sabato 30 maggio 2020

Recensione libro La scommessa - Brooke&George di Elizabeth Giulia Grey


Recensione libro
La scommessa - Brooke&George di Elizabeth Giulia Grey
Scheda tecnica
Titolo: LA SCOMMESSA – Brooke & George
Autore: Elizabeth Giulia Grey
Editore:Self published
Genere: Romance contemporaneo
Data pubblicazione: 28 maggio 2020
Formato: Ebook
La scommessa - Brooke&George di [Elizabeth Giulia Grey]

È una semplice sfida tra amici, una piccola e innocente dimostrazione di forza. Ma se non fosse solo un gioco? Emily e Brooke sono amiche da sempre: l’una l’opposto dell’altra, soprattutto quando si parla di amore. Ecco perché, in un locale esclusivo della New York più modaiola viene loro un’idea, all’inizio stramba e fumosa, poi via via sempre più vivida e concreta. Una scommessa: conquistare lo stesso uomo con approcci contrari.
Mike e George sono amici e colleghi. Presenti anch’essi nel locale in cui ha luogo l’accordo fra le due ragazze, finiscono per trovarsi invischiati nel medesimo gioco. Una scommessa, quasi del tutto identica all’altra se non per un piccolo particolare che farà la differenza.
Chi la spunterà? E quali saranno le conseguenze?
I destini di quattro persone fino a quel momento estranee o quasi si legheranno in modo imprevisto e imprevedibile, portando a sviluppi che nessuno di loro si aspettava.
In un modo o nell’altro si metteranno tutti in gioco.
La scommessa – Brooke&George si concentra su una delle sue coppie, lasciando l’altra sullo sfondo. Per scoprire cosa accade all’altra coppia, non perdete il nuovo romanzo La scommessa – Emily&Mike, già disponibile su Amazon.
Ciao amici lettori, oggi vi recensisco, il secondo volume della serie "La scommessa" dell'autrice Elizabeth Giulia Grey. Il romanzo è riservato alla storia di Brooke e George, la seconda coppia di amici caduti nella loro stessa trappola della fantomatica scommessa di cui siamo stati partecipi nel primo volume. Il romanzo inizia a riassumere ciò chè già accaduto nella prima parte ed  un pochino mi ha annoiata rileggere ciò che già si è letto, sicuramente la scelta dell'autrice è quella di far venire a conoscenza coloro che non hanno letto il romanzo precedente, ma per me che invece conosco la storia, non è stato il massimo; ma la storia lettura in corso, si è sviluppata e ha delineato i due nuovi personaggi; ha avuto insomma la sua impennata. Certo che i personaggi dal punto di vista psicologico cambiano rispetto ai primi; ci troviamo di fronte ad una ragazza, Brooke con una doppia personalità, che cozza l’una all’altra; è come se volesse  farsi del male e denigrare se stessa; si presenta come una femme fatale, una spregiudicata che non ha nulla da perdere e che utilizza il proprio corpo per un mero piacere sessuale, privandolo della sua anima ( o almeno questa è stata la mia percezione). Non amo questo genere di donne e sinceramente, mi urta anche leggerle. Non vorrei fossero da esempio. Ci sono scene di sesso esplicite ed un linguaggio utilizzato un pochino scabroso; dall’altro abbiamo George, un’anima ferita che non sempre riesce a gestire la situazione e la femme fatale, tanto da trasformarsi in un uomo governato dal solo istinto e appetito sessuale. Sinceramente ho preferito il primo volume. Ma il romanzo elogia l’amicizia come un rapporto fondamentale nella vita di ciascuno di noi; un sentimento molto più importante dell’amore, che viene facilmente sacrificato in nome suo e io concordo con questo: gli amori passano, gli amici restano. Se amate vivere scene senza remora e pudore, ve ne consiglio la lettura!!!
Serie La scommessa

- Emily e Mike

- Brooke e George

venerdì 29 maggio 2020

Love and Revenge di Silvia Mero dal 3 Giugno

Love and Revenge di Silvia Mero dal 3 Giugno 
Love and Revenge: Silvia Mero di [Silvia Mero, Palma Caramia]
Informazioni libro
Titolo: Love and Revenge
Autore: Silvia Mero

Editore: Self Publishing
Data pubblicazione: Pre order 29 Maggio - Uscita ufficiale 3 Giugno 2020
Genere: Contemporary Suspance

Cartaceo: 12,99 euro (per il primo mese) successivamente 14,99 euro
Ebook: 1,99 euro
Kindle Unilimited: disponibile
Vendetta.
Questo è l’obiettivo che Dwayn Lancaster tenterà in ogni modo di portare a termine. Per ottenere tutto ciò, non si fermerà davanti a niente, anzi. Approfitterà dei legami familiari della sua vittima e tenterà in ogni modo di insinuare la paura e la sconfitta nell’anima del suo nemico.
Riuscirà davvero a fargliela pagare?
Non vi resta che scoprirlo.


Lo Zingaro del SoBro - Honorable Men Series 2 JD Hurt

Lo Zingaro del SoBro - Honorable Men Series 2 JD Hurt 
Lo Zingaro del SoBro (Honorable Men Series Vol. 2) di [JD Hurt]

Sono nato per servire la patria. Dovevo essere degno delle Tigri d’Arkan; per farlo ho creato un impero mafioso. Poi sono comparsi loro nella mia vita: Eva e Rodrigo. I miei schiavi. Un regalo di mio padre, un’ossessione. Tutto il resto è svanito. Finché ho dovuto cederli e il mio mondo è crollato.
Mi chiamano lo zingaro del SoBro, perché vengo dai Balcani. Ma sono solo un uomo a metà senza i miei schiavi. Devo riaverli; per farlo non guarderò in faccia nessuno. Neppure la Serbia.
Sono nata per essere una donna bosniaca libera. A mia insaputa hanno fatto di me la schiava di un serbo; e la mia vita è crollata portando con sé la fede religiosa. Sono divenuta l’amante di due uomini. Ora che sono riuscita a scappare, devo ritrovare me stessa, la mia moralità. Ma riuscirci è impossibile. Non si sfugge al destino. Il mio destino sono loro: Darko e Rodrigo.
Sono nato per amare una donna. Avevo tutto: la ragazza perfetta, la mia gang di Toros Locos, una vita in Colombia che mi faceva sentire un re. Eppure mancava qualcosa. Mancava lui. L’uomo che ci ha rapito. Ora non posso più farne a meno. Devo avere la perfezione: la mia donna, lui. Il nostro schiavista: Darko Ilievic.
Darko, Eva, Rodrigo. Quando l’amore abbatte le regole della guerra e della mafia.
Nota dell’autrice: “Lo Zingaro del SoBro” è un mafia, suspense romance dalle sfumature dark. E’ un romanzo MFM autoconclusivo, nonché il secondo volume dell’Honorable Men Series. Per una maggiore comprensione del testo è necessario aver letto il primo volume: “Il Conte di Long Island”. Contiene scene violente, si avvale di un linguaggio crudo. E’ pertanto consigliato a un pubblico adulto e consapevole.
Honorable Men Series
- Il Conte di Long Island

- Lo Zingaro del SoBro


Recensione libro "Blu di Chartres" di Cristiano Pedrini

Recensione libro
Blu di Chartres di Cristiano Pedrini
L'immagine può contenere: testo
Scheda tecnica
Titolo: Blu di Chartres
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa storica
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pagine: 142
Pubblicazione: 26 Maggio 2020

Il tenente della Wehrmacht Edler von Daniels giunge a Bratislava senza immaginare che non sarà la guerra, scatenata dalla Germania, a sconvolgere la sua esistenza. Il suo senso del dovere verrà messo a dura prova dall’incontro con Jari Nyberg, il nuovo console di Svezia, un giovane che non accetta di essere costretto nelle rigide regole del protocollo e della diplomazia, scatenando timori ed incertezze in chi lo circonda. Il carattere irruente di Jari e la sua ironia mal sì addicono a quello sguardo, capace di mostrare un tono ceruleo dall’intensità così perfetta da indurre a far credere al giovane ufficiale tedesco che il cielo sia disceso in terra. Il loro incontro li costringerà a superare la reciproca diffidenza, alimentando la speranza che potranno vivere, a guerra finita, in un mondo assai diverso.
Ed eccomi qui a recensire l’ultimo romanzo di Cristiano Pedrini, diciamo che sono una sua fan  ormai e ogni volta mi sorprende e mi emoziona. Il “Blu di Chartres si fonda su figure di contenuto  come  la similitudine e la personificazione, che descrivono  un’immagine in una relazione di somiglianza con un’altra, accentuando così  il significato che ne voleva attribuire. In questo caso, così come il titolo sottolinea, “Il blu di Chartres”, la particolare gradazione di blu delle magnifiche vetrate della cattedrale gotica Patrimonio dell'Umanità UNESCO fin dal 1979, a poca distanza da Parigi, che maestri alchimisti crearono mischiando una base di cobalto, (minerale raro e pregiato a quei tempi), con altri elementi in una formula segreta, viene paragonato…  non vi dico a cosa o chi, per non fare spoiler e per non togliere a voi il gusto di scoprirlo nella lettura. Particolare che scoprirete solo a fine lettura. Cristiano non lascia mai far trapelare nulla o far intuire ciò che leggeremo nella pagina successiva. Cristiano sorprende sempre i propri lettori e la sua penna non lascia nulla al caso e va oltre i pregiudizi e la morale borghese bigotta. Il romanzo è di ambientazione storica e coniuga al meglio gli eventi storici con la storia romanzata. Ci troviamo nel periodo della seconda guerra, quel periodo in cui il nazismo ha stravolto la vita dei  nostri nonni e dei nostri zii; quel periodo che ha messo in ginocchio il mondo intero causando dolore e morte. Ovviamente Cristiano racconta la storia dalla parte dei giusti, ossia coloro che hanno cercato di fermare e contrastare l’ira dei tedeschi: la resistenza praticamente. L’ambasciatore di Svezia viene inviato nella delicata sede di Bratislava per tenere sotto controllo il regime tedesco e difendere ovviamente  il proprio paese e porta con sé il suo unico figlio, Jari di impeto istintivo e irrazionale. Ma viene scoperto e minacciato di complotto ai danni dei tedeschi, perciò “invitato” a far ritorno in patria, dal colonnello delle SS Rainer  accompagnato dal tenente della Wehrmacht Edler von Daniels. Ma avviene l’imprevedibile: le vite di Edler e Jari vengono sconvolte da un sentimento molto potente, “scandaloso” che nessuno dei due si aspettava. L’ambasciatore torna in patria e Jari resta, diventando console e portando a termine il suo lavoro. Un romanzo in cui l’autore cerca di pulire le brutture della guerra con l’amore;  cerca di lavare il sangue versato dai tedeschi con l’azzurro del cielo; un romanzo che dona al rosso, significato differente ed opposto, ricorrendo ancora una volta ad una figura retorica, in questo caso all’ossimoro, dolore/gioia, sangue/amore. "La nuova Europa che uscirà dalla guerra avrà bisogno di idealisti e sognatori, come Jari e di persone coraggiose come lei, caro Edler"… Le pagine si avvicendano e scorrono lisce come l’olio, con fluidezza e senza intoppi. Un romanzo che amalgama storia, cultura e sentimenti utilizzando un linguaggio ricercato e accurato, senza sbavature, sproloquio  e turpiloquio. Momenti di riflessione del protagonista, perciò possiamo ritrovare il soliloquio. Quindi capirete che questo romanzo è una chicca letteraria creata e scritta da chi ne fa un buon uso della scrittura e della sua grammatica.



giovedì 28 maggio 2020

Recensione libro Il Conte di Long Island di JD Hurt

Recensione libro

Il Conte di Long Island di JD Hurt

Il Conte di Long Island (Honorable Men Series Vol. 1) di [JD Hurt]
Scheda tecnica
Titolo: Il Conte di Long Island
Autore: JD Hurt
Serie: #1 Honorable Men Series
Genere: Suspense romance
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pubblicazione: 17 Marzo 2020
Pagine: 348
L’ho vista in culla e subito con lei si è creato un legame. All’epoca mi chiamavo Tony Mancuso. Ero solo un piccolo delinquente desideroso di scalare le vette della mafia newyorkese, ma volevo aiutarla. Tenerla con me, proteggerla per sempre. Non sapevo che quel legame sarebbe diventato un mistero che mi avrebbe condannato alla prigionia per diciassette anni, distrutto nel corpo e nell’anima. Ora sono tornato; il mio nome non è più Tony. Io sono il Conte di Long Island e devo dipanare quel mistero per potermi vendicare. Lei si chiamava Camille. Adesso è Rose; un frutto proibito. Ma il suo nome non conta più e neppure la giovane età, perché è diventata la piccola parte di una realtà molto più grande. La guerra contro i clan di New York.Da bambina la mia vita era una musica che suonava sempre più lieve. Mi limitavo ad esistere. Mia madre, mio nonno, il mio clan scandivano ogni minuto del mio tempo. Mi dicevano: “è colpa della Mafia. Devi rassegnarti”. Finché ho scoperto che era tutta una bugia. Allora sono scappata. Credevo che sarebbe stato facile perdermi nel mondo e capire chi sono veramente, ma poi è comparso lui: il mostro, l’adulto che vuole distruggermi. Il Conte di Long Island. Pensa di addomesticarmi, ma io sono stata prigioniera, mai ingenua. E imparo in fretta. Grazie a lui ho capito che non esiste gloria facile. Ci si deve scontrare col sangue, con le ossa. Mi chiamo Rose Capascio e ora sono pronta.Pronta per la guerra contro il Conte di Long Island.Nota dell’autrice: Il Conte di Long Island è un mafia, forbidden, suspense romance dai risvolti dark. E’ il primo volume autoconclusivo della Honorable Men Series. Contiene tematiche delicate e, talvolta, scabrose. Se ne consiglia pertanto la lettura a un pubblico adulto e consapevole.
Ciao lettori e lettrici, dell'autrice avevo  letto "Stolen" e mi aveva  rapita, ma "Il Conte di Long Island", ti lascia senza  fiato; meraviglioso, ti tiene  attaccata  fino alla fine; ogni pagina  ti incatena; bello, struggente e oscuro e tanta passione. Il figlio bastardo o il conte: chi trova veramente pace ? Il libro non narra le loro vicende ma le loro tragedie perché non sempre immorale è sinonimo di imperfetto; a volte l'amore si nasconde  in occhi  innocenti troppo  puri ma anche tanto affini. Ecco, per me, l'imperfetto  può essere realtà. L'autrice ha saputo in modo sagace descrivere le vicende intrecciate, i destini segnati,  gli amori dannati  in maniera sublime. La ricercatezza di termini di narrazione tra il serio e il faceto. Bella e oscura, la protagonista è ignara della devastazione  che la circonda ma è certa che il suo eroe non avrà le fattezze di un principe  azzurro  ma quelle di un demone; le persone più ti sono vicine  più sono ingannatrici. Il lieto  fine non è anelito ma è quello che ti sconvolge. 
Recensione di Rosa

Tappa blogtour Crazy for you di Paola Garbarino

Tappa blogtour
Crazy for you di Paola Garbarino
Buongiorno care lettrici, insieme all'autrice Paola Garbarino, e in collaborazione con altri blog, abbiamo deciso di vivisezionare il romanzo ed approfondire minuziosamente alcuni aspetti del romanzo. Noi, "Il Mio Mondo Di Libri",  abbiamo scelto la tappa "OGGETTI ANNI '80 E '90". Spero sia di vostro interesse. 
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WALKMAN: Mollò walkman e cuffie nelle mani dell’impiastro capriccioso, si alzò dal tavolo e si diresse dietro il rifugio, dove c’erano delle panchine per guardare il panorama.
Agii d’impulso e la seguii.
“Posso prestarti il mio?” mentre tendevo il lettore musicassette verso di lei.
Si voltò e finalmente potei guardarla bene in faccia.
Fui grato al mio istinto: era molto carina ma era praticamente una bambina. Stavo facendo il gentile con una che poteva essere mia sorella, mentre la mia l’avevo appena mandata al diavolo.
Mi osservò come se non ci credesse, poi il suo sguardo scese sul lettore “Cosa ascolti?”
Mi sedetti anch’io sulla panchina “IGuns.”
Fece un piccolo sorriso e le si formò una fossetta sulla guancia sinistra “Piacciono anche a me. Adoro Axl.”
“Io adoro Slash, voglio suonare la chitarra come lui. Tu cosa stavi ascoltando prima che te lo fregasse il fratellino?” temendo che mi avrebbe risposto New Kids On The Block, Europe o Duran Duran, gruppi che venivano seguiti più per l’avvenenza dei musicisti che per la musica. Avrei perlomeno apprezzato i Duran, se non altro per la canzone e il video di TheWild Boys.
“True Blue, di Madonna.” disse “È una donna forte e una brava artista. Vorrei essere come lei.”
“Mi piace…” avviai la riproduzione e tolsi le cuffie, il mio walkman aveva la cassa e potevamo ascoltare entrambi “…ma preferisco l’Hard Rock.” aggiunsi.
Partì Paradise City.
Negli anni 80 e all’inizio degli anni 90 il walkman era l’unico modo per ascoltare la musica mentre si era fuori casa, durante una passeggiata o una corsa; leggeva le musicassette e solo le versioni più moderne avevano anche la radio. I tasti REW e FFWD ti permettevano ti riascoltare a ripetizione una canzone oppure solo una parte. Era un po’ complicato da condividere ma forse il bello stava lì, in quanto l’archetto rigido della cuffia ti obbligava a stare molto vicino ad una persona se volevi fargli ascoltare la tua musica del cuore. Kay lo sapeva bene, ed è grazie a questo che in quella fredda giornata ad Ortisei è cominciato tutto.
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LETTERE: “Mi scrivi anche tu?”
“Sono un maschio, non ti posso assicurare che scriverò quanto te.” e sfoderai il mio miglior sorriso.
“Perché, i maschi non sanno scrivere quanto le femmine?” mi prese un po’ in giro, mentre tirava fuori dallo zainetto un quadernino con gli unicorni in copertina.
“Ti scriverò di sicuro.” aggiunsi, piano.
Mia scrisse qualcosa, strappò il foglietto e me lo porse. Il suo cognome, un indirizzo di Genova, un numero di telefono. Lo misi nel portafogli, poi presi il quaderno che aveva ancora in mano e scrissi il mio.
Lo lesse “L’indirizzo di una scuola?” dubbiosa.
“Sono più in collegio che a casa.” ammisi.
Tentennò, forse voleva chiedermi qualcosa riguardo al collegio ma non lo fece, pronunciò invece ad alta voce il mio cognome, sbagliando la pronuncia come tutti gli italiani, ossia leggendolo esattamente com’era scritto.
Aspettare l’arrivo del postino è uno dei migliori ricordi della mia adolescenza, avevo molti “amici di penna”, e ricordo il piacere di scrivere a mano (ammetto che lo faccio ancora) la carta da lettere colorata e profumata, l’attesa trepidante che si creava tra la missiva spedita e quella ricevuta. Mia e Kay non avevano email o Whatsapp, e per loro ogni lettera era una dono prezioso, un modo per dire all’altro “ti sto pensando”; è proprio questo che ha reso fin da subito il loro rapporto puro e speciale.
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MUSICASSETTE: Presi il pacchetto che mi porgeva, lo scartai: era una musicassetta. C’era scritto Mia, ma sotto aveva scritto: Per Kei, con la grafia sbagliata, ossia così come si pronunciava.
Avevo ricevuto molti regali nella mia vita da ragazzo ricco, ma questo lo apprezzai da morire.
“É la mia compilation preferita, italiana. È proprio necessario che ti faccia una cultura, Kay.”
Risollevai lo sguardo dalla musicassetta a lei “Grazie.” dissi piano, e capii cosa avessi voglia di fare in questo momento: baciarla.
Desideravo baciarla. O che mi baciasse.
Ed ero terrorizzato, perché non avevo ancora baciato nessuna ragazza.
E’ così che all’inizio Mia e Kay ascoltano la loro musica preferita, registrando compilations su musicassette da regalarsi a vicenda; in modo da restare sempre vicini pur essendo molto lontani.
La musicassetta poteva contenere poche canzoni, quindi bisognava scegliere molto bene quelle da inciderci sopra; si ascoltava col walkman oppure in uno stereo portatile e quando terminava il lato A ( che di solito conteneva le canzoni più belle ) , bisognava interrompere la magia della musica per girarla e passare al lato B.Fondamentale durante la riproduzione, era impedire che inavvertitamente lo stereo facesse uscire fuori il nastro, quando succedeva si chiedeva aiuto alla mitica penna BIC, che con molta pazienza ci permetteva di rimetterlo al suo posto.
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VIDEOCASSETTE: Scartai il pacchetto: c’era una videocassetta.
Per Mia, c’era scritto, con la grafia che ormai conoscevo bene.
Mi precipitai in sala, dove avevamo il videoregistratore, accesi, inserii la cassetta e attesi.
Quando vidi Kay comparire nella registrazione, provai l’impulso di entrare nello schermo.
Era in una grande stanza da letto col parquet, probabilmente la sua, anche se mi sembrava molto austera per appartenere a un teen-ager, non c’era nemmeno un poster appeso alle pareti, però intravedevo, sul fondo, una grande libreria piena di dischi e musicassette, oltre che libri.
Era sempre bellissimo ma aveva gli occhi cerchiati e pareva più magro, forse a causa dell’immobilità forzata causata dall’ingessatura. Era scalzo, indossava un pantalone blu della tuta e una t-shirt grigia che aderiva ai suoi muscoli, e sembrava un modello anche con quei semplici indumenti addosso.
«Se hai inserito la videocassetta e se non hai spento appena vista la mia faccia, allora forse mi concederai abbastanza tempo per dire quello che avrei dovuto dirti durante quella maledetta telefonata.»
Alla fine degli anni 80 c’è stato l’avvento del videoregistratore, le videocassette ti permettevano di vedere i tuoi film preferiti quando e dove volevi e soprattutto di registrare un programma quando non eri in casa così da non perderlo. Ne ho ancora una collezione che non ho il coraggio di buttare, sono ricordi che fanno storia.
Kay ne manda a Mia una preziosa, decidendo che deve dirle davvero qualcosa d’importante e che niente è meglio del suo viso per farlo.
Cabina telefonica Sip | Vittorio Imperia Pergolati
CABINA TELEFONICA: "Non c’eravamo mai telefonati ma stavolta tirai fuori il quadernino che serbavo come una reliquia, su cui lui, il primo anno, aveva annotato l’indirizzo del collegio. Non avevo idea di quanto potesse costare una telefonata in Austria e non parlavo tedesco, nonostante le settimane bianche che facevo qui fin da bambina. Il mio vocabolario si limitava a semplici parole e alle insegne dei negozi.
 In Alto Adige erano bilingue e parlavano anche Ladino. In certi paesini, molte persone non sapevano nemmeno l’italiano, nonostante, sulla carta, ci si trovasse in Italia.
 Al rifugio c’era un telefono pubblico, mi ci recai con la mia paghetta settimanale e pregai una delle cameriere di aiutarmi con la Lingua. Il cuore saltò un battito quando la sentii cominciare a parlare con chi aveva risposto dall’altra parte.
 Non capii una parola, solo il nome di Alexander Kay Von Gloedenn, e poi il mio.
 Mi si strinse qualcosa dentro quando, anziché passarmi la cornetta, la riagganciò.
 “Mi dispiace, non possono passare telefonate, non sei nella lista delle persone abilitate.”
 “Ma Kay è in collegio?”
“Non mi hanno voluto dare alcuna informazione. Mi spiace veramente. Non hai un numero di casa?”
 Scossi la testa.
 No, io non avevo il suo numero di casa. Non sapevo dove abitasse, non avevo nulla in mano per rintracciarlo. Io, in fondo, della sua famiglia non sapevo niente".
 Le cabine telefoniche, insieme ai telefoni “a scatti”, erano l’unico modo per chiamare qualcuno quando ti trovavi fuori casa prima dell’arrivo dei cellulari. Ogni telefonata era quasi un’impresa perché non riuscivi mai a capire se i gettoni a tua disposizione erano sufficienti o se rischiavi di restarne sprovvisto. Col passare degli anni i gettoni sono diventati introvabili, sostituiti dalle più pratiche schede telefoniche, che avendo un credito residuo ti facevano capire meglio le reali durate delle telefonate. Telefonare dalla cabina ti assicurava la giusta privacy che purtroppo in casa difficilmente trovavi. Mia sceglie infatti un telefono pubblico per chiamare Kay in Austria e sentire, anche se per poco, la sua voce.

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TELEFONO FISSO:  Portai in casa la mia valigia, mi feci una doccia, poi mi chiusi in camera e andai avanti con l’arpa fino a tardi, quando smisi di suonare non perché il vicino fosse venuto a lamentarsi, ma perché mia madre entrò, nonostante il cartello DON’T ENTER appeso alla maniglia e proferì le parole magiche “C’è Kay al telefono.”

I pochi secondi che intercorsero da me con l’arpa tra le braccia, a quando potei stringere nella mano la cornetta del nuovo modello SIP SIRIO, mi sembrarono una tortura degna di entrare a far parte della Convenzione di Ginevra.
Chiusi la porta dello studio quasi sbattendola per la fretta, decretando di fatto che la zona era off-limits, sperando che mio padre non entrasse con una scusa o, peggio, mio fratello iniziasse a cantare: A Mia piaceKay"!
Chi di noi non ha avuto a casa lo storico telefono fisso col disco? Per comporre un numero ci voleva una vita, ma soprattutto se sbagliavi non potevi cancellare ma dovevi ricominciare tutto da capo. Ma il vero guaio di questo tipo di telefono era che, vista la limitata lunghezza del filo, non potevi portarlo da una stanza all’altra o chiuderti in camera per impedire a famiglia o coinquilini di ascoltare le tue telefonate. I nostri protagonisti facevano di tutto per provare a sentirsi all’oscuro delle loro famiglie, a volte purtroppo con pessimi risultati…
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CD: Entrammo, Kay chiuse a chiave la porta e si appoggiò con la schiena al battente, osservandomi mentre io mi guardavo intorno e posavo la borsa.
 Era una bella camera, spaziosa, con vista sulla passeggiata e sulla spiaggia.
 C’erano una valigia aperta sul pavimento, la custodia con la chitarra acustica su una sedia, e uno zainetto posato ai piedi del letto.
 Il lettore musicale era già sul comodino.
 Mi avvicinai al mangiacassette “Cosa stavi ascoltando?”
 “Te.” rispose “Una delle tue compilation. Le adoro. Ormai ho un lettore CD ma preferisco questo perché posso ascoltare le tue cassette.”
 “Ce l’ho anch’io. D’ora in poi ci scambieremo CD, allora.” schiacciai il tasto d’avvio e partì One degli U2".
 Questo libro parla molto di musica, e col passare degli anni i ragazzi passano con grande sorpresa dalle musicassette ai cd; un cambiamento strano per loro come lo fu per tutti noi. Se avevi un cd eri super moderno e all’avanguardia, si potevano ascoltare in casa, in macchina o con gli appositi lettori portatili che andarono in commercio dopo il walkman. La cosa bella erano i cd mp3, (musica digitale) che potevano contenere tantissime canzoni che ti permettevano di creare compilation “da paura”.
“Crazy for you” mi ha fatto tornare con piacere indietro nel tempo, a dimostrazione che anche senza social network e tecnologia ad aiutarti poteva nascere davvero qualcosa di unico da coltivare nel tempo!





mercoledì 27 maggio 2020

Segnalazione "Lasciami Perdere" di Barbara Morini edito Words Edizioni

Segnalazione "Lasciami Perdere" di Barbara Morini edito Words Edizioni
Lasciami perdere di [Barbara Morini]
Informazioni libro
TITOLO: Lasciami Perdere
AUTORE: Barbara Morini
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: Romance contemporaneo
FORMATO: Ebook (2,99 – in offerta a 0,99 nel giorno d’uscita)
 Cartaceo (13,90)
RELEASE DATE: 27.05.2020
Tu non sei per tutti.
Tu sei per me.
Francesca è una fata molto speciale, Steno un principe per niente azzurro. Lei, dopo aver subìto violenza dieci anni prima, si è confinata in un mondo di incertezze e paure: non ha relazioni sociali e non si lascia toccare. Lui, rinomato ginecologo, scontroso e troppo diretto nelle sue esternazioni, ha appena scoperto il tradimento della moglie e deciso di abbandonare casa e routine a favore di una vita indipendente e solitaria. Con in mano una lista di obiettivi da raggiungere per ritrovare la propria identità, Francesca approda nello studio medico di Steno in cerca di lavoro e lui la assume come segretaria. Le loro vite, tuttavia, sono destinate a incrociarsi in modi differenti e più profondi, grazie anche all’aiuto di una Contessa eccentrica, inaspettata fata madrina. Attorno a loro una vicina che fa magie con ago e filo, due domestiche particolari e una strega in camice bianco. Tra polvere di stelle, desideri inespressi e candeline di compleanno, vivremo la magia di una storia dove tutto è esattamente come sembra.
Barbara Morini è lo pseudonimo con cui una anonima impiegata della provincia di Treviso ha deciso di pubblicare il suo primo libro. Nata nello stesso anno della mitica Route americana, è cresciuta a pane, libri e musica ascoltata tra radio e musicassette. Animata dal fuoco della passione per la lettura, ha passato l’adolescenza in compagnia dei classici. Negli anni ’90 ha iniziato ad attraversare mondi sconosciuti con la letteratura fantasy e per ragazzi. All’inizio del nuovo millennio si è approcciata al mondo del romance, senza abbandonare gli altri generi. Senza davvero crederci fino in fondo ha scritto e pubblicato la sua prima storia su Wattpad, che ha riscosso un successo incredibile e che si appresta a diventare ora il suo primo libro edito Words Edizioni. E ora, giura solennemente che non smetterà più di scrivere.
Steno prese il pezzo di carta e vi buttò l’occhio: venticinque anni, liceo scientifico… 
Sorvolando su tutto il resto, tornò a concentrarsi sul soggetto che, in effetti, doveva avere anche un nome. Infatti in alto a sinistra, proprio dove solitamente si trova, c’era scritto Francesca Santi. 
«Ha avuto esperienze di segreteria?» 
«No…» Occhiali sul naso.
«È laureata?»
«Sì, in Matematica…» Occhiali sul naso.
C’era qualcosa che Steno non riusciva a capire ma, riguardandola, venne colto da un’illuminazione. 
Era brutta. 
Peggio, era brutta e sfigata.
«Lei è assunta! Lo stipendio che posso offrirle è di milletrecento euro, per iniziare. Le serviranno dei camici bianchi e delle scarpe basse, bianche, o un’altra calzatura medica a sua scelta. Niente tacchi. Domani mattina, se le è possibile, vorrei che arrivasse alle otto. Normalmente lo studio apre alle nove, ma ho bisogno di farle vedere l’archivio e di spiegarle alcune regole che gradirei venissero rispettate, così come gli orari: dalle nove alle tredici e dalle quindici alle diciannove, dal lunedì al venerdì. Mi aspetto che sia discreta, ordinata, puntuale e gentile: l’ordine lo decida lei. È tutto chiaro?» 
Le piacevano l’arte e tutta la musica, i libri - soprattutto quelli romantici - e i film. Ma non andava a mostre, concerti o al cinema perché non aveva abbastanza soldi e farlo significava uscire, magari di sera. E lei non aveva amiche, né un’auto, e non poteva rientrare tardi perché una volta lo aveva fatto e qualcuno si era arrogato il diritto di metterle le mani addosso: un uomo, un estraneo, l’aveva bloccata per terra e le aveva chiesto di non urlare, ma lei aveva urlato, scalciato e graffiato mentre lui la toccava e le sbavava addosso con la sua bocca ripugnante.
«Ha qualcosa che non va, Steno. Non è possibile che possa trovarmi nemmeno minimamente attraente.»
«Perché? Perché ti considero un’espressione di bellezza diversa dai canoni estetici che tutti ritengono normali? Vale anche per l’arte contemporanea, l’hai detto anche tu: non è per tutti. Tu non sei per tutti. Tu sei per me!»