Recensione libro
Blu di Chartres di Cristiano Pedrini
Scheda tecnica
Titolo: Blu di Chartres
Autore: Cristiano Pedrini
Genere: Narrativa storica
Formato: Kindle e copertina flessibile
Pagine: 142
Pubblicazione: 26 Maggio 2020
Il tenente della Wehrmacht Edler von Daniels giunge a Bratislava senza immaginare che non sarà la guerra, scatenata dalla Germania, a sconvolgere la sua esistenza. Il suo senso del dovere verrà messo a dura prova dall’incontro con Jari Nyberg, il nuovo console di Svezia, un giovane che non accetta di essere costretto nelle rigide regole del protocollo e della diplomazia, scatenando timori ed incertezze in chi lo circonda. Il carattere irruente di Jari e la sua ironia mal sì addicono a quello sguardo, capace di mostrare un tono ceruleo dall’intensità così perfetta da indurre a far credere al giovane ufficiale tedesco che il cielo sia disceso in terra. Il loro incontro li costringerà a superare la reciproca diffidenza, alimentando la speranza che potranno vivere, a guerra finita, in un mondo assai diverso.
Ed eccomi
qui a recensire l’ultimo romanzo di Cristiano Pedrini, diciamo che sono una sua
fan ormai e ogni volta mi sorprende e mi
emoziona. Il “Blu di
Chartres” si fonda su figure di
contenuto come la similitudine e la personificazione, che
descrivono un’immagine in una relazione
di somiglianza con un’altra, accentuando così
il significato che ne voleva attribuire. In questo caso, così come il
titolo sottolinea, “Il blu di Chartres”, la particolare gradazione di blu delle
magnifiche vetrate della cattedrale gotica Patrimonio dell'Umanità UNESCO fin
dal 1979, a poca distanza da Parigi, che maestri alchimisti crearono mischiando
una base di cobalto, (minerale raro e pregiato a quei tempi), con altri elementi
in una formula segreta, viene paragonato… non vi dico a cosa o chi, per non fare spoiler
e per non togliere a voi il gusto di scoprirlo nella lettura. Particolare che
scoprirete solo a fine lettura. Cristiano non lascia mai far trapelare nulla o
far intuire ciò che leggeremo nella pagina successiva. Cristiano sorprende
sempre i propri lettori e la sua penna non lascia nulla al caso e va oltre i
pregiudizi e la morale borghese bigotta. Il romanzo è
di ambientazione storica e coniuga al meglio gli eventi storici con la storia
romanzata. Ci troviamo nel periodo della seconda guerra, quel periodo in cui il
nazismo ha stravolto la vita dei nostri
nonni e dei nostri zii; quel periodo che ha messo in ginocchio il mondo intero
causando dolore e morte. Ovviamente Cristiano racconta la storia dalla parte
dei giusti, ossia coloro che hanno cercato di fermare e contrastare l’ira dei
tedeschi: la resistenza praticamente. L’ambasciatore di Svezia viene inviato
nella delicata sede di Bratislava per tenere sotto controllo il regime tedesco
e difendere ovviamente il proprio paese
e porta con sé il suo unico figlio, Jari di impeto istintivo e irrazionale. Ma
viene scoperto e minacciato di complotto ai danni dei tedeschi, perciò “invitato”
a far ritorno in patria, dal colonnello delle SS Rainer accompagnato dal tenente della Wehrmacht
Edler von Daniels. Ma avviene l’imprevedibile: le vite di Edler e Jari vengono
sconvolte da un sentimento molto potente, “scandaloso” che nessuno dei due si
aspettava. L’ambasciatore torna in patria e Jari resta, diventando console e
portando a termine il suo lavoro. Un romanzo in cui l’autore cerca di pulire le
brutture della guerra con l’amore; cerca
di lavare il sangue versato dai tedeschi con l’azzurro del cielo; un romanzo
che dona al rosso, significato differente ed opposto, ricorrendo ancora una
volta ad una figura retorica, in questo caso all’ossimoro, dolore/gioia, sangue/amore. "La nuova Europa che uscirà dalla guerra avrà bisogno di idealisti e sognatori, come Jari e di persone coraggiose come lei, caro Edler"… Le pagine si avvicendano e scorrono lisce come l’olio, con fluidezza e senza
intoppi. Un romanzo che amalgama storia, cultura e sentimenti utilizzando un
linguaggio ricercato e accurato, senza sbavature, sproloquio e turpiloquio. Momenti di riflessione del
protagonista, perciò possiamo ritrovare il soliloquio. Quindi capirete che
questo romanzo è una chicca letteraria creata e scritta da chi ne fa un buon
uso della scrittura e della sua grammatica.
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