mercoledì 21 febbraio 2018

Recensione : La stagione del Biancospino di Riccardo Bruni



SCHEDA TECNICA

 
Titolo: La Stagione del Biancospino
Autore: Riccardo Bruni
 Pagine : 298
Editore: Amazon Publishing
Genere: Giallo / Thriller
Pubblicazione: 14 Marzo 2017
 



Il gatto rosso conosce un segreto. Il gatto nero è morto già altre volte. Il gatto bianco è quello cattivo. Uno strano mondo, aggrappato alle pendici di una montagna toscana, fatto di boschi antichi, leggende remote e un piccolo paese in cui si conoscono tutti. Lì, l’inverno è un pesante manto bianco, una coltre di neve che sembra non dover svanire mai. E una coltre ricopre la mente di Giulio Rodari: arrestato con l’accusa di aver ucciso la sua ex compagna, non ricorda niente di quella notte. Nella sua memoria c’è un vuoto impenetrabile, una dolorosa amnesia. E anche nella memoria del paese c’è una ferita aperta: lo chiamano il Giorno del ponte, ed è il vuoto che quattro anni prima ha inghiottito la vita di sette persone, e ha sconvolto quello strano mondo.
Sotto il manto bianco dell’inverno si celano misteri velenosi. Una parte del vecchio bosco rischia di essere spazzata via, un comitato di cittadini lotta per evitarlo, spiriti inquieti compiono atti inspiegabili, tensioni sottili attraversano la vita di molte persone. Ma i segreti dovranno affiorare, quando la neve se ne andrà, nella stagione del biancospino.


È un romanzo decisamente al femminile questo capolavoro di Riccardo Bruni.
I protagonisti femminili, tra mille sfaccettature, toccano il fondo o raggiungono vette inaspettate. I personaggi maschili invece sono delle ombre di loro stessi. Uomini falliti, incapaci di bastare a se stessi. In un aggettivo: patetici. Non fanno eccezione il protagonista, le cui ombre superano le luci, ed il cattivo di cui non svelo il nome per non rovinare la lettura.
Ben altro spessore i personaggi femminili. La Marescialla, in perenne lotta con i piatti da lavare, la sua coscienza e una figlia scapestrata. Una figlia che tra i mille problemi dell'adolescenza riesce a mettere punti fissi nella sua vita e a riconoscere bene e male. Barbara che sola, con un figlio accusato di omicidio, non si piega e porta avanti l'attività di famiglia e riesce comunque a radunare attorno a se tutta la comunità e a guidarla nella battaglia per salvare il Bosco. Mirna: la quintessenza della bassezza e delle invidie da comare di paese.
Nell'intrigo della trama è essenziale anche il sovrannaturale: i gatti che diventano narratori e protagonisti, lo gnomo, protetto dal Bosco, che non manca di ispirare le decisioni migliori del protagonista.
L'autore è bravo a seminare indizi di cosa succederà e a lasciare comunque di stucco il lettore quando quanto previsto si avvera, perché in questo romanzo niente è come sembra.
Aggiungo una nota sull'autore, capace di sfondare nonostante non abbia nessuna casa editrice alle spalle. Ha iniziato autopubblicando i suoi libri su Amazon e così continua anche oggi.

Recensione scritta da Michele Pinto con la collaborazione del blog   www.michelepinto.it



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