Titolo: I frutti del vento
Autore : Tracy Chevalier
Editore: Neri Pozza
Pagine: 249
Pubblicazione: 28 Gennaio 2016
GRADIMENTO
“E doveva essere un brav’uomo, perché tu sei un brav’uomo, Robert Goodnough. Ma a volte nella vita bisogna dare un taglio al passato. E tu non appartieni più a quel passato, vero?” cit. Molly
trovato in mezzo ai disonesti, ma per quanto onesta fosse la sua
vita, sapeva di aver commesso un errore da cui non poteva
fuggire. Il rimorso l’avrebbe seguito ovunque, a est o a ovest.
La sua corsa senza fine non era servita a niente.”
I frutti del
vento è la settima “fatica” della scrittrice Tracy
Chevalie famosa per il suo libro "La ragazza dell’orecchino di
perla", uscito nel 1999 in Italia.
È il primo
libro che ho letto di questa autrice, e devo dire
che il giudizio è nettamente
positivo.
Il libro narra la storia di Robert, figlio di coloni che
scappa dalla
famiglia dopo un tragico incidente e per anni vaga senza meta per le pianure americane con l’unico scopo di allontanarsi il più possibile da casa
sua, alla ricerca di una felicità che sarà in grado di godere appieno solo
quando capirà che le colpe dei genitori sono e rimangono dei genitori e che lui
in quanto figlio non ne dovrà pagare le conseguenze.
Robert, scappa di casa a nove anni,
dopo aver vissuto nella Palude Nera, un luogo inospitale dell’Ohio assieme alla
sua famiglia, anch’essa inospitale come la palude. Gli unici due componenti
della famiglia con cui riesce a legare, sono il padre James, amante delle mele
e soprattutto della qualità Golden e la sorella, la piccola quanto fragile
Martha. Robert si trova a vivere un’infanzia segnata dall’odio che i genitori
provano tra loro e dagli altri due fratelli e una sorella, troppo simili alla
madre per cui non riuscirà mai a legare con loro.Vivrà per anni di ogni tipo di lavoro cercando di rimanere il più onesto possibile, fino a quando la sua strada non incrocerà quella del famoso botanico William Lobb (personaggio veramente esistito) e scoprirà assieme a lui l’amore per la botanica. Questa strada porterà a Robert uno scopo nella vita e a conoscere nuove persone fino a quando il destino gli riserverà un’amara sorpresa, ma allo stesso tempo anche la felicità che da sempre ha cercato.
Il libro si
divide in sei parti:
- La prima parte chiamata Palude Nera, Ohio Primavera 1838,
ci
presenta la famiglia di Robert: James, il padre che preferisce le
sue amate mele, le Golden, alla famiglia; Sadie la madre che
disprezza il marito e tutto quello che la circonda; i due figli
Robert
e Martha che giudicavano la loro madre
Ero arrabbiata, perché
io non volevo smettere. Così gli voltai le
spalle. Voltai le spalle a mio
figlio e rincominciai a saltare e a
gridare, ma non era più come prima,
nient’affatto. Di colpo mi vidi
con i suoi occhi, ed ero così brutta che mi
accasciai piangendo in
mezzo alla folla” cit. Sadie
“Anche se non diceva
una parola, Martha aveva il potere di farmi
sentire la madre peggiore del
mondo. E probabilmente lo ero.”
Cit. Sadie
L’unica salvezza per Sadie alla sua patetica esistenza, sono le rare visite di John Chapman (personaggio realmente esistito) ,commerciante di alberi di mele per vari coloni della Palude; solo con lui, Sadie riesce a capire che tutto il rancore che pensa di provare nei confronti del marito e della vita , in realtà è rivolto verso gli alberi.
“E va bene, mi fanno rabbia quegli stupidi rametti, perché
loro si sono ambientati in questa Palude e io no! E sono solo degli alberi!”
E saranno proprio quegli alberi di mele i colpevoli indiretti
di tutta
la storia.
“Robert era felice ed
eccitato: andando verso ovest, sentiva di
andare in contro al suo destino.”
*****
parte preferita.
Qui l’autrice riesce a ricreare con la magia delle parole la
meraviglia di Robert, di fronte alle imponenti sequoie.
“Giunto sul margine del
bosco, Robert scese di sella e rimase subito
impietrito, il braccio stretto
attorno al collo del cavallo. Nel corso
dei suoi viaggi aveva visto molte cose
belle e strabilianti: la
prateria che si estendeva a perdita d’occhio, un olmo
solitario che
svettava contro l’azzurro del cielo, un tornado che attraversava
furioso il verde orizzonte, le vette aguzze dei monti ammantate di
neve
candida. Ma ciò che aveva di fronte lo lasciò senza fiato".
Due alberi enormi si
ergevano ai lati della strada, quasi un portale
che immetteva nel bosco. Le
sequoie non erano alte come quelle
Robert aveva visto a valle, ma molto più
larghe, e si sentì una
nullità davanti alla circonferenza smisurata di ciascun
tronco, le
chiome immani che incombevano su di lui, oscurando il cielo. Era
impossibile abbracciarle per intero con lo sguardo.”
****
Tra queste righe ritroviamo i personaggi che avevamo lasciato
nel
primo capitolo e il perché Robert scappa da casa.
“Settembre era il mese
che James attendeva con ansia, il momento
in cui il ciclo vitale di gemme,
foglie, fiori veniva coronato dalla
comparsa dei frutti. Guardava il meleto con
Robert al suo fianco e
sognava già i rami ricolmi di mele dorate, con cui
avrebbe potuto
sfamare la famiglia per mesi. Fosse stato per lui non avrebbe
mangiato altro.”
*****
Infine, la sesta e ultima parte,
California 1856 racconta del
ricongiungimento tra Robert e Martha e della pace
che
finalmente Robert, grazie all’aiuto di una persona speciale
riuscirà a
raggiungere dopo tanti anni.
Ho apprezzato la scelta della scrittrice di far parlare prima persona i genitori di Robert, James e Sedie. Penso che sia stata una scelta giusta, altrimenti il lettore a mio avviso avrebbe perso molto di entrambi i personaggi.
Interessante lo stile della scrittrice,
semplice ma allo stesso tempo
coinvolgente e mai per nulla ripetitivo. Ho
apprezzato moltissimo
la parte descrittiva della natura e delle sequoie, oltre
al fatto che
la storia abbia personaggi realmente esistiti.
Leggerò di sicuro altro di questa scrittrice, tra cui La
ragazza
dell’orecchino di perla e Strane creature.
Il personaggio preferito? Non ne ho uno in questo libro.
Tutti
hanno qualcosa da raccontare al lettore e spero che chi vorrà
leggere il
libro ne saprà cogliere il giusto, che per tutti, come la
lettura, rimane rigorosamente
personale.
RECENSIONE SCRITTA DA VALENTINA FONTAN
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