Titolo: La ragazza italiana
Autore: Lucinda Riley
Editore: Giunti
Prezzo: Kindle 8.99; carataceo 12.67
Pagine: 560
Data pubblicazione: 13 Giugno 2017
La
narrazione inizia con la lettera che Rosanna Antonia Menici scrive al figlio
Nico dal camerino della Metropolitan Opera House di New York.
Gli
racconta della sua infanzia trascorsa con la famiglia a Piedigrotta, quartiere
di Napoli, e di come si è innamorata per la prima volta, all’età di undici
anni.
“Ti sembrerà impossibile che una
ragazzina non ancora adolescente possa innamorarsi, ma ricordo come fosse ieri
la prima volta in cui posai gli occhi su di lui…”
Napoli,
agosto 1966
I
genitori di Rosanna, proprietari di un locale, organizzano una festa a sorpresa
per il trentesimo anniversario dei loro
amici, Maria e Massimo Rossini. Alla festa, oltre agli amici e ai parenti dei
festeggiati, c’è tutta la famiglia riunita; Antonia e Marco, i genitori di
Rosanna, Luca, il fratello maggiore, e Carlotta, la sorella che la piccola di
casa invidia per la sua florida bellezza. È in quest’occasione che Rosanna e
Roberto, figlio dei festeggiati, più grande di lei di tanti anni, si incontrano
per la prima volta dopo tanto tempo (l’ultima volta lei aveva solo pochi mesi).
Roberto
Rossini,
studia a Milano per diventare cantante d’opera alla Scala. Durante un’esibizione canora
del giovane, Rosanna rimane incantata ad ascoltare il magico suono della sua
voce.
“Mentre raggiungeva l’apice del
brano e allargava le braccia, sembrava che volesse abbracciarla, stringerla a
sé. Fu in quel momento che capì di amarlo.”
Poco
dopo è Rosanna a esibirsi, su richiesta del fratello, e intona davanti a tutti
l’Ave Maria. Roberto, stupito da tanta bravura, suggerisce al padre e al
fratello della ragazzina di farle prendere lezioni di canto dal maestro Luigi
Vincenzi. Il padre non è d’accordo, ma il fratello crede nel talento della
sorella.
A
fine giornata, Rosanna affida alle pagine del suo diario segreto tutte le sue
emozioni e annota una frase:
“Un giorno sposerò Roberto
Rossini…”
E
fu così che il destino iniziò a tessere la sua tela. Una tela spessa che mette in seria difficoltà le aspirazioni e i progetti di Rosanna.
“Erano passati sei anni dall’ultima volta che l’aveva visto. Appena posato lo sguardo su di lui, il cuore cominciò a batterle forte e le mani iniziarono a sudare.”
Ho
concluso la lettura di questo libro con le lacrime agli occhi, come sempre mi
accade dopo aver letto i capolavori di Lucinda Riley. Non lo nascondo, è una
delle mie autrici preferite in assoluto. Anche questa volta sono stata pervasa
da un profondo senso di pace, che ha seguito l’ondata di emozioni dalle quali
sono stata travolta, pagina dopo pagina. È come se, lentamente, tutte le
tessere del puzzle fossero andate a creare un quadro magnifico, in cui tutti i
personaggi hanno trovato il proprio posto, nella storia e nella vita.
La
storia d’amore tra Rosanna e Roberto è il fulcro attorno al quale ruota tutto il
romanzo, a cui si aggiungono tante storie e tanti personaggi, tutti legati fra
di loro. È incredibile come la Riley sia riuscita, ancora una volta, a tessere
questa sottile trama di intrecci e a far quadrare il tutto, fino a giungere al
finale ricco di pahos.
Rosanna,
attraverso le pagine di una lunga lettera, decide di raccontare al figlio il
sentimento che, per tutta la vita, ha legato lei e Roberto, famoso cantante d’opera.
“La morte non è spaventosa, Nico.
Perché Roberto mi sta aspettando. E un amore come il nostro non muore mai.
Gli narra, quindi, tutta la storia sin dall’inizio, dal giorno del loro primo
incontro quando, alla tenera età di undici anni, ha capito che si era già
perdutamente innamorata di quell’uomo tanto più grande di lei.
“L’amore. Un amore così potente e
ossessivo che mi ha portata a dimenticare tutto il resto. Ma sarò sempre felice
di averlo provato.”
Da
qui hanno inizio tutte le vicende, che si snoderanno lungo un arco temporale
che va dall’agosto del 1966 al giugno del 1996. Un lungo trentennio in cui
assistiamo non solo alla crescita professionale di colei che diventerà una fra
le più famose cantanti liriche de mondo, ma anche e soprattutto alla sua
crescita personale, come donna, madre, amica, sorella e figlia. Trent’anni di
vita travagliata, in cui il sentimento che cresce fra i protagonisti terrà il
lettore incollato alla narrazione, pagina dopo pagina.
Interessantissima
la scelta di alternare brani della lettera alle parti romanzate, in cui vengono
narrate tutte le vicende che, una dopo l’altra, si sono succedute nel corso
degli anni. Anche in questo romanzo, vi è
l’alternanza fra il racconto in prima persona, che ritroviamo negli stralci
della lettera scritta a Nico, e le parti narrate in terza persona, al passato,
in cui il lettore viene a conoscenza delle vicende vere e proprie. I brani
estrapolati dalla lettera, infatti, sono scritti in prima persona. In queste
righe, brevi ma intense, la donna si rivolge direttamente al figlio, al tempo
presente, come se lui fosse proprio lì, di fronte a lei, o come se stesse
leggendo quelle parole nell’esatto momento in cui la madre le sta
scrivendo.
Un
romanzo intenso ed emozionante. Entusiasmante e travolgente. Un altro grande
successo targato Lucinda Riley.
Un libro consigliatissimo, soprattutto alle
anime romantiche!!!
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