Segnalazione libro
Dal 18 Aprile, in libreria, Il kamikaze di Cellophane di
Un noir psicologico che
accompagna il lettore al confine tra bene e male, vendetta e perdono, sanità
mentale e follia. Se nessuno può essere assolto,
ha davvero senso condannare?
Cresciuto all’ombra di un padre
violento, umiliato dai compagni di scuola e rinchiuso per quasi tre anni in un ospedale
psichiatrico, Michele Sabella è sopravvissuto aggrappandosi all’amore per
Elena, una paziente anoressica conosciuta in istituto. Quando Elena tenta il suicidio,
Michele decide di dare la caccia al carnefice silenzioso che la sta spingendo
oltre la soglia della follia. Per farlo, dovrà liberare i
propri “demoni di cellophane” e abbandonarsi alla violenza dalla quale era
sempre fuggito.
Per quelli come me arriva
sempre il giorno. Quello in cui uccidi o ti fai ammazzare, o entrambe le cose. Perché alla fine è tutta una
questione di impulsi, capite? Di impulsi e di controllo. Prendete due bambini in una
sera d’estate, una di quelle dove l’aria è una colata di pece sulla pelle e
l’unico rumore è lo sfrigolio degli insetti giustiziati dalle zanzariere
elettriche. Due bambini come tanti, sui sette anni, vestiti con una canottiera
a righe orizzontali e un paio di pantaloncini di spugna. Due bambini punti da
un pappataci nella canicola di agosto. Immaginateli piagnucolare per il
prurito, correre dalla mamma, sedersi sulle sue ginocchia. Pensate a questa
mamma che sorride, estrae la pomata dalla borsa di vimini e la spalma con cura
sul braccino.
“Non grattarti, tesoro. Tra due
minuti passa”.
Bacio sulla fronte. Carezza
sulla testa.
Il bambino numero 1 getta
un’occhiata al braccio. Gli prude da morire, ma non vuole disobbedire e dare
una delusione alla mamma. Stringe i denti, chiude gli occhi. Comincia a pensare
alla squadra del cuore, all’album delle figurine, al cartone animato preferito.
Due minuti dopo, tre al massimo, non sente più fastidio. La pomata ha fatto
effetto, come aveva promesso sua madre.
Il bambino numero 2 non riesce
a staccare gli occhi dal braccio. Cerca di pensare ad altro ma non ci riesce.
Il prurito è un chiodo arrugginito piantato nella testa. Nessuno al mondo, a
parte lui, può sapere quanto pruda quel piccolo punto rosso. Si gratta. Pianta le unghie sporche di
sabbia nella pelle e le trascina avanti e indietro come un aratro, seminando
sangue. Il prurito diventa bruciore, il bruciore si trasforma in capriccio, il
capriccio genera la punizione.
Questi due piccoli esseri umani
non possono saperlo, ma i loro destini hanno svoltato per sempre in direzioni
opposte.
Ferdinando è nato nel 1971. La
sua vita si divide tra Milano, dove è nato, e il Regno Unito, dove esercita
come psicoterapeuta e insegna Psicologia all'Università di Northampton.
"Il Kamikaze di
Cellophane" è il suo primo romanzo.
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