Recensione libro Nessun nesso di Federico Fabbri edito Les Flaneurs Edizioni, un thriller per aiutare la Lega Italiana Fibrosi Cistica Romagna Onlus
Scheda tecnica
Titolo: Nessun nesso
Autore: Federico
Fabbri
Genere: Thriller
Casa Editrice: Les Flâneurs
Edizioni
Collana: Maigret
Pagine: 190
Formato: Cartaceo, Ebook
Pubblicazione: 30 Novembre 2020
Un braccio che spunta dalla terra come un fiore appassito sconvolge la quiete di una cittadina di provincia, proprio nel giorno in cui il commissario Santo Fabbri è a casa per la grande festa di compleanno di sua figlia. Ed è soltanto l'inizio di un disegno criminale imperscrutabile che sacrificherà giovani vite innocenti, agiterà l'opinione pubblica e toglierà il sonno al commissario e ai suoi agenti, mettendo in crisi perfino il cinico ispettore Tegon, conosciuto per l'insofferenza alle regole e le infallibili doti investigative. In una corsa disperata contro il tempo ma bloccati in un loop fatto di nuovi cadaveri, indizi insignificanti e false piste, Fabbri e Tegon si troveranno a giocare una partita sanguinosa in cui lo sfuggente serial killer si divertirà a manipolarli fino a condurli alla rivelazione finale.
Leggere “Nessun nesso” di Federico
Fabbri è stato come immergersi in un Mondo, esattamente nel Mondo in cui lo
scrittore ha immaginato la sua storia. Se chiudo gli occhi e ripenso a ciò che
ho appena letto, mi vedo accanto ai suoi protagonisti a ripercorrere le loro
strade, a sentire le voci che loro hanno sentito e a guardare, purtroppo, le
scene agghiaccianti, che i loro occhi hanno visto. Come in una pellicola cinematografica
che si srotola sullo schermo in una sala buia e spaventosa, la storia si dipana
attraverso una cittadina della provincia italiana e ha inizio il sette di
febbraio, una fredda giornata in cui “la temperatura rimaneva comunque
piuttosto bassa, ma nessuno sembrava dar troppo peso al freddo” e nulla,
nella vita del commissario Fabbri, lasciava presagire quel che stava per
piombare addosso a lui e ai suoi uomini. Una liturgia di omicidi di bambine
lasciate sepolte sotto una lieve coltre di terreno, ancora calde, con il
braccio destro lasciato fuori dalla terra come un fiore. Un fiore deposto e in
attesa di essere colto prima ancora che la giovane vita cui appartiene possa
sbocciare alla vita. Un gesto di beffarda benevolenza reso al povero corpo
affinché qualcuno ne rinvenga la traccia. Una serie di insignificanti indizi
lasciati nelle immediate vicinanze dei miseri resti a tracciare un disegno
invisibile e perverso, getta nello sconforto dell’incapacità e
dell’inettitudine la polizia e semina la paura e il dubbio nella popolazione.
“La morte è una sentenza senza
appello. Non si può tornare indietro. Si continua a vivere nei ricordi delle
persone care, ma neanche in quel luogo sicuro sarebbero più cresciute.
Sarebbero rimaste sempre le bambine delle fotografie. I ricordi pian piano
sarebbero sbiaditi, la vita avrebbe continuato ad andare avanti”
Mentre la città cerca il suo capro
espiatorio e i giornalisti rimestano nel torbido delle storie taciute, il
commissario Fabbri e l’ispettore Tegon vagano nel buio aspettando la prossima
mossa dell’assassino, pregando di riuscire ad intravedere in tempo il fil rouge
che unisce le vittime, il nesso che porterà alla prossima bambina affinché
possano fermare le mani del serial killer in tempo prima che recida un altro
giovane fiore. Nel narrare le vicende efferate di
Nessun nesso, Federico Fabbri ha scosso le nostre coscienze. Ha stretto attorno
al nostro collo le sue capaci mani di scrittore chiedendoci di risvegliarci e
di aprire gli occhi su quel che accade intorno a noi. I nostri bambini, la loro
innocenza che è divenuta così facile merce di scambio. Il rispetto, la delicatezza,
l’attenzione piena di riguardi che dovremmo riservare all’innocenza
dell’infanzia, sono troppo spesso sacrificati sugli altari dei facili
edonismi. Attraverso la lettura delle sue pagine
si sonda la differenza sottile, a volte, che passa fra bene e male; la
confusione che si fa fra amore e possesso. Si arriva a percepire perfettamente il
danno provocato dalla ruminazione rabbiosa e senza uscita che, impedendo la
presa di consapevolezza della propria vulnerabilità ed imperfezione, porta a
commettere atti totalmente ed inutilmente distruttivi. Buona lettura. 4 stelle
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