’autrice è Gideon, e le vicende ci vengono narrate in
terza persona, al passato. I suoi pensieri sono, invece, riportati in corsivo,
in prima persona, come accadrà anche per Maggie, la protagonista femminile. Una
scelta strutturale che ho trovato ottima, perché permette di “spezzare” il
testo, sia da un punto di vista narrativo, sia per quanto riguarda l’aspetto
visivo. Trovo che questa soluzione dia
ampio respiro a tutta la narrazione, invogliando il lettore a proseguire
celermente. Allo stesso modo, ho trovato azzeccatissima la scelta di inserire
diversi flash - back, riportati sempre in corsivo, che ci svelano qualcosa di
più sul passato dei due.
Se Gideon è il protagonista
assoluto del primo capitolo, Maggie fa la sua comparsa soltanto nel secondo, in
cui ci sembra quasi di sentire quel suo tono “acciaio, in veste di velluto”.
Anche questa volta sono costretta
a ribadire quanto già avevo detto — o meglio, scritto — in precedenza: lo stile
della Sparkle è unico e va migliorando e perfezionandosi a ogni nuova opera
pubblicata. Nulla da invidiare alle tanto blasonate autrici americane. Lo
stile, i dialoghi, il ritmo, la punteggiatura: tutto è attentamente studiato e
sapientemente miscelato.
Veniamo alla storia. Gideon e
Maggie. I due protagonisti. Un’amicizia che si trasforma in amore che, a
differenza delle rose che Gideon coltiva, non riesce a sbocciare; rose che,
come ribadisce Maggie, “sono bellissime
ma ti pungono , proprio come la vita di tutti”.
Litigi, incomprensioni, cose accadute che non
sarebbero dovute accadere — a detta di lei — porteranno le strade dei due
giovani a dividersi. Ma il destino… è sempre in agguato! Soprattutto se le
azioni sono guidate dalla penna di Judith Sparkle.
“Eppure, pensaci: è destino che apparteniamo a qualcuno. È nella forza
delle cose. Alcuni dicono che l’amore sia una gabbia: che amare qualcuno con
tutto il nostro essere sia una fregatura. Io non ci credo. Deve esserci una
felicità profonda nell’appartenere a qualcuno”.
Come i petali delle rose, è la
delicatezza che contraddistingue questo libro, insieme allo struggimento delle
parole che nascono dal cuore e che suonano come ammonimento, per ognuno di noi.
“Un giorno incontrerai qualcuno che ti farà battere forte il cuore e
sentirai che senza di lui la tua vita sarà incolore e insapore. E non te ne
fregherà più niente di andare dove vuoi, semplicemente perché ti sembrerà assurdo
andare dove non c’è lui. Desidererai baciare anche solo l’ombra dei suoi passi
ed essere sfiorata anche solo da uno dei suoi pensieri. Allora, e solo allora,
ti ricorderai di queste mie parole e non ti basterà tutto l’oro del mondo per
placare il rimpianto in fondo al cuore. Vorrai fare di tutto per sentirti sua e
non potrai.”
Elemento principale e
caratterizzante, attorno al quale ruota tutta la narrazione, è l’arte. La
pittura, in particolare. Attraverso i gesti e le parole di Maggie, l’autrice ci
introduce in questo mondo affascinante, fatto di colori e sensazioni.
“I colori gialli trasmettono luce ed energia, il magenta movimento,
trasformazione e i blu richiamano la notte, l’oscurità, l’oblio” .
Ed è proprio nell’arte che Maggie
si rifugia perché, come lei stessa dice, “L’arte
può sollevarci o distruggerci”.
Disseminati qua e là, tanti
piccoli indizi che ci mostrano quanto l’autrice sia preparata sull’argomento
che tratta, la pittura. Sono infatti
presenti nel testo numerosi rimandi artistico - letterari molto
interessanti (vedi, ad esempio, i riferimenti a Monet e alle “Lettere di Van
Gogh”), che rappresentano ottimi spunti per un eventuale approfondimento.
“Ripensò alle lettere di Van Gogh. Quanto è piacevole il tocco, il
colpo di pennellessa. En - plein - air, esposto al vento, alla curiosità della
gente, si lavora come si può, si riempie la tela alla meno peggio. Eppure è
proprio allora che si afferra il vero e l’essenziale”.
E ancora, le descrizioni dei
paesaggi e delle situazioni sono fatte ad hoc, brevi ma ad impatto.
“il mare color antracite e l’immensità del cielo solcato di nubi
attiravano il suo sguardo come una calamita . Aveva già dipinto un paio di
quadri con quel soggetto, ma pensò anche che i colori della natura cambiavano
repentinamente e che avrebbe potuto usare la stessa tecnica di Monet quando
aveva dipinto la serie di quadri della Cattedrale di Rouen nei vari momenti
della giornata.”
Bellissimi gli spunti di
riflessione sulla condizione umana e sul modo di agire delle persone, inseriti
all’interno della narrazione:
“Ogni uomo è fatto da una metà che vede, esposta alla luce. E da una
metà che non vede, esposta al buio. Le decisioni che prendiamo, il modo di
affrontare le giornate, possono provenire dalla parte rivolta al sole e allora
siamo fiduciosi, espansivi. Oppure dalla parte in ombra e allora ci chiudiamo
in noi stessi.”
Procedendo nella lettura, la
Sparkle ci introduce con delicatezza in un universo duro, quello dei bimbi
affetti da mali incurabili. Gideon, infatti, è il medico dei bambini, ma anche
dei poveri, di chi non può permettersi di pagare le cure mediche (ricordo che
in America la sanità non funziona come in Italia. Lì è tutto privato e, in
assenza di costose coperture sanitarie, non è possibile avere accesso alle
cure). Ma attenzione, perché non è finita qui: è a pochi capitoli dalla fine
che ci troveremo a fare i conti con le pagine più forti e drammatiche di tutto
il romanzo, in cui l’autrice ci terrà col fiato sospeso, facendoci rivivere
quelle stesse immagini riviste tante volte nei tg e che nessuno di noi potrà
mai dimenticare. Pagine che daranno una svolta e un’improvvisa accelerata agli
eventi. Resta a voi scoprire di cosa si tratti…
“E ricordò quello che aveva letto su come le persone vittime di eventi
dolorosi percepiscono le sensazioni: o riportano il trauma di continuo nelle
loro vite , oppure lo congelano celandolo in un anfratto della coscienza e
lasciandolo lì”.
E poi, cari lettori, il finale scoppiettante
che…
“fu un’esplosione di colori, sentì il rosso accendersi e vibrare, il
fucsia espandersi come i petali di una magnolia in fiore, soffici e impalpabili.
In un solo istante capì che la vita che le era stata tolta, adesso le veniva
finalmente restituita“.
Un romanzo intenso, travolgente,
delicato e forte, come i suoi protagonisti. Come quelle rose che resistono alle
intemperie. Come quelle pennellate che racchiudono l’essenza di un’anima
travagliata e che rimarranno per sempre impresse sulla tela. Come le emozioni
che l’autrice saprà regalarvi e che conserverete nel cuore. Un libro che ho
visto nascere, dalle prime battute, e che ho incoraggiato, perché si è rivelato
sin da subito una splendida avventura.
Consigliatissimo!
Recensione di Gloria Pigino
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